IL VINO
Dal punto di vista chimico,
il vino ? una miscela liquida costituita
principalmente da acqua e alcol
etilico (anche
detto "etanolo").
Oltre a tali componenti, il vino contiene tantissime altre
sostanze, alcune delle quali sono desiderate, in quanto danno un sapore
gradevole al vino oppure hanno un effetto positivo sulla salute (ad esempio i polifenoli e le antocianine),
mentre altre sostanze sono indesiderate, in quanto danno un sapore sgradevole al
vino oppure hanno un effetto negativo sulla salute (ad esempio l'anidride solforosa, la cui
concentrazione massima ? fissata per legge, essendo altamente tossica[17]).
La tabella seguente riporta i valori tipici di concentrazione dei
principali componenti del vino:
Componente |
% in volume |
% in peso |
% in moli |
Note |
Fonte |
|
H2O |
70-90 |
82-85,4 |
92,6-94,1 |
? il
componente del vino a maggiore concentrazione |
||
C2H5OH |
9-16 |
6,9-11,7 |
2,9-5,1 |
? prodotto
durante la fermentazione
alcolica degli zuccheri presenti nell'uva. La sua percentuale in volume
corrisponde alla gradazione
alcolica |
||
CH3CHO |
0,5-30 |
0,37-18,1 |
0,17-9,1 |
? un
prodotto secondario della fermentazione alcolica |
||
C3H8O3 |
0,32-1,19 |
0,37-1,38 |
0,08-0,3 |
? un
prodotto secondario della fermentazione alcolica. La sua concentrazione
aumenta all'aumentare della gradazione alcolica |
||
C4H6O6 |
0,17-0,45 |
0,28-0,73 |
0,02-0,1 |
Presente
nell'uva |
||
C3H6O3 |
0,08-0,33 |
0,09-0,37 |
0,02-0,08 |
Prodotto
dalla fermentazione
malolattica |
||
HOOCCH(OH)CH2COOH |
0-0,44 |
0-0,64 |
0-0,1 |
Presente
nell'uva |
Altri componenti del vino sono:
?
alcol metilico:
particolarmente tossico; si forma dall'azione degli enzimi sulle pectine
contenute nella buccia dell'uva;[17]
?
alcoli superiori (cio? con atomi di carbonio superiori a 2);[17]
?
butilenglicole e acido
succinico: prodotti secondari della fermentazione alcolica;[17]
?
acido acetico: prodotto secondario della fermentazione alcolica; la sua
concentrazione pu? essere elevata se non si effettua un'adeguata pulizia dei
contenitori utilizzati per la produzione del vino;[17]
?
zuccheri: alcuni fermentano per
dare alcol (fruttosio, glucosio)
per cui ? presente solo una frazione di essi che non ha completato la
fermentazione, mentre altri non vanno incontro a fermentazione (arabinosio e xilosio);
talvolta si aggiunge saccarosio al vino durante la sua produzione, ma tale
zucchero non ? presente nel prodotto finale in quanto reagisce velocemente;[17]
?
acido citrico: ? un acido organico presente nell'uva;[17]
?
composti
azotati e sali
minerali: gi? presenti nell'uva;[17]
?
composti
fenolici:
in parte sono presenti nell'uva e in parte sono ceduti dal legno della botte
durante l'invecchiamento;[17]
?
composti aromatici: possono
essere gi? presenti nell'uva o formarsi durante il processo di produzione e
invecchiamento del vino;[17]
?
vitamine: sono presenti
nell'uva; nel vino non ? presente la vitamina C, in quanto viene consumata
durante il processo di vinificazione;[17]
?
anidride carbonica: prodotta
durante la fermentazione alcolica; ha una concentrazione minore nei vini
invecchiati;[17]
?
ossigeno: assorbito dal vino
durante il processo produttivo;[17]
?
anidride solforosa: ?
particolarmente tossica; viene addizionata in piccole percentuali per regolare
la fermentazione e come conservante.[17]
|
Lo stesso argomento in dettaglio: Vitigno. |
I vini possono essere classificati in funzione di diversi
aspetti. Di seguito i principali.
?
nazione e,
in subordine, regione/zona di provenienza;
?
denominazione di origine o indicazione
geografica di appartenenza. Si
tratta della categoria di differenziazione principale. Un vino (nazionale,
europeo, extra europeo che ? il caso pi? frequente) pu? essere anche "generico"
ovvero senza denominazione di origine o indicazione geografica;
?
tipologia (fermo, frizzante, spumante, passito, liquoroso, novello,
e, in subordine, bianco, rosso, rosato);
?
annata
?
vitigno (variet?
di vite utilizzata per la produzione) da cui provengono le uve o meglio uvaggio visto
che le variet? utilizzate possono essere diverse. I vitigni pi? famosi e diffusi
nel mondo (i cosiddetti "Vitigni internazionali" o "Alloctoni") sono fra i rossi
il Cabernet-sauvignon, il Cabernet
franc, il Merlot,
il Pinot
noir, lo Zinfandel e il Syrah;
tra i bianchi il Sauvignon,
lo Chardonnay, il Muscat ed il Riesling;
?
fascia di prezzo;
?
produttore (cio? la cantina
vinicola che ha prodotto il vino) oppure (quando non coincidono) imbottigliatore[18];
nei casi di vini stranieri (specialmente extra UE) in etichetta compare anche
l'importatore oppure il distributore (nei casi di vini UE);
?
certificazione (es. vino biologico);
?
punteggio assegnato dalle guide, piatto/preparazione da abbinare,
gradazione alcolica, caratteristiche sensoriali, ecc.
?
macro classificazione organolettica (giovane/maturo,
beverino/impegnativo, leggero/potente, secco/amabile, fruttato/evoluto e tante
altre).
Altri fattori (pi? tecnici) possono essere: punteggio assegnato
dalle guide, piatto/preparazione da abbinare, gradazione alcolica,
caratteristiche sensoriali, ecc. Sempre pi? importante ormai ? anche la
classificazione del vino dal punto della metodologia produttiva (si veda sotto):
convenzionale, biologico, biodinamico, naturale, vegano.
I vini si differenziano tra loro per il sistema di vinificazione (vini normali e
speciali) e per le propriet? organolettiche: colore, profumo, gusto e
retrogusto; altri parametri concorrono a definire le caratteristiche di un vino:
alcol, acidit?, sapidit?, sensazione di astringenza (dovuta ai tannini). I
vini possono essere differenziati in vini tranquilli (detti anche "fermi"), vini
frizzanti e spumanti, a seconda del fatto che siano in grado o meno di
sprigionare anidride carbonica all'apertura delle bottiglie. Costituisce
ulteriore distinzione il contenuto in zuccheri non fermentati del vino
(secco, semisecco, dolce...)
Inoltre ogni vino ? caratterizzato da una temperatura di servizio (temperatura
ideale per la consumazione) e da abbinamenti ottimali con determinate pietanze.
Calici di
vino bianco (a sinistra), rosato (al centro) e rosso (a destra).
Si intendono per vini ordinari quei vini immessi al consumo dopo
aver subito il solo processo di vinificazione (quindi senza interventi tecnici
successivi o aggiunte di altri componenti).
Vino bianco
Il vino bianco viene
prodotto con la tecnica della spremitura soffice dell'acino d'uva bianca, in
modo da spremerne il succo ed eliminare quindi le bucce. Pu? essere anche
prodotto da uva a bacca nera (ad esempio pinot noir) separando da subito le
bucce dal succo, al contrario del processo di vinificazione in rosso, che
prevede la macerazione delle bucce per estrarne il colore ed i contenuti. Si
presenta all'aspetto di colore giallo in varie tonalit? (dal verdolino
all'ambrato, passando per il paglierino e il dorato); ? generalmente
caratterizzato da profumi floreali e fruttati, e va consumato ad una temperatura
di servizio compresa fra 8 ?C e 14 ?C; al gusto prevalgono le sensazioni di
freschezza e acidit?, anche se con l'aumentare della temperatura di servizio
potrebbero presentarsi sgradevoli sensazioni di amaro. Gli accoppiamenti
ottimali sono con le pietanze a base di pesce, molluschi, crostacei, verdure e carni bianche,
ed in generale con piatti di cottura rapida e sughi poco strutturati.
Vino rosato
Il vino
rosato si produce utilizzando uve rosse spremute in modo soffice come per il
vino bianco ed un veloce contatto con le bucce, da 2 ore fino massimo 36. In
questo modo le bucce cedono solo parte del colore al mosto. In alternativa si
pu? usare il metodo del salasso, che consiste nel togliere parte del mosto
durante la vinificazione in rosso (quindi in presenza delle bucce), cos? da
ottenere un vino di colore rosato. ? del tutto vietato produrre vini rosati
mescolando vino bianco e vino rosso. L'unica eccezione ? l'assemblaggio per
ottenere spumante di colore rosato. Si presenta all'aspetto di colore tra il
rosa tenue, il cerasuolo e il chiaretto; ? generalmente caratterizzato da
profumi fruttati, e va consumato ad una temperatura di servizio compresa fra
10 ?C e 14 ?C; al gusto prevalgono le sensazioni di leggera acidit?, di
aromaticit? e di lieve corposit?. Gli accoppiamenti ottimali sono con pietanze
gustose a base di pesce, paste asciutte con sughi delicati, salumi leggeri.
Quando si parla di spumante il
termine pi? consueto ? ros? invece
di rosato.
Vino rosso
Il vino
rosso si presenta all'aspetto di colore rosso in varie tonalit? (dal porpora al
rubino fino al granato e all'aranciato), e viene prodotto dal mosto fatto
macerare sulle bucce, cos? da estrarre polifenoli e le sostanze coloranti
naturalmente presenti su di esse. ? generalmente caratterizzato da un'ampia
variet? di profumi (fiori, frutta, confettura, erbe, spezie) e da una pi? o meno
elevata sensazione di morbidezza, corposit? e tannicit?; va consumato ad una
temperatura di servizio compresa fra 14 ?C e 20 ?C. Gli accoppiamenti ottimali
sono con le carni
rosse, la cacciagione, i formaggi, e
tutte le pietanze basate su cotture prolungate e sughi strutturati.
Vino novello
Si
ottiene mediante macerazione
carbonica. Ha un colore intenso e forti aromi secondari o fermentativi.
Non pu? essere immesso sul mercato prima del 6 novembre di ogni anno e se ne
consiglia un consumo nei primi sei mesi perch? poco stabile. Un accoppiamento
ottimale e tipico del vino novello ? con le castagne, e
conseguentemente con gli alimenti a base di farina di
castagne, come necci e castagnaccio.
Vino passito
|
Lo stesso argomento in dettaglio: Vino passito. |
Ottenuto da uve appassite lavorate come per una normale vinificazione.
L'appassimento pu? avvenire in maniera naturale sulla pianta (eseguendo dunque
la vendemmia tardivamente) oppure artificialmente ponendo l'uva su dei graticci
sui quali viene insufflata aria calda, oppure per effetto della cosiddetta muffa
nobile, ovvero la Botrytis cinerea,
che attacca gli acini formando una coltre superficiale che fa evaporare l'acqua
contenuta nell'acino, aumentando cos? la concentrazione degli zuccheri.
Vin ruspo
Viene
fatto con una miscela di vino di Carmignano DOCG
attraverso una fermentazione breve la quale toglie leggermente il colore rosso
delle bucce di uva. Viene spesso confuso dai non addetti con il vino ros?, o
rosato, e come questo si serve a temperature dell'ordine dei 10 ?C 14 ?C.
Vino barricato
Barriques per l'affinamento del
vino
Il
vino barricato viene lasciato invecchiare in botti di legno,
con particolare riferimento al legno di rovere che si ottiene dalle querce,
ma anche di robinia, ciliegio ed altre essenze. Questo
procedimento consente al vino di invecchiare lentamente mediante un processo di ossidoriduzione che avviene tramite le
fibre lignee: esso d? al vino un aroma pi? intenso, un odore di tostato e al
gusto sar? pi? equilibrato e pi? morbido. Il legno cede al vino i tannini idrolizzabili (che sono
pi? morbidi di quelli condensati), polimeri delle catechine presenti nella buccia
degli acini e nei vinaccioli, e sentori speziati (es. vaniglia) ed eterei che
conferiranno al vino un prezioso bouquet.
Le botti di rovere pi? prestigiose per le loro performance sono
le barriquefrancesi di 225 litri, fabbricate
esclusivamente con legni di rovere provenienti dalla foresta di Allier.
Il fatto di potere contare su legni che provengono storicamente dagli stessi
alberi, consente agli enologi di potere stabilire diversi parametri per
l'invecchiamento dei vini. Va segnalato che ? diventata prassi comune da parte
di produttori vinicoli assai commerciali l'aggiungere al vino trucioli di legno
per conferire al vino gusto ed aromi di legni: numerosi enologi ritengono che si
tratti di una manovra posticcia che non pu? assolutamente dare al vino trattato
le caratteristiche di un vero invecchiamento in botti di legno pregiato. Infatti
si ritiene che l'effetto dei trucioli sia principalmente quello di dare al vino
sentori di tostatura senza per? contribuire all'evoluzione aromatica che si
raggiunge grazie ai particolari equilibri ossidoriduttivi che si vengono a
determinare nelle barrique. Inoltre in queste ultime sono presenti le fecce
nobili le quali sono la base dell'evoluzione aromatica del vino e in parte della
sua stabilizzazione. Ad ogni modo, i disciplinari e/o la legislazione riducono
gli ambiti in cui ? possibile utilizzare i chips enologici.
Vino frizzante
|
Lo stesso argomento in dettaglio: Vino frizzante. |
? un
vino che presenta una moderata effervescenza dovuta alla presenza di anidride
carbonica con una sovrappressione compresa, a temperatura ambiente, tra 1 e
2,5 bar. Sono naturali o gassificati (questi ultimi di mediocre qualit?). Quelli
naturali sono quasi sempre realizzati con il metodo Charmat.
I vini
frizzanti non devono essere assolutamente confusi con gli spumanti che
sono vini speciali (e hanno una sovrappressione maggiore): un vino frizzante pu?
essere considerato, a livello di effervescenza e spuma, a met? strada tra un
vino "tranquillo" (ovvero senza alcuna presenza di bollicine cio? un vino
"fermo") e uno spumante.
Vino arancione
Il vino arancione, conosciuto anche come orange
wine, ? prodotto a partire da vitigni a bacca bianca con macerazione sulle
bucce. Questo procedimento fa s? che il colore sia tipicamente carico e tendente
all'aranciato; a seconda delle modifiche di processo, ve ne sono anche di color
oro con svariate sfumature. Sono quasi sempre espressioni di produttori di vino
naturale o vino biodinamico. Le possibili varianti produttive sono diverse. A
parte il colore, questo particolare procedimento comporta che gli "orange wines"
(detti anche "vini macerati") abbiano caratteristiche olfattive e gustative
notevolmente peculiari e fuori dall'ordinario[19].
Si intendono per vini speciali quelli che dopo il processo di
vinificazione e prima di essere immessi al consumo vengono sottoposti ad
ulteriori interventi tecnici o all'aggiunta di altri componenti. Questa ? la
differenza rilevante con i vini ordinari. Da notare che, per la legge e quindi
per le trattazioni "tecniche", i vini passiti non sono speciali, come non lo
sono i vini frizzanti.
I vini speciali sono:
?
Vino spumante:
in seguito ad una vinificazione tradizionale come per un normale vino, viene
aggiunto il cosiddetto Liquer de Tirage ovvero lieviti, monosaccaridi (zucchero di canna) e
minerali, al fine di provocare una rifermentazione che pu? avvenire in bottiglia
(Metodo
classico o
champenoise) o in autoclave (metodo
Charmat o
Martinotti)
|
Lo stesso argomento in dettaglio: Vendemmia, Vinificazione e Fermentazione
alcolica. |
La spremitura dell'uva con i piedi dopo la vendemmia,
la prima operazione del metodo di produzione tradizionale
Dal punto di vista delle modalit? con le quali si eseguono le
lavorazioni (in campagna e in cantina) ovvero in relazione al ricorso a tecniche
e procedimenti per coltivare le viti, ottenere le uve e produrre il vino in
termini di impatto sull'ambiente, rispetto della tradizione, aderenza a
normative di settore, rispetto di disciplinari o a attenzione a specifiche
filosofie e teorie produttive, abbiamo, attualmente:
?
vini convenzionali;
?
vini biologici;
?
vini biodinamici;
?
vini naturali;
?
vini vegani.
Il "vino convenzionale", ?, di fatto, il vino che noi tutti
conosciamo. Viene cos? gergalmente chiamato per differenziarlo dalle altre
categorie (Es. vino biologico). Esso rappresenta il vino ottenuto impiegando i
sistemi ed i metodi attualmente consentiti dalla legge.
In Italia, la prima definizione di "vino" fu sancita con il Regio
Decreto n?2033 del 15/10/1925.
Attualmente l'ordinamento italiano ed europeo sono ricche di leggi e normative che specificano,
con dovizia di particolari, tutte le prescrizioni, i divieti e le definizioni
per la produzione e commercializzazione del vino.
Tutte le tipologie citate in questo paragrafo sono, di fatto, un
sottoinsieme di questa definizione.
Il vino biologico ? la definizione giuridica per tutti quei vini certificati da un organismo di
certificazione terzo seguendo le
normative comunitarie:
?
Reg. CE
N?834/07 e
Reg. CE N?889/08 per ci? che concerne
principalmente la conduzione agronomica dei vigneti, ovvero la produzione di uve
da agricoltura biologica certificata;
?
Reg. CE
N?203/12 per
ci? che concerne principalmente gli aspetti enologici e la vinificazione, ovvero
la produzione di vino biologico da uve da agricoltura biologica;
Logo autorizzato applicato in etichetta del vino biologico
certificato
Nei suddetti regolamenti e nei relativi allegati si trovano tutte
le indicazioni di produzione e le limitazioni di intervento da parte del
produttore. Essendo un prodotto certificato, esiste un sistema di controllo che
garantisce che le disposizioni siano seguite in tutte le fasi di realizzazione
del vino, dal vigneto alla bottiglia.
In sintesi le caratteristiche del vino biologico sono:
1.
le uve utilizzate provengono da agricoltura biologica
certificata. Ci? implica divieti nell'utilizzo di fitofarmaci, diserbanti,
pesticidi e concimanti di sintesi. Il regolamento ? molto chiaro su cosa pu?
essere utilizzato. (Es. rame & zolfo come fitofarmaci e, soprattutto, i
quantitativi massimi ammissibili). In pi? il regolamento impone all'agricoltore
anche delle pratiche volte a garantire la fertilit? del fondo e l'agricoltura
sostenibile (Es. sovescio, rotazione delle colture,
piantumazione obbligatoria del favino,
etc.)
2.
le pratiche di vinificazione avvengono secondo un disciplinare
che impone divieti nell'utilizzo di coadiuvanti ed additivi. I pochi prodotti
permessi devono avere, ovviamente, origine biologica certificata anch'essi ed
entro limiti tracciati e ben definiti,
3.
livelli di anidride solforosa nel prodotto imbottigliato ridotti
rispetto al vino "convenzionale" (attualmente[20] 100 mg/l per i vini
rossi secchi, e 150 per i vini bianchi secchi),
4.
Il produttore si sottopone ad un processo di certificazione da
parte di un organismo di certificazione per ci? che concerne tutto il processo
produttivo ed il vino pu? essere immesso sul mercato solo a fronte dell'esito
positivo del processo di controllo;
5.
tutte le fasi della produzione, dal vigneto alla bottiglia, sono
tracciate attraverso idonei flussi documentali;
6.
logo autorizzato da apporre nell'etichetta che riporta la
certificazione del prodotto e l'organismo di certificazione che effettua i
controlli.
Non esiste, tuttora, dal punto di vista normativo, la definizione
di "vino biodinamico".
Il cosiddetto vino biodinamico, o vino prodotto seguendo i
dettami dell'agricoltura biodinamica, ? un vino
prodotto secondo la visione "cosmica" di tipo antroposofica attraverso gli
insegnamenti di Rudolf
Steiner.
Esiste un'associazione mondiale privata di produttori biodinamici
(con sede anche in Italia[21]),
la Demeter, che verifica ed approva il prodotto apponendo il proprio marchio
commerciale (vino Demeter/Biodynamic?). Viene utilizzato uno specifico
disciplinare, creando di fatto una certificazione di prodotto che, per alcune
fasi della produzione, si appoggia al disciplinare ed ai controlli del
regolamento comunitario inerente il vino biologico. I vini biodinamici possono
avere, in taluni casi, limiti ancor pi? severi di quelli relativi al vino
biologico.
Non esistono prove verificabili scientificamente di una qualsiasi
differenza chimico fisica tra vino ottenuto per vie tradizionali e con metodi
biodinamici. Scientificamente ? da considerarsi quindi una superstizione.[22][23][24]
Ad oggi non esiste dal punto di vista normativo e legislativo, la
definizione di "vino naturale".
Il vino cosiddetto "naturale" ? quello prodotto generalmente da
quei piccoli vignaioli che pur aderendo a tutti i principi "naturalistici"
dell'agricoltura biologica e di quella biodinamica, non vogliono aderire a
regolamenti, certificazioni, ecc. In pratica, non utilizzano prodotti di sintesi
o pratiche invasive, ma si sentono un po' vincolati da requisiti tecnici o
filosofici di sorta.
A differenza delle altre categorie (Es. vino biologico[25]),
la filosofia del vino naturale ? concepita perch? il prodotto sia ottenuto non
utilizzando nessuna delle sostanze ammesse in vinificazione dalle altre
metodologie (a parte bassissimi quantitativi di anidride solforosa). Similmente,
non sono utilizzati i comuni procedimenti chimico-fisici di cantina per il
trattamento dei mosti e dei vini (ammessi per il vino biologico, e alcuni, per
il biodinamico).
Chi afferma di produrre vini naturali fa spesso appello al
concetto di vino del terroir come chiave per fare
vino nel rispetto dei cicli della natura e, soprattutto, per favorire
l'espressione e la tipicit? della zona (vitigno autoctono, terreno, clima,
tradizione).
Tuttavia, non esistendo una definizione giuridica di "vino
naturale", n?, tanto meno, una certificazione di prodotto o di processo, questa
tipologia di vino rimane controversa in quanto non ? dimostrabile, al
consumatore, che molte delle filosofie dichiarate siano effettivamente applicate
dal produttore stesso nella fase agronomica ed enologica (Es. l'utilizzo di
lieviti indigeni o il non utilizzo di prodotti di sintesi). Al contrario, nel
vino biologico, esistendo delle norme comunitarie di riferimento,
viene applicato un protocollo di controlli effettuati da un organismo di
certificazione terzo, accreditato e riconosciuto da
Accredia, al quale ogni singolo produttore si sottopone, tutelando quindi, la
veridicit? e l'aderenza al disciplinare di fronte al consumatore.
Inoltre, ad oggi, non esistono disciplinari legalmente
riconosciuti ed internazionalmente condivisi da seguire per produrre "vino
naturale". Esistono, invece, delle associazioni di produttori (quelle francesi
sono le pi? antiche e conosciute), anche nazionali, che riuniscono produttori di
vini naturali e che si propongono di rispettare delle regole interne
all'associazione.
Concludendo, "vino naturale" ? una definizione che pu? essere
fuorviante e che non basta ad indicare, da sola, la maggiore "naturalit?" del
prodotto rispetto alle altre categorie di vino (Es. vino convenzionale). La
definizione generica "vino naturale", infatti, non trova alcun riscontro nelle dichiarazioni
ambientali di prodotto o
nella normativa comunitaria Reg.
CE N?1169/11 riguardante
la fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.
In questa classificazione rientrano tutti quei vini che si sono
sottoposti ad un processo di verifica, effettuata da un ente terzo, atta ad
indicare che tutti i processi di produzione, agronomici ed enologici, siano
stati effettuati non utilizzando qualsiasi prodotto e/o attrezzatura di origine
animale.
Questi vini, solitamente, hanno un mercato specifico, ovvero di
tutti quei consumatori vegani che desiderano, quindi,
un prodotto in assenza totale di sfruttamento animale.
Di solito, le certificazioni per questo genere di prodotto hanno
come requisiti minimi:
?
il divieto di utilizzo di attrezzature di origine animale in
tutte le fasi del processo. (Es. aratura del fondo con buoi)
?
il divieto assoluto di usare, in fase di vinificazione, additivi
di origine animale (Es. albumina o caseina)
?
che tutti i materiali utilizzati non siano di origine animale
(Es. Packaging),
?
che venga apposto in etichetta un apposito adesivo (che varia a
seconda dell'ente certificatore), che sancisca le caratteristiche vegane del
vino.
Sebbene non esista una definizione normativa vera e propria di
vino vegano, le certificazioni appoggiano la loro validit? sul seguente elenco
(non esaustivo) di norme:
?
Reg.ti CE n?1829 e 1830 del 2003 in tema di alimenti e
tracciabilit? di OGM,
?
UNI EN ISO 22005:2008,
certificazione inerente la tracciabilit? della filiera produttiva,
?
Reg. CE n?1169/11 in
tema di comunicazione delle informazioni sugli alimenti ai consumatori.
?
Europen Vegetarian Union, 2015, per le definizioni di "vegetariano"
e "vegano",
in accordo con la normativa europea di cui al p