La
Cappella degli Scrovegni, capolavoro della pittura del Trecento italiano ed
europeo, ? considerato il ciclo pi? completo di affreschi realizzato dal grande
maestro toscano nella sua maturit?. Colore e luce, poesia e pathos. L'uomo e
Dio. Il senso della natura e della storia, il senso di umanit? e di fede fusi
assieme per narrare in un modo unico, irripetibile le storie della Madonna e di
Cristo.
Giotto
termina gli affreschi della Cappella entro i primi mesi del 1306. In questa
data "...la cappella
presenta un'architettura molto semplice: un'aula rettangolare con volta a
botte, un'elegante trifora gotica in facciata, alte e strette finestre sulla
parete sud, un'abside poligonale poi sopraelevata per la cella campanaria".
Il ciclo
pittorico della Cappella ? sviluppato in tre temi principali: gli episodi della
vita di Gioacchino e Anna (riquadri 1-6), gli episodi della vita di Maria
(riquadri 7-13) e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso
a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e
delle Virt?.
Per eventi corporate, aperture straordinarie e visite riservate
scrivere a eventi@cappelladegliscrovegni.it
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L?ampia ed immediata diffusione
del Cristianesimo nel padovano ? testimoniata dall?immenso patrimonio
architettonico-religioso costituito da chiese, cappelle, luoghi sacri,
monasteri ed abbazie, presenti su tutto il territorio.
Secondo
la tradizione, nel 304 presso Prato della Valle fu martirizzata di spada
Giustina, aristocratica romana: sul luogo della tomba nel 530 d.C. furono
eretti in suo onore una basilica ed un sacello. Ancora oggi la basilica
di s. Giustina rappresenta
una delle pi? antiche testimonianze di fede ed architettura cristiana nel
territorio padovano. Oltre alla cinquecentesca basilica vi si ammirano
l?antichissimo sacello del VI sec., una parte dell?antica basilica romanica
(XII-XIII sec.), il pozzo dei martiri. L?annesso monastero benedettino con
chiostri affrescati, comprende una ricca biblioteca e il centro per restauro
del libro antico.
Alle
cupole della basilica di S. Giustina fanno da contrappunto quelle, vicinissime,
della basilica di s. Antonio, conosciuta come la Basilica del Santo. Il grandioso santuario, meta
ogni anno di milioni di fedeli e visitatori da tutto il mondo, fu iniziato nel
1232, pochi mesi dopo la morte di S. Antonio, per custodirvi le spoglie del
Santo, e gi? nel 1310 svettava con cupole, minareti e cappelle radiali, in
seguito arricchite da splendide opere d?arte realizzate tra il XIII secolo e i
giorni nostri.
La
terza grande basilica della citt? ? la cinquecentesca Cattedrale
del Duomo, edificata su una basilica romanica del 1075, sorta a
sua volta sul sito di un?antichissima domus ecclesiae. Nell?annesso Battistero s?incontra lo splendido ciclo di
affreschi di Giusto de? Menabuoi. L?impatto con il grandioso Paradiso della
cupola ? mozzafiato: centinaia di santi disposti in cerchi concentrici attorno
alle figure di Cristo Pantocratore e della Madonna vegliano sul sottostante
fonte battesimale, collocato sul luogo dove un tempo si trovava il sarcofago di
Francesco il Vecchio da Carrara, Signore di Padova dal 1350 al 1388. Da non
perdere la visita al Museo Diocesano,
allestito nelle splendide sale del Palazzo Vescovile, espone preziose opere
d'arte e antichi manoscritti e nella visita include il grandioso salone dei
Vescovi e la suggestiva Cappella di S. Maria degli Angeli.
Un
altro santuario molto venerato si trova poco lontano da Prato della Valle: ? il Santuario
di s. Leopoldo Mandic, che conserva le spoglie e la
cella-confessionale dell?amato santo di origini dalmate. A nord della citt?,
infine, sorge il Santuario antoniano dell'Arcella,
dove s. Antonio mor? la sera del 13 giugno 1231.
Oltre
alle grandi basiliche, a Padova s?incontrano moltissime chiese, cappelle e
oratori, spesso situati al di fuori degli itinerari pi? battuti, ma ricchissimi
di storia e arte. Le opere di Andrea Mantegna nella chiesa
degli Eremitani, anche se in gran parte perduti con i
bombardamenti del 1944, racchiudono i segreti del rinascimento toscano.
L?appartata
chiesa di S. Maria del Carmine conserva un prezioso ciclo di
affreschi cinquecenteschi. La suggestiva piccola chiesa romanica di S.
Nicolo custodisce
opere di Jacopo Montagnana, Stefano dall?Arzere e Giandomenico Tiepolo. Si
respira una mistica atmosfera medievale nell?austera chiesa di s.
Sofia, uno dei pi? antichi edifici della citt?.
?
mimetizzata nell?ampio portico la chiesa di s. Francesco Grande che conserva una grande pala di Paolo
Veronese e affreschi cinquecenteschi e il bronzeo monumento Roccabonella, bella
opera scultorea quattrocentesca di Bartolomeo Bellano e Andrea Briosco. Nella
Scoletta della Carit?, che sorge di fronte alla chiesa di s. Francesco, ?
custodito un prezioso ciclo di affreschi raffigurante episodi della vita di
Maria realizzato nel Quattrocento da Dario Varotari.
Sono
capolavori pi? recenti la chiesa di s. Gaetano progettata da Vincenzo Scamozzi sul
finire del XVI secolo ricoperta di marmi e affreschi, e la chiesa di santa
Maria del Pianto, detta del Torresino per la torre merlata centrale. Pochi
sanno che il famoso musicista settecentesco Giuseppe Tartini, celebre per Il
trillo del diavolo, ? sepolto nella chiesa di s. Caterina.
VERONA
Grazie
a Cesare Verona ottenne, nel 49 a.C., la cittadinanza romana e, tramite la Lex Roscia, le venne attribuito
il rango di municipium e concesso un agro di ben 3.700 km?: il municipio pot? quindi fregiarsi del nome di Res publica Veronensium.[28]
Durante
il periodo repubblicano Verona si svilupp? e la sua economia
crebbe: in questo periodo la citt?, ormai spostata nell'ansa dell'Adige,
cominci? a ingrandirsi e ammodernarsi. Durante il periodo imperiale la
citt? divenne un nodo strategico ancora pi? importante, poich? fu utilizzata
come base temporanea per le legioni. Sotto l'imperatore Vespasiano la citt? raggiunse l'apice della
ricchezza e dello splendore: l'ultima grande opera, nel I secolo, fu l'Arena, costruita poich? la citt?, che aveva ormai
superato i 25.000 abitanti,[29] aveva
bisogno di un grande edificio per permettere a tutti gli abitanti di assistere
agli spettacoli.
Verona
si trov? poi investita anche dalle invasioni barbariche,
essendo il primo baluardo dell'Italia alle discese dal nord Europa. Per questo
l'imperatore Gallieno, nel 265, fece allargare le mura della citt?
fino a includervi l'Arena,
fortificandola in soli sette mesi.
Il Duomo di Verona, nato dalle ceneri di due
chiese paleocristiane crollate durante il terremoto del
1117, realizzato in stile romanico
Sotto Teodorico il Grande,
in Germania conosciuto come Dietrich
von Bern, cio? Teodorico di Verona,[30] Verona
divenne un centro militare di primaria importanza e fu la sede preferita del
re: Teodorico restitu? alla citt? il suo antico splendore e rialz? le mura
semidistrutte dalle precedenti incursioni barbariche. Successivamente i Longobardi interruppero
il breve dominio bizantino (ripristinato in seguito alla sconfitta degli Ostrogoti nella Guerra gotica)
sulla citt?, che fu capitale d'Italia[31] sino
al 571, quando la sede della corte longobarda fu spostata a Pavia.
Verona rimase comunque capitale di un importante ducato longobardo e una delle principali citt? della Langobardia Maior accanto a Milano, Cividale e Pavia.
A Verona il 15 maggio 589 fu celebrato il matrimonio tra Autari, re dei Longobardi, e la cattolica Teodolinda, figlia del Duca dei Bavari.
Il
dominio dei Longobardi su
Verona e gran parte dell'Italia dur? ancora per quasi due secoli, fino alla
calata dei Franchi. E proprio a Verona, nel 774, Carlo Magno venne
a capo dell'ultima resistenza dei Longobardi, guidata dal figlio di Desiderio, Adelchi: il
principe cerc? rifugio all'interno della citt?, prima di essere costretto alla
fuga, segnando la fine del Regno longobardo. Alla caduta dei Longobardi
corrispose la nascita dell'Impero carolingio con
l'incoronazione di Carlo Magno (800); questi assegn? al figlio Pipino la
parte longobarda dell'Impero. La citt? fu spesso meta degli imperatori carolingi, che vi soggiornarono anche per lunghi
periodi, e ospit? numerose diete.
Negli
anni successivi al 1000 l'Italia settentrionale fu sconvolta da numerose
guerre, ma Verona rimase sempre fedele agli imperatori del Sacro
Romano Impero durante
tutta la lunga lotta per le investiture con il Papato. La nascita del Comune si
ebbe nel 1136 con l'elezione dei primi consoli, mentre
andavano delineandosi due partiti che in seguito sarebbero state chiamati dei guelfi e
dei ghibellini. Verona fu in un primo tempo particolarmente
colpita dalla lotta tra queste due fazioni, anche perch? nel contado si
trovavano le maggiori forze del partito guelfo (con massimi esponenti i conti
di Sambonifacio), mentre la citt? era prevalentemente
ghibellina (tra i maggiori esponenti i Montecchi, resi famosi dal dramma Romeo e Giulietta di Shakespeare).[32]
Verona
fu anche sede papale per cinque anni. Papa Lucio III nel
1181 stabil? in citt? la Curia Pontificia e
alla sua morte, nel 1185, venne sepolto nel coro del Duomo. Nel Conclave che
si tenne a Verona nello stesso anno fu eletto Papa Urbano III. Urbano era risoluto a scomunicare l'imperatore Federico
Barbarossa ma i
veronesi, temendo ritorsioni da parte di Federico, protestarono contro un tale
procedimento preso all'interno delle loro mura al punto che Urbano, nel 1186,
decise di trasferirsi insieme alla Curia a Ferrara, dove mor? pochi mesi dopo.
Le
continue dispute tra le fazioni avverse vennero infine a cessare nel 1223,
quando Ezzelino III da Romano ottenne il potere su Verona.
All'inizio la reggenza ezzeliniana fu pacifica, ma, dopo voci insistenti di un
attacco guelfo, egli fece imprigionare numerosi esponenti guelfi della citt? e
riusc? ad ottenere il titolo di "vicario imperiale in Italia": da quel
momento inizi? un lungo periodo di battaglie e di saccheggi di citt? e castelli
guelfi, che cercavano di tenergli testa. Lo stesso imperatore Federico II, che
gli concesse il vicariato, cominci? a preoccuparsi della prepotenza di Ezzelino
III, ma questi continu? nell'opera di espansione territoriale, e perfino papa Alessandro IV promosse una crociata contro
Ezzelino, che infine venne catturato, e mor? poco dopo. Alla sua morte Verona
fu l'unica citt? sotto il suo dominio a non finire in mano ai guelfi.
Le arche scaligere, luogo in cui riposano alcuni
dei Signori di Verona
A
Verona infatti la fazione ghibellina mantenne il potere e, con Mastino I della Scala,
la citt? pass? in forma non traumatica da Comune a Signoria. Fu in
particolare con Cangrande I della Scala,
signore illuminato e rispettato, che la citt? riscopr? un nuovo periodo di
splendore e importanza, tanto che Dante dedic?
a lui l'intera cantica del Paradiso nella Divina Commedia. Il suo potere si estese su buona
parte dell'Italia settentrionale: divenne signore di Verona, Vicenza, Montagnana, Padova, Belluno, Feltre, Monselice, Bassano, Treviso, oltre che vicario imperiale di Mantova e
capo della fazione ghibellina in Italia.[33] La
Signoria Scaligera, ormai padrona di tutto il Veneto di terraferma, preoccupava
molto Venezia, per? la politica espansionistica di Verona verso est fu
interrotta dalla improvvisa morte di Cangrande a soli 38 anni, pochi giorni
dopo la conquista di Treviso, secondo la tradizione a causa di una congestione
presa bevendo da una fonte fredda in occasione della conquista di Treviso [34], mentre un'autopsia del 2004 ha
individuato nella salma pesanti tracce di veleno.[35] La
prematura e inaspettata morte di Cangrande della Scala lasci? la Signoria senza discendenti diretti e il potere
venne preso dal nipote Mastino II della Scala,
che, con l'acquisizione di Lucca, allarg? la signoria fino sul Mar Tirreno. Tale espansione territoriale preoccup?
gli stati confinanti e provoc? la formazione di una lega promossa dalla Repubblica di Venezia a cui aderirono Visconti, Carraresi, Estensi e Gonzaga, contro i quali l'esercito veronese combatt?
due grandi battaglie prima della resa definitiva.[36] La
Signoria scaligera sub?
quindi un ridimensionamento territoriale e venne indebolita da discordie fra le
famiglie influenti. Essa venne infine occupata dai Visconti. Il dominio visconteo fu rigido ma di breve
durata, finch?, approfittando della morte di Gian Galeazzo Visconti, Francesco II da Carrara,
con l'aiuto di fuoriusciti scaligeri tra cui Guglielmo della Scala,
entr? in citt? nella notte tra il 7 e l'8 aprile 1404. Pochi giorni dopo, il 17
aprile, Guglielmo della Scala mor? in circostanze non chiarite e Francesco II
da Carrara il 24 maggio 1404 si proclam? Signore di Verona.[37] Venezia approfitt? del malcontento dei
veronesi e dei disordini che continuavano dentro la citt?, cos? il suo
esercito, aiutato in parte anche dalla cittadinanza,[38] il
22 giugno 1405, riusc? a entrare in citt? e a chiudere la breve parentesi
Carrarese.
A
Verona, nel Medio Evo, ? presente una comunit? giudaica, da cui proviene, ad
esempio, il padre del rabbino Hillel ben Samuel, rabbino che muore a Forl? nel 1295.
Negli anni ottanta del trecento, invece, era attivo a Venezia, come prestatore, un certo Iacob da Verona.
Nel 1398,
infine, risulta operante, in Verona, un banco ebraico, dei soci Abramo del fu
Bonaventura di Consiglio da Forl? e di Elia di Leone, di Rimini[39].
L'assalto
di Castelvecchio durante la rivolta antifrancese delle Pasque Veronesi
Il
24 giugno 1405 vi fu la dedizione
di Verona a Venezia,[40] sotto
cui la citt? godette di un lungo periodo di pace che si perpetu? sino al 1501,
quando la Repubblica Veneta venne attaccata dalle potenze della lega di Cambrai. Conclusasi la guerra della Santa Alleanza,
ricominci? per Verona un nuovo periodo di pace che sarebbe finito non per la
guerra, ma per una malattia devastante: la peste,
portata in Italia nel 1630 da soldati tedeschi. La citt? era piena di corpi che
venivano bruciati o gettati nell'Adige per
mancanza di spazio. Per la citt? fu un vero disastro: basti pensare che nel
1626 erano stati censiti 53.333 abitanti, che si erano ridotti a 20.738 alla
fine del contagio:[41] mor?
dunque ben pi? della met? della popolazione. Il numero di abitanti torn? a un
livello simile solo alla fine del Settecento (nel 1793 erano 49.000).[42] Il
XVI secolo vide comunque un rifiorire dell'economia e la costruzione di chiese
e di palazzi importanti, di cui uno degli artefici pi? importanti fu
l'architetto Michele Sammicheli.
In questo periodo di rinascita artistica e culturale nacque anche la famosa
tecnica dei concerti di campane alla
veronese, oltre a decine di accademie che determinarono un fiorire
di attivit? culturali di dimensione europea.
Nel
maggio del 1796, durante la Campagna d'Italia, gli austriaci vennero sconfitti
in Piemonte dal
generale Napoleone Bonaparte,
e dovettero darsi a una precipitosa ritirata sino al Trentino, mentre Napoleone e le idee rivoluzionarie
francesi andavano a sconvolgere la tranquillit? dei veronesi: gli austriaci in
ritirata infatti occuparono Peschiera,
violando la neutralit? veneta, e Napoleone ne approfitt? per occupare a sua
volta Peschiera e per entrare successivamente a Verona.
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Lo
stesso argomento in dettaglio: Verona austriaca e Prima
industrializzazione di Verona. |
Le
officine ferroviarie veronesi presso la stazione
di Verona Porta Vescovo, fino al 1866 la pi? grande industria
nell'area veronese
Nel
1797 Napoleone, con il Trattato di Campoformio,
cedette la citt? agli austriaci, dopo che la stessa aveva tentato una
coraggiosa rivolta antifrancese, le Pasque Veronesi, durante la quale i veronesi
mostrarono il loro valore contrastando le incursioni di pattuglie francesi e
sopportando il cannoneggiamento della citt?, che non riusc? per? a resistere
all'assedio di 15.000 soldati. Alla fine le morti francesi ammontarono a 500
soldati,[43] i
feriti furono circa un migliaio, e i prigionieri 2.400 (di cui 500 soldati e
1.900 loro famigliari).[44] Dunque
dei 3.000 soldati francesi di guarnigione al momento della rivolta[45] circa
mille (tra morti e prigionieri) furono messi fuori combattimento. Col
successivo Trattato di Lun?ville Verona venne divisa in due lungo il
corso dell'Adige: la parte destra ai francesi, la sinistra (che i francesi
chiamarono dispregiativamente Veronette,
da cui il nome Veronetta[46]) agli austriaci, e cos? rimase fino al
1805 quando questi ultimi cedettero l'intero Veneto alla Francia. Con il Congresso di Vienna del 1815 Verona pass? stabilmente in
mano austriaca e lo rester? fino al 1866, diventando il vertice strategicamente
pi? importante del Quadrilatero,
area di maggiore importanza militare nella strategia asburgica, il quale doveva
fungere da cuscinetto contro gli assalti dei Piemontesi, che miravano alla conquista del Lombardo-Veneto austriaco.
La
storia di Verona italiana ebbe inizio il 16 ottobre 1866 con la conquista del Veneto da
parte dei Savoia a
seguito della terza
guerra di indipendenza: di qui in avanti la citt? pass? un periodo
di relativa tranquillit?, turbato per? da una crisi economica che dur? fin dopo
la seconda guerra mondiale e che ebbe come principale conseguenza l'emigrazione
di centinaia di migliaia di veronesi.[47] Nel
1882 Verona fu colpita da una tremenda
alluvione, e l'Adige allag? buona parte della citt?, cos?, negli
anni successivi, per proteggere la citt? da altre piene, vennero edificati i
cosiddetti muraglioni, e
la citt? dovette cos? rinunciare a uno dei suoi aspetti pi? caratteristici, di
"citt? che viveva sull'acqua".
Il
bombardamento aereo da parte alleata del luglio 1944
Durissima
fu la parentesi della seconda guerra mondiale,
durante la quale fu una delle citt? pi? colpite dai bombardamenti, con 11.627
vani completamente distrutti e 8.347 gravemente danneggiati.[48] Dopo
la caduta del fascismo Verona, sede di cinque ministeri e di importanti comandi
tedeschi, era infatti diventata centro nevralgico della Repubblica Sociale Italiana.[49] Il processo di Verona,
intentato contro Galeazzo Ciano e
altri gerarchi fascisti, accusati di aver tramato con Badoglio per
far arrestare Mussolini, decret? la loro esecuzione sommaria nel
poligono di forte Procolo, non lontano dalle rive dell'Adige.
L'origine
del toponimo Verona ? sconosciuta e nel tempo sono state formulate diverse
ipotesi sulla sua derivazione: esso potrebbe essere di origine veneta oppure
di origine gallica,
questa seconda ipotesi derivante dal fatto che il suffisso -ona ? presente in molti nomi gallici. La
teoria pi? interessante ? per? che il toponimo sia di origine etrusca in quanto vicino a Lamporecchio, in Toscana, esiste un luogo chiamato proprio Verona. Inoltre, nella stessa
regione, esistono due luoghi detti Verone e Verrone e, non molto distante da questi, un Verǫlla (gi? Verunula).
Questi toponimi sono tutti derivati da nomi di persona etruschi: ? quindi
possibile che pure la citt? scaligera abbia un nome di derivazione etrusca.[50]
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vedi Venezia (disambigua).
Venezia |
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Citt? di Venezia |
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Localizzazione |
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Amministrazione |
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Luigi Brugnaro ("Luigi
Brugnaro Sindaco", lista civica di Centrodestra) dal 15-6-2015 |
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Cartografia |
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Venezia |
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Venezia (IPA: [veˈnɛtʦja][7], pronuncia, Venesia in veneziano, [veˈnɛːsja][8]) ? un comune italiano di 262 246 abitanti, 363 468 in
tutta l'area urbana[5], capoluogo dell'omonima
citt? metropolitana e della
regione Veneto. ? il primo comune della regione per
popolazione e undicesimo in Italia[9] e primo in Veneto per superficie[10]. Il comune di Venezia comprende sia
territori insulari sia di terraferma ed ? articolato attorno ai due principali
centri di Venezia (al centro dell'omonima laguna) e di Mestre (nella terraferma).
La citt? di Venezia ? stata per pi? di un millennio capitale della Repubblica di Venezia ed ? conosciuta a questo riguardo come la Serenissima, la Dominante e la
Regina dell'Adriatico. Per le peculiarit? urbanistiche e per il suo patrimonio
artistico, Venezia[11] ? universalmente considerata una tra le pi?
belle citt? del mondo ed ? annoverata, assieme alla sua laguna, tra i siti
italiani patrimonio dell'umanit? dall'UNESCO[12]: questo fattore ha contribuito a
farne la terza citt? italiana (dopo Roma e Milano) con il pi? alto flusso turistico[13], in gran parte proveniente da fuori
Italia.
[nascondi]
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Lo stesso argomento in dettaglio: Venezia (regione). |
Il toponimo "Venezia" (e le sue antiche
varianti: Ven?dia,
Ven?tia, Ven?sia, Ven?xia, Vinegia) era utilizzato inizialmente
per indicare tutta la terra delle popolazioni venete preromane.
Venetia compare
cos? nella suddivisione amministrativa augustea dell'Italia (6 d.C) e, accanto all'antica Istria, faceva parte della X Regio. Il
toponimo continu? ad essere utilizzato sotto i Bizantini che chiamavano Venetik?, o Venetia maritima in latino, la fascia costiera da Chioggia a Grado[14]. Di conseguenza il nome ? passato
poi ad indicare il ducato di Venezia e solo pi? tardi la sua capitale: ? noto
infatti che il centro ? sorto in epoca tarda riunendo gli abitati sorti sulle
sue isole.
Una particolarit? del nome latino di Venezia ? che esso ? un plurale tantum, si declina cio? al plurale Venetiae e non Venetia; questo forse perch? la
citt? veniva concepita come l'unione di pi? centri sorti sulle diverse isolette
e poi fusisi insieme, o comunque costituita da una pluralit? di elementi[15]. Nei documenti antichi la regione
compariva, quindi, al singolare Venetia (Venetia et Histria, Venetia Maritima), ma
quando ci si riferiva alla citt? si ricorreva invece al plurale: Venetiarum
Civitas, Venetiarum ResPublica, Venetiarum Patriarcha.
Il territorio del comune di Venezia ? amministrativamente diviso
in sei municipalit? e si presenta nettamente diviso nelle due
realt? della Venezia insulare (centro storico e isole) e della terraferma.
Il centro storico di Venezia sorge in mezzo alla laguna omonima su un totale di centodiciotto isolette,
consolidate nei secoli grazie a palificazioni in legno[16], che ne hanno permesso
l'urbanizzazione. Alcune di queste isole sono raccolte in gruppi organici tra
di loro mentre altre risultano pi? disperse. Le 118 isolette sono separate da
canali navigabili e collegate tra loro da ponti ad uso esclusivamente pedonale.
L'estensione totale del centro storico, escluse le acque interne
e le isole maggiori, ? pari a 797,96 ettari, il che ne fa uno dei centri
storici pi? grandi d'Italia e d'Europa. Calcolando l'estensione dell'intera I
Municipalit?, includendo dunque le isole della Laguna quali Murano e Burano, la
superficie totale della Venezia insulare ammonta, escluse le acque interne, a
1688,91 ettari.
Veduta
di Venezia all'imbrunire
La parte storica della citt? viene tradizionalmente suddivisa in
sei sestieri: Dorsoduro, Santa
Croce, San Polo, San Marco, Cannaregio e Castello.
I sestieri della citt? antica si articolano intorno alla doppia ansa del Canal Grande, la via d'acqua principale da cui
si snoda una fitta rete di circa 158 canali minori.[17]
Nel secondo dopoguerra sono state edificate molte nuove zone
nell'isola di Venezia. Di nuova costruzione sono ad esempio il quartiere di Sacca Fisola, la nuova isola del Tronchetto (con 17 ettari di laguna interrati) e
l'area Saffa a Cannaregio.
Nella laguna attorno al centro storico si trovano numerose isole
edificate, alcune oggi disabitate. Tra le isole maggiori (che fanno parte
anch'esse del comune) si ricordano Murano e Burano, celebri rispettivamente per la
lavorazione del vetro e dei merletti, Torcello, Sant'Erasmo, Pellestrina e la lunga e sottile isola del Lido con i
suoi stabilimenti balneari.
Nella terraferma si trovano i due grossi centri di Mestre e Marghera, oltre ad altre frazioni minori. Tali
centri hanno avuto un grosso sviluppo dopo il secondo dopoguerra,
come sfogo per l'espansione edilizia di Venezia, che non disponeva di spazi
edificabili nella laguna circostante, ed hanno pertanto l'aspetto di citt?
moderne. Nella terraferma risiedono circa i due terzi della popolazione del
comune.
Per quanto riguarda il rischio sismico,
Venezia ? classificata nella zona 4, ovvero a sismicit? molto bassa.[18]
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Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Venezia San Niccol?, Stazione
meteorologica di Venezia Tessera e Stazione
meteorologica di Venezia Mestre. |
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Lo stesso argomento in dettaglio: Acqua alta. |
Acqua
alta a San Marco
Con il termine di acqua
alta sono
indicati nella laguna di Venezia picchi di marea particolarmente pronunciati, tali da
provocare allagamenti nell'area urbana. Il fenomeno ? frequente soprattutto nel
periodo compreso tra l'autunno e la primavera, quando l'alta marea arriva ad
allagare buona parte della citt? rendendo difficili gli spostamenti per calli e campi.
Il fenomeno dell'acqua alta ? generato dalla combinazione di due
fattori principali: l'alternarsi regolare delle maree unita ad una causa meteorologica composta
dalla combinazione di vento e pressione atmosferica sulla massa marina; l'alta marea da sola
non genera l'acqua alta: ? la sovrapposizione di questi fattori che,
combinandosi con la marea astronomica, porta il livello dell'acqua a
raggiungere quote superiori in modo meno prevedibile. Il rialzo dell'acqua
oltre il livello di marea ? un fenomeno normale in un bacino chiuso come il
mare Adriatico ed il vento che lo favorisce non ? tanto la bora, comune a Venezia, ma lo scirocco che agisce in senso longitudinale su tutta
la massa d'acqua dell'Adriatico[23]. L'escavo del Canale dei Petroli e l'approfondimento delle bocche di porto (che ha aumentato la sezione di scambio
d'acqua tra laguna e mare), hanno amplificato il fenomeno, che nel passato era
un evento straordinario per la citt?. Anche numerosi lavori di interramento (le
"casse di colmata")
di parti della laguna, per la realizzazione di zone industriali, hanno ridotto
l'invaso lagunare e quindi modificato il comportamento
delle maree.
Allo scopo di contrastare il fenomeno dell'acqua alta, dal 2003 ? in corso di realizzazione il progetto MOSE, che consiste in una
serie di barriere mobili costituite da un numero variabile di paratoie ancorate
sul fondo delle bocche di porto della laguna.
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Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Venezia. |
La laguna veneta si forma nell'800 a.C. circa da un precedente ambiente fluvio-palustre e si suppone che qui vi fossero
insediamenti umani sin dall'epoca preistorica vista la ricchezza di risorse che
favorivano caccia e pesca[24]. In et? pre-romana, vale a dire nel
periodo paleoveneto, la civilt? era ben radicata nella
zona con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti
marittimi e alle altre attivit? mercantili connesse. Snodo di intensi traffici
commerciali che collegavano l'Adriatico con il centro e nord Europa, in questo
periodo vengono a svilupparsi alcuni insediamenti, tra i quali spicca, ormai
con una fisionomia protourbana, il centro di Altino[25]. La venuta dei Romani non fa che
rafforzare questa situazione. Il sistema dei porti viene potenziato (a questo
periodo risale Chioggia), mentre l'entroterra viene
bonificato e centuriato,
cosa peraltro ancora visibile nell'attuale disposizione di strade e fossi[26]. La laguna divenne forse luogo di
villeggiatura per la nobilt?, come testimoniano alcuni ritrovamenti[26].
Secondo il Chronicon
Altinate (XI secolo) il primo insediamento a Venezia
sulla Riva
Alta (Rialto) risalirebbe al 25 marzo del 421 con la consacrazione della chiesa di
San Giacometo sulle
rive dell'attuale Canal Grande: studi recenti hanno per?
dimostrato che San Giacomo di Rialto ? assai pi? tarda, risalendo alla met? del XII secolo[27]. Gli abitanti della terraferma
cercarono rifugio nelle lagune a seguito delle varie ondate di invasioni barbariche che si succedettero dal V secolo, in particolare quella degli Unni (452) e dei Longobardi (568)[28]. Tuttavia Venezia si presentava
allora come un insieme di piccoli insediamenti ancora molto eterogeneo, mentre
maggiore importanza assumono alcuni centri limitrofi come Torcello, Ammiana, Metamauco. Parallelamente, si vengono a
trasferire in laguna le maggiori istituzioni religiose, come il Patriarca di Aquileia a Grado e il vescovo di Altino a Torcello.
Carta
politica della penisola italiana intorno al 1000:
in verde i possedimenti veneziani
Riuniti assieme con tutta l'Italia all'impero con la prammatica sanzione di Giustiniano del 554, il Triveneto ? nuovamente
travolto dalla calata dei Longobardi del 568. I bizantini perdono gran
parte della zona, mantenendo solamente la fascia costiera[29]. ? da questo momento che il termine Venetia, un tempo riferito a
tutto il Veneto, viene ad indicare solo la zona delle lagune.
Venezia viene eretta nel 697 a ducato dipendente dall'Esarcato di Ravenna,
con capitale prima ad Eracliana e quindi a Metamauco. A seguito della tentata invasione franca di Pipino (Carlomanno), nell'821 la pi? sicura Rialto diviene capitale del Ducato di Venezia,
assumendo nel tempo il nome stesso del territorio e dello Stato e diventando
definitivamente Venezia[30].
La vicinanza con l'Impero franco,
il rapporto privilegiato con l'oriente Bizantino e contemporaneamente la distanza da Costantinopoli ne fece uno dei principali porti di scambio
tra l'Occidente e l'Oriente, permettendo lo sviluppo di una classe mercantile
dinamica ed intraprendente che nel corso di quattro secoli circa trasform? la
citt? da remoto insediamento e avamposto imperiale a potenza padrona dei mari,
ormai totalmente indipendente.
? annoverata fra le Repubbliche marinare;
a ricordo di ci? il leone di San Marco, emblema della Serenissima, appare nelle insegne marine
della bandiera italiana unitamente
ai simboli di Genova, Pisa ed Amalfi.
Ritratto di Francesco Foscari. Con il doge Foscari la
Repubblica vide la maggiore espansione territoriale della sua storia e il
dogato pi? lungo.
Il capo del governo era il Doge (dal
latino dux), il
quale vide, col passare del tempo, il suo potere sempre pi? vincolato da nuovi
organi istituzionali. Molti Dogi, soprattutto prima dell'anno mille, si videro
costretti a prendere i voti perch? i cittadini li reputavano troppo bramosi di
potere: alcuni vennero anche uccisi o abbacinati.
All'apice della sua potenza, nel XIII secolo, Venezia dominava gran parte delle
coste dell'Adriatico, regioni quali la Dalmazia, l'Istria, molte delle isole dell'Egeo, Creta, Cipro, Corf?, ed era la pi? importante potenza
militare e tra le principali forze mercantili nel Medio oriente. Nel XV secolo il territorio della Repubblica si estendeva
dall'Adda all'Istria,
e da parte dell'attuale provincia di Belluno,
al polesine veneto. Ma la decadenza cominci? a farsi
sentire gi? nel XV secolo: eventi storici come l'accrescersi
della potenza Ottomana e lo spostamento dei commerci verso le Americhe, colpirono duramente la vocazione
marittima della citt? che fin? per volgere i suoi interessi economici verso
l'entroterra.
7
novembre 1866.
Il trionfale ingresso di Vittorio Emanuele II
Nel XVIII secolo Venezia fu tra le citt? pi? raffinate d'Europa, con una forte influenza sull'arte,
l'architettura e la letteratura del tempo, ma questo non era che un segno
del suo inesorabile tramonto. Dopo oltre 1000 anni d'indipendenza, il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin e il Maggior Consiglio vennero costretti da Napoleone ad abdicare, per proclamare il
"Governo Provvisorio della Municipalit? di Venezia". Durante il primo
decennio dalla perdita della sovranit? della Repubblica di Venezia, vennero
compiuti molti interventi sulla citt? come l'interramento del rio si Sant'Anna
che divenne via Garibaldi, le demolizioni per costituire i giardini di Castello,
la distruzione dei granai di Terranova per costruire i giardini del palazzo
Reale nelle Procuratie Nuove.[31]
Con il Trattato di
Campoformio tra
francesi ed austriaci, il 17 ottobre 1797 la "Municipalit? di Venezia"
cess? di esistere e furono ceduti all'Austria il Veneto, l'Istria, la Dalmazia
e le Bocche di Cattaro, che andarono a formare la
"Provincia veneta" dell'Impero austriaco. Tornata ai francesi colla pace di Presburgo del 26 dicembre 1805, fu poi di nuovo
austriaca sino all'Unit? d'Italia.
Nel 1848 la citt? partecip? attivamente ai moti
rivoluzionari e sotto l'iniziativa di Daniele Manin fu, sebbene per poco, indipendente con
l'istituzione della Repubblica di San
Marco. Dopo un anno di assedio da parte degli austriaci, la
Repubblica dovette arrendersi il 22 agosto 1849.
Nel 1866 entr? a far parte del Regno d'Italia e l'annessione fu sancita dal plebiscito del 21 e 22 ottobre 1866 che vide vincere
il s? con il 99,9% dei voti favorevoli dell'elettorato attivo.
Nel 1883 il comune di Malamocco, comprendente tutto il Lido di Venezia, fu soppresso ed incorporato a
Venezia.
La
proclamazione della Repubblica di San
Marco
Il 24 maggio 1915 l'Italia entr? nel primo conflitto
mondiale a
fianco delle potenze dell'Intesa. Con la ritirata di
Caporetto, nel disperato tentativo di difendere Venezia e la sua
preziosa base navale, l'esercito italiano si attest? sul Piave e respinse due offensive austro-ungariche
(una alla fine
dell'anno, la seconda nel giugno 1918.
Venezia venne quindi a trovarsi a ridosso del fronte In questo contesto subi
numerosi attacchi aerei da parte dell'Austria Ungheria, che causarono svariati
danni alla citt?.[32].
Nel 1917,
la zona di Bottenigo (il cui nome venne cambiato in Marghera) fu integrata nel
comune di Venezia, ed in essa cominciarono la costruzioni delle nuove
installazioni portuali di Porto Marghera.
Negli anni venti la citt? vide accrescere notevolmente il
suo territorio, grazie all'accorpamento dei comuni di Burano, Murano, Pellestrina (1923), Chirignago, Zelarino, Mestre e Favaro Veneto (1926).
L'annessione della terraferma in particolare, fu legata alla
nascita del polo industriale di Marghera, voluto dalle politiche economiche di
quegli anni. Venezia, per la propria conformazione urbana, si rivelava infatti
incapace, pur con la propria ampia disponibilit? di manodopera, di avere una
propria compiuta area industriale: l'espansione in terraferma divenne la
soluzione necessaria per dare nuovo sviluppo della citt? lagunare.
Nel 1933 venne costruito il ponte stradale fra Venezia e la terraferma,
affiancando ed integrando il ponte ferroviario che era stato costruito nel 1846.
Durante la seconda guerra
mondiale i
centri di Marghera e Mestre subirono pesanti bombardamenti aerei.
Il dopoguerra vede la grande espansione edilizia della
terraferma veneziana, che attrasse immigrati da tutto l'entroterra veneto e
dallo stesso centro storico. In parallelo a questa espansione si ? assistito
all'esodo dal centro storico della maggioranza della sua popolazione. In
conseguenza di questi fenomeni, oggi la terraferma veneziana ha il doppio degli
abitanti della Venezia insulare.
La crescita demografica di Mestre divenne vertiginosa a partire
dagli anni sessanta, quando alle politiche abitative
e del lavoro, che non favorivano i residenti lagunari, si sommarono i
disastrosi effetti dell'alluvione del 1966, che mostr? la
vulnerabilit? delle abitazioni ai piani bassi di Venezia. L'incredibile
rapidit? dello sviluppo fece s? che questo avvenisse in modo alquanto
disordinato e al di fuori di un piano regolatore (? il cosiddetto sacco di Mestre).
La sera dell'11 settembre 1970, il centro storico fu
colpito da una tromba d'aria di intensit? stimata F4 sulla scala Fujita, provocando gravi danni tra cui
l'affondamento di un motoscafo dell'ACNIL che caus? la morte di 21 persone.
A met? degli anni 70 ci fu un declino dei settori chimico,
industriale e cantieristico con un conseguente reimpiego, maggioritario, del
capitale umano e economico nel settore del turismo.[33]
La crisi dell'industria chimica tra la fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, assieme al generale
ridimensionamento delle grandi citt? del nord Italia, hanno fatto s? che a
Mestre e nei sobborghi limitrofi si registrasse un sensibile calo di residenti.
(DE) ? Alles,
was mich umgibt, ist w?rdig, ein gro?es respektables Werk versammelter
Menschenkraft, ein herrliches Monument, nicht eines Gebieters, sondern eines
Volks. ? |
(IT) ? Tutto ci? che mi circonda ? pieno
di nobilt?, ? l'opera grandiosa e veneranda di forze umane riunite, ? un
monumento maestoso non di un solo principe, ma di tutto un popolo. ? |
Da in
alto a sinistra in senso orario: il Palazzo Ducale,
il Ponte di Rialto, la Basilica di San Marco,
la basilica
di Santa Maria della Salute
I monumenti del comune di Venezia si trovano quasi totalmente
nel centro storico e nelle isole della laguna, essendo la parte di terraferma
praticamente priva di luoghi d'interesse.
Il luogo pi? celebre della citt? ? Piazza San Marco,
l'unica nel centro storico ad essere caratterizzata dal toponimo "piazza": le altre piazze sono chiamate
infatti "campi" o
"campielli". La Basilica di San Marco ? situata al centro della piazza, colorata
d'oro e rivestita da mosaici che raccontano la storia di Venezia, assieme ai bassorilievi che
raffigurano i mesi dell'anno. Sopra la porta principale, i quattro cavalli
bronzei provenienti dal palazzo imperiale di Costantinopoli[34], che furono trasportati a Venezia
in seguito alla quarta Crociata del 1204 su ordine del doge Dandolo (comandante
della crociata). La pianta a croce greca ? sovrastata da cinque grandi cupole. La fabbrica attuale ? la terza
Basilica dedicata a San Marco che sorge in questo luogo: le prime due
andarono distrutte. Questa versione fu ispirata dalla chiesa
dei Santi Apostoli di
Costantinopoli (distrutta dai musulmani pochi anni dopo la conquista del 1453), di cui ? una sorta di
replica in scala ridotta. L'interno ? rivestito di mosaici a fondo oro che raffigurano passi biblici e
allegorici. Inizialmente, era la cappella dei Dogi della Repubblica di Venezia.
Il Palazzo Ducale sorge a fianco della Basilica: a unirli, la Porta della Carta, opera
di Bartolomeo Bono, che oggi ? l'uscita del museo
di Palazzo Ducale. L'ingresso principale ? sul lato che guarda alla laguna.
Sede del governo della Serenissima, ? stato costruito nel XV secolo con marmi d'Istria. Qui sorgeva un
castello, poi dato alle fiamme per far uscire Pietro IV Candiano che vi aveva trovato rifugio durante una
sommossa. Ora il Palazzo ? un museo, con opere dei migliori artisti veneziani:
la Biblioteca
Sansoviniana, che si trova al suo interno, ospita delle mostre
temporanee. Da vedere la Sala del Maggior
Consiglio, che per secoli fu la pi? grande sede di governo del
mondo, il Ponte dei Sospiri, le carceri e i Piombi.
Le torri
dell'Arsenale
Di fronte al Palazzo Ducale sorge il campanile di San
Marco: costruito nel 1173 come faro per i naviganti, fu restaurato da
Bartolomeo Bon nel XV secolo. Croll? il 14 luglio 1902 e venne interamente ricostruito. La
loggetta in marmo rosso di Verona ? un'opera di Jacopo Sansovino, e su di essa
si trovano i bassorilievi che raffigurano allegorie con le imprese della
Repubblica del Leone.
Altri importanti monumenti veneziani sono l'Arsenale, la basilica
di Santa Maria della Salute, la basilica di Santa Maria
gloriosa dei Frari, le sinagoghe del Ghetto.
Venezia ? celebre anche per i suoi caff? storici.
Importato dall'Impero ottomano intorno al 1615, a partire dal 1683 si diffusero moltissime caffetterie in
tutta la citt?. Il 29 dicembre 1720 fu aperto il celebre Caff? Florian, ancor oggi attivo in Piazza San
Marco, sotto le Procuratie Nuove, nel
1775 fu la volta invece dell'altrettanto celebre Caff? Quadri.
A Venezia ha inoltre sede il ricercato museo Peggy
Guggenheim, dove si trovano grandi opere di artisti tra i quali
Ernst, Modigliani, Picasso, Mir?, Pollock e Kandinsky. Nella laguna importanti
mete turistiche sono le isole di Murano, Burano e Torcello. L'isola del Lido ?
invece una rinomata localit? balneare, nonch? sede del celebre festival del
Cinema di Venezia.
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Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Venezia. |
La
Basilica Patriarcale di San Marco e il Campanile nell'omonima Piazza
Sono innumerevoli le chiese degne di nota che si possono trovare
nella citt? lagunare, sia per i propri pregi architettonici che per i tesori
artistici ivi contenuti[35]. Tra le pi? importanti si pu?
annoverare la Basilica
di Santa Maria della Salute a
pianta ottagonale, con la sua imponente cupola che spicca all'incile del Canal Grande e la celebre e maestosa Basilica di San Marco, cattedrale della citt? e sede del Patriarca e del Patriarcato di
Venezia, situata nell'omonima piazza, di fianco al Palazzo Ducale.
Tra gli altri importanti edifici religiosi, abbiamo: la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, la Chiesa
di Santa Maria dei Miracoli, la Chiesa
di San Francesco della Vigna, la Chiesa di San
Zaccaria, la Basilica
dei Santi Giovanni e Paolo, la Chiesa del Redentore,
quest'ultima realizzata presso l'isola della Giudecca su progetto di Andrea Palladio, e la Basilica
di San Pietro di Castello che
annovera due cappelle ad opera del Veronese.
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Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzi di Venezia. |
Venezia ? ricca di palazzi signorili, affacciati su campi, calli, rii
e canali, antiche residenze delle pi? ricche famiglie veneziane dell'epoca
d'oro della citt?.
A parte le scuole e gli edifici istituzionali come ad esempio Palazzo Ducale,
quasi tutti i palazzi sono identificati con il nome della famiglia che li ha
fondati o che pi? vi ha lasciato il proprio segno. Tra i pi? famosi Palazzo Fortuny, in stile gotico donato alla
citt? di Venezia dalla vedova dell'artista spagnolo Mariano Fortuny, Palazzo Grassi, opera di Giorgio Massari, Palazzo
Mocenigo dalla
facciata di impronta rinascimentale, Palazzo Grimani[36], di propriet? demaniale e sede
della Corte d'Appello e Palazzo
Loredan in
stile gotico. Spesso nel nome vengono citate due o pi? famiglie come ad esempio Palazzo
Cavalli-Franchetti, o Palazzo
Gritti-Badoer, oppure ? specificato il ramo della famiglia (es. Palazzo
Morosini del Pestrin).
Casin? di Venezia
Palazzo
Balbi affacciato sul Canal Grande
Molte residenze private mantengono invece la tradizionale
denominazione Ca', che
indicava il nome della casata e dell'edificio: ad esempio Ca' Foscari,
sede dell'omonima Universit? cittadina, Ca' Corner, progettata nel XVI secolo da Jacopo Sansovino, Ca' Rezzonico, nel sestiere di Dorsoduro e opera del Longhena, Palazzo Balbi,
sede del Presidente e della Giunta Regionale della Regione del Veneto, Ca' Pesaro, Ca' Tron, Ca' Vendramin Calergi[37] e Ca' Dario, tristemente nota per il tragico
destino di alcuni dei suoi proprietari.
Pi? recente l'uso dell'italiano Casa (es. Casa Venier). Alcuni edifici di non grandi
dimensioni vengono spesso indicati come Palazzetto (es. Palazzetto Stern).
A Venezia, vista la sua antica vocazione commerciale, sono
inoltre presenti i fondachi, antichi edifici di origine
medioevale adibiti a magazzino e a ricovero per i mercanti stranieri. Lungo il
Canal Grande sono visibili il fondaco dei Tedeschi[38], il fondaco dei Turchi ed il fondaco del Megio[39].
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Lo stesso argomento in dettaglio: Lista dei
ponti di Venezia. |
Per la sua conformazione, Venezia, dispone di 435 ponti tra pubblici e privati che collegano le 118
isolette su cui ? edificata, attraversando 176 canali[40]. La maggior parte di essi sono
costruiti in pietra,
altri materiali comuni sono il legno e il ferro.
Il pi? lungo ? il ponte della Libert? che attraversa la laguna veneta, collegando
la citt? con la terraferma e permettendo cos? il traffico veicolare. Il
progetto ? del 1931,
ad opera dell'ingegnere Eugenio Miozzi, mentre la sua inaugurazione si
? avuta nel 1933,
con il nome di Ponte Littorio.
Il ponte
di Rialto
Il principale canale che taglia la citt?, il Canal Grande, ?
attraversato da quattro ponti: il ponte di Rialto ? il pi? antico (edificato intorno al XVI secolo); il ponte dell'Accademia;
il ponte degli Scalzi,
questi ultimi costruiti sotto la dominazione asburgica e ricostruiti nel XX secolo, e infine il ponte della
Costituzione, posto in opera nel 2008 su progetto dell'architetto Santiago Calatrava.
Un altro simbolo della citt? ? il ponte di Rialto: opera di Antonio Da
Ponte, sorse nel 1591.
Costituiva l'unico modo di attraversare il Canal Grande a piedi: infatti, rimase l'unico ponte fino
al 1854,
quando fu costruito il ponte dell'Accademia (a cui si aggiunsero in seguito il ponte degli Scalzi e il ponte della
Costituzione). Sui lati del corpo centrale si trovano negozi di
lusso mentre, alla fine del ponte, nel sestiere di San Polo,
la pittoresca pescheria e la chiesa di San Giacomo di Rialto.
Uno dei ponti pi? celebri di Venezia ?, inoltre, il ponte dei
Sospiri. Realizzato in pietra d'Istria nel XVII secolo su progetto dell'architetto Antonio Contin, collega il Palazzo Ducale con
le Prigioni Nuove.
Abitanti censiti[41]
Per una corretta lettura dei dati, ? da segnalare che il 2
aprile 1999, dopo un voto referendario, ? stato istituito il Comune di Cavallino-Treporti mediante lo scorporo del litorale a
nord-est del centro storico. Pertanto a partire da quella data gli abitanti di
Cavallino-Treporti (11 824 nel 2001) non rientrano pi? nel computo di
quelli del Comune di Venezia.
L'et? media della popolazione del comune si attesta a 47,18 anni
di et? (centro storico 49,02; isole 48,01; terraferma 46,41; dati 2007). L'et?
media dei residenti, negli ultimi vent'anni ? aumentata proporzionalmente in
tutte le zone del comune, fenomeno che interessa sin dagli anni novanta un po' tutte le citt? italiane[42].
A conferma del costante invecchiamento della popolazione, nel
2009 si sono contati 2 118 nati vivi e 3 284 morti, per un saldo
naturale di −1 166 unit?. Mediamente, si hanno 2,1 componenti per
famiglia[43].
Dal 1951 il centro storico di Venezia ha perso circa
il 70% della popolazione, assestandosi sui 58 606 abitanti rilevati al
30/06/2012. Sempre nel 1951, la proporzione tra centro storico, estuario e
terraferma era di 55:14:21, nel 2006 di 23:11:66[42].
Gli stranieri residenti nel comune sono 33 783, ovvero il
12,8% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi pi? consistenti[44]:
1.
Bangladesh, 5 386
2.
Moldavia, 4 836
3.
Romania, 4 718
4.
Cina, 2 803
5.
Ucraina, 2 444
6.
Albania, 1 591
7.
Macedonia,
1 472
8.
Filippine, 1 406
9.
Sri Lanka, 645
10. Kosovo, 639
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Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto veneziano e Lingua veneta. |
Toponomastica
dialettale
Nel comune di Venezia, oltre naturalmente all'italiano che ? compreso e usato dalla totalit? dei
residenti, ? parlata una notevole variet? di dialetti della lingua veneta, soprattutto a causa delle
notevoli diversit? geografiche del territorio, suddiviso tra centro storico,
estuario e terraferma.
Sostanzialmente, si pu? dire che il dialetto veneziano,
pi? propriamente veneziano lagunare,
? parlato in tutta l'area della Laguna Veneta, centro storico compreso, ma pu?
mostrare notevoli differenze tra isola e isola; spicca tra tutte Pellestrina,
dove permane un idioma affine al chioggiotto. Nell'entroterra si parla per lo
pi? un dialetto molto simile a quello cittadino ma con influenze dei dialetti
delle vicine province di Padova e di Treviso.
Questa differenziazione ovviamente non ? cos? marcata, almeno
non come un tempo. Il veneziano ? ben presente anche in terraferma a causa
dello spopolamento del centro storico a favore di Mestre e dei sobborghi
limitrofi e spesso qui si possono ravvisare degli "ibridi" tra le
varie parlate.
Per antica tradizione, la diocesi di Venezia ? oggi l'unica in Italia a titolare patriarca il proprio vescovo cattolico. Il patriarca di Venezia ? il metropolita della provincia
ecclesiastica che
comprende tutte le diocesi del Patriarcato di
Venezia pi? la diocesi di
Concordia-Pordenone.
L'isola di San Lazzaro degli
Armeni ospita
dal 1717 l'Ordine mechitarista,
una delle pi? importanti istituzioni di cultura armena nel mondo.
Dal 1991 Venezia ? sede dell'Arcidiocesi
ortodossa d'Italia, sottoposta al Patriarcato
ecumenico di Costantinopoli[45]. Suo centro ? la Chiesa di
San Giorgio dei Greci, nel sestiere di
Castello.
Per quanto riguarda le religioni cristiane riformate, in citt? sono
presenti gli edifici di culto della pi? antica comunit? luterana italiana (nel sestiere di Cannaregio), e della Chiesa evangelica
valdese, nel sestiere di Castello. Nei pressi delle Gallerie
dell'Accademia si trova infine la chiesa anglicana di Saint George.
L'area del Ghetto ? il fulcro della Comunit?
ebraica di Venezia che
conta circa 500 appartenenti.
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Venezia e la sua laguna |
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Tipo |
|
Criterio |
(i)(ii)(iii)(iv)(v)(vi) |
Pericolo |
Non in pericolo |
Riconosciuto dal |
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Scheda UNESCO |
Il Palazzo della Zecca, sede della Biblioteca
nazionale Marciana
La maggiore biblioteca della citt?, e una delle maggiori
italiane, ? la Biblioteca
nazionale Marciana. Essa si trova in piazza San Marco, dispone di
circa 1 000 000 di volumi, specializzata in filologia classica e storia di Venezia, possiede una delle pi?
pregiate raccolte di manoscritti greci, latini ed orientali del mondo.[48] Il palazzo che la ospita ? opera
dell'architetto Jacopo Sansovino. La Marciana fu istituita
ufficialmente nel 1560,
anche se gi? nel XIV secolo Francesco Petrarca ebbe l'idea di realizzare una biblioteca
pubblica in questa citt?. Nel Novecento, a causa degli esigui spazi e della
crescita del patrimonio letterario, la biblioteca si spost? dalla storica sede,
oggi musealizzata, all'ex-Zecca della Repubblica
di Venezia.[49]
Presso l'ex-convento dei Frari,
? presente l'Archivio di
Stato di Venezia che,
con i suoi 70 km di scaffali, ospita la documentazione prodotta in mille
anni dalla Repubblica di Venezia, dalla nascita al XX secolo. Il suo patrimonio ? composto da una
ricchissima collezione di pergamene, carte e disegni, conservati nelle
centinaia di stanze (le antiche celle dei frati) poste attorno ai chiostri, che testimoniano non solo la storia
della Serenissima, ma anche di tutto il mondo che intratteneva con essa
relazioni diplomatiche e commerciali. Istituito nel 1815, dal 1866 vi affluiscono anche gli archivi prodotti
dagli uffici dello Stato italiano situati a Venezia.[50]
L'ex-convento
di Santa Maria
Gloriosa dei Frari, sede dell'Archivio di
Stato di Venezia
La biblioteca della Fondazione
Querini Stampalia, in campo santa Maria
Formosa con
sede nel Palazzo Querini
Stampalia, raccoglie materiale di carattere prevalentemente
scientifico e naturalistico, assolvendo il ruolo di biblioteca civica della
citt? grazie alla disponibilit? di circa 350.000 volumi.[51] La biblioteca fu voluta nel 1868 dal N.H. Giovanni Querini
Stampalia, che moriva l'anno successivo senza eredi diretti. Sub?
un'importanti opere di restauro da parte dell'architetto Carlo Scarpa tra 1959 e 1963 e pi? recentemente da parte di Mario Botta.[52]
La Fondazione Giorgio
Cini gestisce
una biblioteca sull'Isola di San
Giorgio Maggiore, negli ambienti dell'ex monastero benedettino,
recentemente restaurata da Michele De Lucchi, che si occupa di storia di
Venezia, letteratura, musica, teatro e melodramma, ma ? specializzata
soprattutto in storia dell'arte, cui ? dedicato un nucleo di oltre 150.000
volumi e circa 800 testate di periodici, di cui 200 correnti.[53]
Importanti fondi specialistici sono inoltre quelli delle
biblioteche universitarie di Ca' Foscari (con oltre 830.000 volumi), dello IUAV,
dell'Accademia
di Belle Arti (circa
16.000 volumi)[54] e del Conservatorio
Benedetto Marcello (oltre
50.000 volumi).[55]
La comunit? ebraica veneziana gestisce la biblioteca-archivio
"Renato Maestro", sita nel Ghetto. Istituita ufficialmente nel 1981, offre oggi circa 12.000
titoli e un "Catalogo Libri ebraici Antichi" che conta 2.500 volumi
(secoli XVI-XIX).[56]
Alcuni musei civici gestiscono anche biblioteche specialistiche
dedicate: il Museo Correr,[57] Palazzo
Mocenigo (con
circa 6.000 volumi e 13.000 figurini di moda),[58] Ca' Pesaro (con oltre 11.000 volumi)[59] e la Casa di Carlo Goldoni (con oltre
30.000 volumi).[60]
Per quanto riguarda le biblioteche civiche, la "Rete
Biblioteche Venezia" raggruppa ventuno biblioteche di pubblica lettura e
specialistiche, delle quali sette si trovano nel centro storico, quattro nelle
isole e dieci in terraferma. Come biblioteca centrale, a partire dal 1980, ? stata designata la Biblioteca
Civica di Mestre VEZ, istituita nel 1952, che conta circa 100.000
volumi e 280 testate di periodici in una superficie totale di 2 015 m?.[61]
Delle varie scuole secondarie di Venezia, vanno ricordati alcuni
istituti storici, come i licei classici "Foscarini", fondato nel 1807 con decreto di Eugenio di
Beauharnais, vicer? d'Italia e "Marco Polo",
istituito nel 1812.
Tra i licei situati a Mestre, si pu? citare il liceo
classico Raimondo Franchetti.
A queste si pu? aggiungere la nota Scuola
Navale "Morosini", che continua l'antico Collegio dei giovani nobili,
fondata il 2 ottobre del 1961 e con sede presso l'isola di Sant'Elena.[62]
Venezia ? un'importante sede universitaria italiana, infatti possiede pi? di
un'universit?. La pi? celebre ? l'Universit?
Ca' Foscari, che offre i corsi di laurea in economia e commercio,
lingue e letterature straniere, lettere e filosofia,
e scienze naturali. Nata nel 1868 come prima Business School d'Italia e seconda in Europa, dopo quella
di Anversa[63], ha la sede principale presso Ca' Foscari, palazzo gotico affacciato sul Canal Grande.
Per gli studi di architettura, moda, design e urbanistica, ? presente l'Universit? IUAV,
istituita nel 1926,
come seconda scuola di architettura in Italia, dopo quella di Roma, per iniziativa di Giovanni Bordiga, allora presidente dell'Accademia
di Belle Arti di Venezia.[64]
L'Accademia
di Belle Arti nasce
il 24 settembre 1750 per volont? del Senato veneto come
"Veneta academia di pittura, scultura e architettura", con Gianbattista
Piazzetta quale
primo presidente. Fra gli artisti che vi insegnarono si ricordano: Tiepolo, Hayez, Ettore Tito, Alberto Viani, Carlo Scarpa ed Emilio Vedova. La sede principale dell'ateneo
? oggi ospitata nell'ex-Ospedale
degli Incurabili, presso la fondamenta delle
Zattere.[65]
Sempre a Venezia, fin dal 1876 ? presente il Conservatorio
Benedetto Marcello, ospitato a Palazzo
Pisani.
Il
Monastero a San Servolo,
attuale sede della Venice
International University
Nel 1995 ? stata fondata la Venice
International University, consorzio internazionale di
formazione e ricerca, a cui partecipano tra gli altri l'Universit?
Ca' Foscari, lo IUAV,
l'Universit?
Ludwig Maximilian di Monaco e l'Universit?
Autonoma di Barcellona. La sede dell'istituzione si trova nell'isola di San Servolo,
in un edificio che un tempo ospitava un monastero.[66]
Venezia ? inoltre l'unica citt? italiana sede di una Facolt? di
Diritto Canonico, la "San Pio X",
eretta dalla Congregazione
per l'Educazione Cattolica nel 2008 all'interno dello Studium Generale
Marcianum. Voluta dall'allora cardinale Patriarca Angelo Scola, la facolt? ha sede nel
restaurato palazzo del Seminario patriarcale, adiacente alla Basilica
della Salute. Fa parte del polo pedagogico accademico dello Studium
Generale Marcianum anche l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "San Lorenzo Giustiniani",
eretto nel 2006,
e parte della Facolt?
Teologica del Triveneto.[67]
A Mestre si trovano la sede del corso di laurea in
infermieristica dell'Universit? di Padova,
il Laboratorio di Scienza delle costruzioni dello IUAV e il Campus Scientifico
di Ca' Foscari.
?
L'Istituto
Veneto di Scienze, Lettere ed Arti ? un'accademia italiana. L'Istituto "ha per fine
l'incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere ed
arti". A questo scopo oltre alla ordinaria attivit? accademica, promuove
periodicamente manifestazioni di carattere scientifico e umanistico, incontri
di studio, convegni, seminari, scuole internazionali di specializzazione e
organizzazione di mostre d'arte.
?
L'Ateneo Veneto ? un'istituzione che ha per scopo la
collaborazione alla divulgazione delle scienze, delle lettere, delle arti e
della cultura, in ogni loro manifestazione. Le attivit? promosse dall'Ateneo
Veneto coinvolgono: storia, storia dell'arte e dell'oreficeria, musica,
medicina, cinema, teatro, economia, architettura e letteratura, coinvolgendo
tutte le categorie del sapere. Esse si svolgono in giornate dedicate alle varie
attivit? nel corso dell'anno. Tutte le attivit? promosse dall'istituto sono a
ingresso libero e a titolo gratuito.
?
La Fondazione Giorgio
Cini ? un'ONLUS istituita
dal conte Vittorio Cini. Lo scopo ? quello di promuovere
il ripristino del complesso monumentale dell'isola di San
Giorgio Maggiore e di
favorire lo sviluppo nel territorio di di istituzioni educative, sociali,
culturali ed artistiche, in collaborazione con quelle gi? esistenti. La
Fondazione oltre alle proprie attivit? di ricerca, mostre e convegni,
spettacoli e concerti, accoglie congressi e convegni di organizzazioni
scientifiche e culturali ed ospita iniziative di assoluta importanza nel campo
dei rapporti internazionali.
?
La Biennale di Venezia ? una societ? di cultura nata nel 1895
con l'organizzazione della prima Esposizione
Biennale d'Arte del
mondo, al fine di stimolare l'attivit? artistica e il mercato dell'arte nella citt? di Venezia, ha tuttora il
fine di promuovere le nuove tendenze artistiche ed organizza manifestazioni
internazionali nelle arti contemporanee.
Peggy
Guggenheim Collection
C?
Rezzonico, museo dell'700 Veneziano
|
Lo stesso argomento in dettaglio: Musei di Venezia. |
Il quotidiano storico di Venezia ? Il Gazzettino nella sua edizione locale dedicata alla
citt?. Fondato nel 1887 da Gianpietro Talamini, la redazione del
giornale ha avuto sede fino al 1977 presso Ca' Faccanon a Venezia per poi
trasferirsi in Via Torino a Mestre dove si trova tuttora. A partire dal 2002 anche Mestre ha il suo quotidiano, Il Mestre[68]. Sempre nel 2002, iniziano le
pubblicazioni dell'edizione di Venezia-Mestre del Corriere del Veneto che ha origine dalla redazione del Corriere della Sera.[69]Nel 1984 ? nato un giornale dedicato alla citt? e provincia, la Nuova Venezia facente parte del Gruppo
Editoriale L'Espresso[70]. A Mestre, inoltre, ha sede l'emittente televisiva Televenezia, nata nel 1978, di stampo generalista,
trasmette in gran parte del Veneto e dell'Emilia-Romagna[71].
L'emittente radiofonica di Venezia ? Radio Venezia, che
trasmette in FM 92,400 - 103,500 MHz[72]. A partire dal 3 luglio 2009 il comune di Venezia ? stato gradualmente
coperto dal Wi-Fi,
garantendo ai residenti una connessione gratuita[73][74].
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Lo stesso argomento in dettaglio: Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e Film girati a
Venezia. |
Il
simbolo del Leone d'Oro della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia
Grazie alle sue caratteristiche ambientali e al suo passato
storico, la citt? di Venezia ? stata impiegata come sfondo per numerose
pellicole cinematografiche.
Nel cinema italiano, Venezia ? stata
l'ambientazione per le vicende narrate in Venezia, la luna e tu (1958) di Dino Risi, Anonimo veneziano di Enrico Maria Salerno (1970), Dimenticare Venezia di Franco Brusati (1979).
La citt? ? stata lo sfondo per raccontare, a met? tra storia e
romanzo, le vite di personaggi come Giordano Bruno di Giuliano Montaldo (1973) e del Casanova diretto da Lasse Hallstr?m ed interpretato da Heath Ledger (2005).
La citt? ? stata teatro delle opere shakespeariane dell'Otello diretto da Orson Welles (1952) e del Mercante
di Venezia di Michael Radford e con protagonista Al Pacino (2004); Venezia ? stata inoltre l'ovvia
scelta per lo sfondo della trasposizione del romanzo di Thomas Mann Morte a Venezia,
diretto da Luchino Visconti (1971), ed ? una delle ambientazioni per La
leggenda degli uomini straordinari di Stephen Norrington (2003), adattamento dell'omonimo
fumetto di Alan Moore.
Hollywood ha scelto la citt? come teatro per sequenze
in film di genere tra il thriller e l'azione, a partire da Nikita (1990) di Luc Besson e passando per The Italian Job (2003) di F. Gary Gray con Mark Wahlberg e The Tourist (2010), diretto da Florian
Henckel von Donnersmarck ed
interpretato da Angelina Jolie e Johnny Depp. Il campione d'incassi Indiana
Jones e l'ultima crociata di Steven Spielberg (1989) ha numerose scene ambientate nella
citt?, cos? come il personaggio di James Bond ? transitato a Venezia per i film Agente
007 - Dalla Russia con amore di Terence Young (1963), Agente
007 - Moonraker - Operazione spazio di Lewis Gilbert (1979) e Agente 007 -
Casin? Royale di Martin Campbell (2006).
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Lo stesso argomento in dettaglio: Pittura veneta e Rinascimento
veneziano. |
Da in
alto a sinistra in senso orario: Tiziano, Tintoretto, Bellini, Giorgione
La storia artistica veneziana si ? sviluppata nei secoli in modo
singolare e anacronistico, rispetto al resto dell'Europa, seguendo un percorso
di originalit? e di lenta elaborazione degli influssi esterni. Nata come citt? bizantina, Venezia ? stata a lungo
condizionata artisticamente dai suoi rapporti con il modo arabo.[75]
Se il precursore della pittura veneta ? stato certamente Paolo Veneziano (1300-1365), a cui va attribuito il ruolo
di mediatore tra il gusto bizantino e le nuove influenze di Giotto, il pittore Giovanni Bellini (1433-1516) fu l'anello di congiunzione tra
il Rinascimento italiano e gli sviluppi della pittura lagunare.
Oltre a Bellini, tra i massimi esponenti della scena artistica veneziana del XV-XVI secolo si ricordano Giorgione (1478 circa-1510), Tiziano Vecellio (1488 circa-1576) e il Tintoretto (1518-1594). Ancora Palma il Vecchio (1480-1528) esaltato dal Vasari, il ritrattista Lorenzo Lotto (1480?1556) o il manierista Paolo Veronese (1528?1588) ed ancora Sebastiano del Piombo (1485-1547), amico e collaboratore di Michelangelo.[76]
Nel XVIII secolo, Venezia ? uno dei centri
culturali e artistici pi? importanti al mondo. Ai pittori veneziani di questo
periodo vengono commissionati moltissimi lavori, che vanno dalla pittura sacra
per le chiese alla decorazione dei numerosi e sontuosi palazzi che sorgono in
citt?. Tra di loro troviamo il Canaletto, al secolo Giovanni Antonio Canal
(1697?1768), autore di vedute della citt?, Giovanni Battista
Pittoni (1687-1767)
e Giovanni Battista
Tiepolo (1696-1770)
che dipinge in Italia ed in Europa.[77] Verso la fine del 1700 lo
scultore Antonio Canova lavora esclusivamente a Venezia
influenzando l'arte dell'epoca tanto da essere ritenuto il massimo esponente
del Neoclassicismo.[78]
Numerosissime sono le chiese della citt? che conservano le opere
di questi grandi artisti del Rinascimento
veneziano; tra le pinacoteche cittadine principali: le Gallerie
dell'Accademia, il museo Correr e Pinacoteca Egidio
Martini ospitata
a Ca' Rezzonico.
Con la caduta della Serenissima e la successiva dominazione
austriaca del XIX secolo, la vita artistica della citt? si
spegne fino al Risorgimento. Tra gli artisti contemporanei si
cita il veneziano d'adozione Virgilio Guidi (1891-1984), autore di vedute della laguna.[79]
Libro
stampato da Aldo Manuzio
Tra i veneziani pi? conosciuti vi ? Marco Polo (1254 - 1324) autore de Il Milione,
divenuta l'opera pi? famosa per la conoscenza del mondo asiatico e della Cina nell'Europa del Medioevo.
Venezia ? una citt? legata a filo doppio alla scrittura, da un
punto di vista tecnico innanzitutto poich? ? stata sede della prima tipografia italiana, condotta da Aldo Manuzio (1449-1515) e rest? importante centro
tipografico tanto che nel Settecento vi si stampava ancora la met? dei libri
prodotti in Italia. Tra le opere stampate a Venezia anche un testo di
matematica: la Pratica d'arithmetica e geometria di Lorenzo Forestani.
A Venezia hanno scritto: Maffio Venier (1550-1586), poeta erotico, Carlo Goldoni (1707 ?1793), tra i principali autori della
commedia dialettale, e Giacomo Casanova (1725?1798), scrittore prolifico ricordato
soprattutto per la sua autobiografia Histoire
de ma vie (Storia
della mia vita), che si identifica con Venezia anche per la fama libertina che la citt? aveva nel Settecento, gi?
cantata anche dal poeta Giorgio Baffo.
Ugo Foscolo (1778 ? 1827) nato a Zante allora
Repubblica di Venezia, famoso poeta e patriota del risorgimento.
Di Venezia si ? scritto moltissimo, basti ricordare Shakespeare (1564-1616) che vi ambienta l'Otello ed Il
mercante di Venezia.
Thomas Mann ? l'autore del romanzo La Morte a Venezia (1912).
Venezia ha ospitato e ispirato la poetica di Ezra Pound, il quale pubblic? e scrisse nella
citt? la sua prima fatica letteraria "A Lume Spento". Sempre a
Venezia, Pound mor? nel 1972 e i suoi resti sono tuttora seppelliti al
locale cimitero dell'isola di San Michele.
Lo scrittore francese Philippe Sollers ha passato gran parte della sua vita a
Venezia ed ha pubblicato un Dizionario
per gli amanti di Venezia (2004).
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Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola veneziana. |
Ritratto
di Antonio Vivaldi
Le prime testimonianze musicali a venezia si hanno intorno al VI secolo durante il periodo bizantino, ma il periodo di massima attivit?
fu tra il XV e il XIX secolo quando si la scuola veneziana si impose come una delle realt? musicali
pi? importanti del mondo.[80]
Centro della scuola veneziana era la basilica di San Marco con i
suoi due organi che accompagnavano i cori a cappella in polifonia vocale. La figura del Maestro di Cappella nasce nel 1436 con Johannes de Quadris e si stabilizza con Pietro de Fossis (1491-1525) succeduto dal fiammingo Adrian Willaert (1527-1562) che ebbe il merito di aver reso
la citt? un centro formativo e innovatore nel campo musicale, arrivando a
definire lo "stile veneziano". Se in questo periodo la produzione di
musica profana ? dominante, la musica sacra ha come validi esponenti Andrea (1533-1588) e Giovanni Gabrieli (1557-1612) che ne rappresenteranno le
espressioni pi? alte. Il compositore Claudio Monteverdi (1567-1643) segn? il passaggio dalla musica rinascimentale a quella barocca, abbandonando la forma a cappella per
quella concertale,
i madrigali.[81]
Tra gli altri esponenti della scena musicale veneziana del XVI secolo possiamo ricordare l'organista Claudio Merulo (1533-1604), il compositore Giovanni Croce (1557-1609) e il teorico musicale Gioseffo Zarlino (1517-1590). La scuola veneziana accolse
anche musicisti di altri paesi, tra i quali Hans Leo Hassler e Heinrich Sch?tz,
"il padre della musica tedesca".[80]
Nel 1637,
a Venezia, venne inaugurato il primo teatro pubblico, il celebre San Cassiano dove, grazie al contributo di Francesco Mannelli,
viene organizzato in occasione del carnevale la prima stagione lirica pubblica. Negli anni successivi verranno aperti
numerosi nuovi teatri, Venezia divent? cos? un importante centro propulsivo del melodramma in concorrenza con Roma.[81]
Nel secolo
successivo, lo stile musicale della citt? lagunare inizi? ad essere
influenzato da contaminazioni estere. Il dramma giocoso fu predominante sulla scena musicale e il
suo maggior esponente fu il compositore Baldassare Galuppi (1706-1785). In quegli anni Venezia fu la
citt? natale anche del celebre violinista Antonio Vivaldi (1678-1741), grande esponente della musica
d'insieme, a cui si affiancarono i compositori Tomaso Albinoni (1671-1751) e Giuseppe Tartini (1692-1770).[80] Da ricordare anche Benedetto Marcello (1686-1739) a cui ? intitolato il Conservatorio di
Musica della
citt?
La Cappella Marciana ? ancora in attivit?, diretta da Marco Gemmani viene considerata, insieme a quello della Cappella
Sistina, uno dei due cori liturgici storicamente pi? importanti
d'Italia. Ininterrotamente fin dal 1490 a San Marco vi ? sempre stato un Maestro e
un organista.[82]
Nel XX secolo, ricordiamo: Ermanno Wolf-Ferrari (Venezia, 12 gennaio 1876 ? Venezia,
21 gennaio 1948), il compositore Luigi Nono (1924-1990) e il direttore d'orchestra Giuseppe Sinopoli (1946-2001).
Il 14 luglio 1989,
la citt? ospit? un contestatissimo concerto gratuito e trasmesso in mondovisione della rock band britannica Pink Floyd che si tenne su di un palco galleggiante di
fronte Piazza San Marco.[83] In quegli anni ? attivo in citt? un gruppo reggae, iPitura Freska. La Biennale di Venezia organizza i Festival di musica
contemporanea.[84]
Nel 2014 La citt? di Venezia ? stata sede dell'8? Festival
della coralit? veneta svoltosi
nella Scuola
Grande di San Giovanni Evangelista.
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Lo stesso argomento in dettaglio: cucina veneziana. |
Baicoli
La cucina veneziana ? ovviamente caratterizzata da pescato ma
non solo: i prodotti degli orti delle isole, il riso della terraferma, la
cacciagione, la pesca nell'alto adriatico, la polenta. Venezia mescola tradizioni locali a
influenze lontanissime che vengono dai millenari contatti commerciali.
Le sarde
in saor, sarde marinate in grado di conservarsi nelle lunghe
navigazioni. I risi e
bisi, il fegato
alla veneziana, il risotto nero con le seppie, i cicchetti bocconcini raffinati e prelibati, antipasti
o da gustarsi tutto il giorno con un bicchierino di prosecco. Non solo: Venezia
? famosa per l'anguilla (in veneziano bis?to)
marinata; per i biscotti ovali e dorati chiamati baicoli, e per i vari tipi di
dolci come il "pan del pescatore", con mandorle e pistacchi; la crema
fritta veneziana; i bussolai dell'isola di Burano (biscotti al burro e
pasta frolla fatti ad "S" o ad anello); le chiacchiere dette anche galani, o bugie, o crostoli;
la fregolotta (una torta friabile alle mandorle); il
budino di latte chiamato rosada e i biscotti di semolino giallo chiamati zal?ti
Maschere
al Carnevale di Venezia
Venezia ospita un gran numero di eventi e manifestazioni a
valore internazionale. Nel campo culturale l'evento di maggior rilievo ? la Biennale di Venezia,
nata come societ? di cultura nel 1895,
che comprende al suo interno varie esposizioni multidisciplinari suddivise in
settori tra cui: l'esposizione
internazionale d'arte (tutti
gli anni dispari), la mostra internazionale di architettura (tutti gli anni pari) e la prestigiosa mostra internazionale d'arte cinematografica che si tiene annualmente tra la fine di
agosto e l'inizio di settembre.
Tra gli eventi folcloristici il celebre Carnevale di Venezia,
che si svolge dal tredicesimo giorno di quaresima al giorno precedente il Mercoled? delle
ceneri. Esso risulta essere uno dei carnevali pi? antichi del mondo,
famoso per le sue maschere attira oggigiorno moltissimi visitatori. La Regata
delle Antiche Repubbliche Marinare ? una rievocazione storica, istituita nel 1955, che si tiene ogni
quattro anni in un giorno compreso tra la fine maggio e l'inizio di luglio,
mentre la prima domenica di settembre di ogni anno si tiene la Regata storica che mischia folclore con l'evento sportivo.
Tra le ricorrenze religiose, la festa
della Madonna della Salute (21 novembre)
che costituisce festivit? locale, la festa della Sensa in occasione dell'Ascensione, la festa del Redentore (terza domenica di luglio) e la festa di san Marco che si tiene ogni 25 aprile.
Tra gli appuntamenti fieristici di notevole importanza vi ? il Salone nautico
internazionale in
primavera.[85] Un popolare appuntamento di primavera ?
inoltre la marcia non competitiva Su e zo per i ponti che si snoda per le calli e i ponti del
centro storico.
Sono numerose e varie le persone che, nei secoli, hanno legato
il proprio nome alla citt? di Venezia o per esservi nate o per avervi vissuto.
La citt? ha dato i natali a 5 papi: Alessandro VIII (1610-1691), Clemente XIII (1693-1769), Eugenio IV (1383-1447), Gregorio XII (1326-1417) e papa Paolo II (1417-1471).
Nella letteratura spicca certamente il nome di Carlo Goldoni (1707-1793), considerato uno dei padri
della commedia moderna, della poetessa Veronica Franco (1546-1591), di Marco Polo (1254-1324) e dell'umanista Pietro Bembo (1470-1547), Ugo Foscolo (1778-1837), poeta e scrittore romantico.
Andando ai nostri giorni si possono citare lo scrittore romanziere Tiziano Scarpa (1963) e Hugo Pratt (1927-1995) famoso autore di fumetti.
Impossibile nominare tutte le personalit? legate alla citt? ed
operanti nel campo delle arti. Tra i principali esponenti della pittura rinascimentale troviamo: Giovanni Bellini (1433 circa-1516), Tiziano Vecellio (1488 circa-1576), Giorgione (1478-1510), Lorenzo Lotto (1480-1556) e Tintoretto (1518-1594), uno degli ultimi grandi pittori
del movimento. Fra gli artigiani orafi vi ? Luigi Anichini (1510-1559). Pi? tardi vi ? Giovan Battista
Tiepolo (1696-1770),
pittore e incisore, Pietro Gaspari (1720-1785) pittore e scenografo. Nella scultura; Alessandro Vittoria (1525-1608) e Antonio Canova (1757-1822), ritenuto quest'ultimo il
massimo esponente del neoclassicismo. Nel campo della musica, oltre
al famoso Antonio Vivaldi (1678-1741), compositore e violinista, si
possono ricordare Andrea Gabrieli (1533 circa-1585), organista, Baldassare Galuppi (1706-1785) e il compositore di musica contemporanea Luigi Nono (1924-1990).
Nel campo della politica non si possono non citare i patrioti Daniele Manin (1804-1857) e Luigi Pastori (1829-1903), nelle scienze il matematico Luca Pacioli (1445-1517) e politico e agronomo Vincenzo Dandolo (1758 ?1819) e infine nell'architettura Carlo Scarpa (1906-1978) designer e architetto.
Nello sport, Venezia ha dato i natali alla medaglia d'oro alle
paralimpiadi di Rio 2016 Beatrice Vio[86].
Scendendo
il fiume da
Padova a Venezia, si
parte dal Portello,
antico porto fluviale con la sua bella scalinata
cinquecentesca del Burchiello, dipinta dal Tintoretto e il suo magnifico
portale, in pietra d?Istria, che ricorda un Arco di Trionfo, con otto colonne e
una torretta con l?orologio; qui facevano capo i battelli che, percorrendo fiumi
e canali navigabili, collegavano Padova e la sua provincia con la laguna di
Venezia.
Navigando lungo il Piovego, e costeggiando le antiche mura cinquecentesche e i
possenti bastioni, immersi tra la folta e lussureggiante vegetazione, si
sottopassa il vecchio ponte dei Graissi, arrivando a Noventa Padovana antico
porto fluviale di Padova. Un tempo, qui si fermavano le barche e i passeggeri e
le merci arrivavano a Padova su carri. Perse poi il suo ruolo con l?apertura del
Canale del Piovego che permetteva di arrivare fino a Padova.
Ma della sua importanza rimangono le testimonianze di innumerevoli ville
patrizie. Fra queste incontriamo la solitaria e superba Villa Giovanelli,
ampiamente affrescata, costruita alla fine del Seicento dalla famiglia
Giovanelli, che unisce nell?impianto strutturale aspetti palladiani alle
presenza delle tendenze architettoniche innovatrici del Longhena; il singolare
monumentale pronao a forma
pentagonale, le alte colonne corinzie con timpano ornato di statue, la maestosa
scalinata aggiunta dal Massari nel 1738 rendono imponente e scenografico il suo
aspetto esterno.
Superate le chiuse di Noventa Padovana e di Stra, con discesa di dislivello
acqueo, si arriva a Stra, dove il Canal del Brenta si origina dal fiume Brenta.
Qui trionfa la grandiosit? di Villa
Pisani, il famoso Palazzo Ducale di terraferma, una sontuosa Villa voluta
dalla Famiglia Pisani, quale status-symbol della famiglia; pi? che Villa, un
palazzo ornato alla facciata da poderose sculture, decorato all?interno dai pi?
celebri artisti del 700 Veneto.
Alvise Pisani, ambasciatore di Venezia a Parigi ai tempi di Luigi XIV e dei fulgori della reggia di Versailles, incaric? nel 1735 l?architetto Francesco Maria Preti di riprogettare il corpo principale della Villa di Stra gi? realizzato per quanta attiene all'Esedra, alle Scuderie, alla Limonaia ed all'imponente muro di cinta.
Fra le numerose stanze del piano nobile ricordiamo capolavori quali la stanza di Bacco del Guarana; la sala Pompeiana, le sale in stile impero e la pi? importante e straordinaria ? quella riservata alle danze con il soffitto affrescato da Giovanbattista Tiepolo a celebrazione delle glorie della famiglia dei Pisani, che sar? la sua ultima fatica in Italia, l?ultimo dono di questo grande pittore di cieli ed angeli. La Villa ? protetta da un vastissimo parco dove, oltre alle piante secolari, ? possibile ammirare il padiglione del caff? sopra la collinetta della ghiacciaia ed il famoso Labirinto in cui Gabriele D'Annunzio ambient? i crudeli giochi amorosi di Stelio Effrena, protagonista del romanzo "Il Fuoco" con la Foscarina. La grande vasca prospiciente le Scuderie fu costruita in epoca recente per consentire sperimentazioni idrauliche. La Villa con la caduta della repubblica di Venezia divent? propriet? di Napoleone I, poi della Casa Savoia e quindi della Stato italiano da cui viene dichiarata Museo Nazionale.
Da Stra a Mira scorrono 30 bellissime Ville che presentano spesso la facciata
principale verso il Naviglio.
Tra le molte ancor oggi abitate e per la maggior parte non visitabili vanno ricordate: villa Soranzo per gli affreschi di Benedetto Caliari fratello di Paolo detto il Veronese, Villa dei Lazzara Pisani detta la Barbariga per l'architettura, Villa Ferretti Angeli per il progetto di Vincenzo Scamozzi, Palazzo Foscarini abitato da Lord Byron e Villa Contarini dei Leoni visitata da Enrico III re di Francia.
La navigazione prosegue arrivando a Dolo, antico borgo rivierasco, tipica
cittadina di stile veneziano, di cui sono celebri i Mulini, lo Squero e la Conca
antica, scelti come soggetto da pittori famosi quali Bernardo Bellotto, il
Canaletto e Francesco Guardi.
Superata la Chiusa di Dolo si naviga tra il verde dei salici piangenti, le Ville
e i ponti girevoli fino a Mira, celebrata dal Goldoni nel 1760:
?Eccoci giunti alla piacevol Mira, / di bei giardini e di palazzi adorna. / si esce fuor dal naviglio, e si respira / si passeggia si pranza e poi si torna. / Il famoso Ronzin si attacca,e tira / per la Brenta in Navicel s?inforna. / Chi si mette a fumar, chi canta o / suona, / e chi del tristo desinar ragiona.?
A Mira si trova la maggiore concentrazione di Ville; si possono ammirare le
celebri facciate che si affacciano sul Canale, le anse verdeggianti, gli angoli
incontaminati dove i salici piangenti sfiorano l?acqua del canale.
Da ricordare Villa Barchessa Valmarana con l?ampio colonnato che sovrasta il
giardino. II complesso risulta particolarmente gradevole per il solenne
colonnato, per la felice ubicazione e per gli affreschi interni della seconda
met? del Settecento attributi ad un seguace del Tiepolo, tale Michelangelo
Schiavoni detto "il Chiozzotto". Tra questi, risalta "La glorificazione della
Famiglia Valmarana".
Villa Widmann, tipica residenza estiva del ?700 con il suo delizioso
parco; un vero gioiello della Riviera del Brenta. Il palazzo ? il risultato di
una profonda trasformazione eseguita dai Widmann intorno al 1750 sul precedente
insediamento degli Sceriman progettato dall'architetto Tirali; ci? spiega lo
stile leggermente rococ? della residenza principale. All'interno il ciclo
decorativo celebra le glorie di questa importante
famiglia tedesca, i Widmann, trapiantata a Venezia dalla Carinzia fin dalla fine
del '500 ed iscritta nel libro d'oro della nobilt? veneziano nel 1646.
Particolare attenzione meritano l'affresco della "gloria della famiglia Widmann"
attribuito al Guarana e quello del "ratto di Elena" dell'Angeli, visibili nella
bellissima sala delle feste. La famiglia Widmann ? inoltre ricordata per aver
commissionato molte commedie al grande Carlo Goldoni, fra queste il celebre
ciclo delle "Smanie per la villeggiatura". Nei Widmann confer? il casato dei
Rezzonico che si estinse con Carlo, papa Clemente XIII. Anche i Widmann si
estinsero aIla meta di questo secolo con Elisabetta Widmann Rezzonico, sposa del
senatore conte Piero Foscari di cui rimane lo stemma di bronzo nel timpano
curvilineo della facciata. Splendido il parco, la barchessa e le altre presenze.
Villa Corner, teatro di fastosi ricevimenti e di sontuose e lunghissime feste
della famiglia stessa (si diceva durassero ben 8 giorni); Villa Foscarini dove
Lord Byron trascorse due anni (1817 - 1818).
Si prosegue poi, per Oriago, antico teatro di guerre tra Padova e Venezia, che
conserva ancora il Termine, antica colonna di confine addossato all'angolo di
una modesta abitazione, fu innalzato nel 1374 assieme ad altri nelle diverse
localit? per segnare i confini del territorio durante le interminabili guerre
fra i Carraresi, Signori di Padova, e Venezia.
Qui ? prevista la sosta al famoso ristorante
Il Burchiello per il pranzo
che pu? essere convenzionato o libero.
Oltre a numerose ville dall?atmosfera tipicamente veneziana, si incontra Villa
Gradenigo, antica villa cinquecentesca di cui ? rimasto il solo corpo centrale,
decorata con affreschi di Benedetto Caliari, fratello del Veronese.
E sempre navigando si arriva alla Malcontenta, dove si pu? ammirare in tutta la
sua eleganza e monumentalit? Villa
Foscari detta La Malcontenta, uno dei capolavori del genio di Andrea
Palladio; La Malcontenta costituisce un tipico esempio di villa Tempio con il
monumentale pronao che si specchia malinconico e superbo, fra i salici
piangenti, nelle acque del Canale.
E' stata costruita per Nicol? e Alvise Foscari e appartiene tuttora ai
discendenti di quella nobile famiglia. Secondo la leggenda, la Villa deve il suo
nome "Malcontenta" all'animo infelice della moglie di uno dei Foscari che fu qui
confinata contro la sua volont?.
Il maestoso pronao con le sei belle colonne ioniche posa su di un alto basamento
cui si accede da due rampe. I nomi dei fratelli Nicol? e Luigi Foscari sono
incisi sui frontone dell'edificio. Fu progettata dal grande architetto vicentino
Andrea Palladio che ne volle seguire personalmente la costruzione dal 1560. I
due fianchi sono sobri ed austeri; complelamente diverso lo stile vivacemente
moderno della facciata meridionale verso il parco. Su di essa, l?ampia finestra
semicircolare che ricorda le terme antiche ? circondata da numerose aperture di
diverse dimensioni, da un frontone spezzato e da varie cornici; l'intonaco a
marmorino ? lavorato in modo da simulare bugne in pietra bianca.
Quattro camini di foggia quasi orientale svettano sul tetto. La Villa ? a tre
piani: cucine e tinelli a pian terreno, segue il piano nobile ed il mezzanino.
Sopra la porta d?entrata una iscrizione latina ricorda, tra le molte, la visita
del 1574 di Enrico III dei Valois re di Francia. II piano nobile ? composto in
modo sapiente da sei sale di variate misure disposte attorno ad una
straordinaria sala a crociera centrale.Tutte le pareti sono decorate con
l?importante ciclo di affreschi di artisti quali Gianbattista Franco e
Giambattista Zelotti, amico e partner di Paolo Veronese.
Lasciata la Malcontenta II Burchiello attraverso la Chiusa di Moranzani e Fusina,
scende in laguna.
Superata l'isola di San Giorgio in Alga entra nel canale della Giudecca: a destra l'altissimo edificio del Mulino Stucky, la chiesa del Redentore capolavoro dell'architettura sacra palladiana, infine Le Zitelle.
Virando tra Punta della Dogana e la chiesa di San Giorgio Maggiore, Il
Burchiello entra nel magico scenario marmoreo del Bacino di S.Marco dove termina
il fantastico viaggio.
Scendendo
il fiume da
Padova a Venezia, si
parte dal Portello,
antico porto fluviale con la sua bella scalinata
cinquecentesca del Burchiello, dipinta dal Tintoretto e il suo magnifico
portale, in pietra d?Istria, che ricorda un Arco di Trionfo, con otto colonne e
una torretta con l?orologio; qui facevano capo i battelli che, percorrendo fiumi
e canali navigabili, collegavano Padova e la sua provincia con la laguna di
Venezia.
Navigando lungo il Piovego, e costeggiando le antiche mura cinquecentesche e i
possenti bastioni, immersi tra la folta e lussureggiante vegetazione, si
sottopassa il vecchio ponte dei Graissi, arrivando a Noventa Padovana antico
porto fluviale di Padova. Un tempo, qui si fermavano le barche e i passeggeri e
le merci arrivavano a Padova su carri. Perse poi il suo ruolo con l?apertura del
Canale del Piovego che permetteva di arrivare fino a Padova.
Ma della sua importanza rimangono le testimonianze di innumerevoli ville
patrizie. Fra queste incontriamo la solitaria e superba Villa Giovanelli,
ampiamente affrescata, costruita alla fine del Seicento dalla famiglia
Giovanelli, che unisce nell?impianto strutturale aspetti palladiani alle
presenza delle tendenze architettoniche innovatrici del Longhena; il singolare
monumentale pronao a forma
pentagonale, le alte colonne corinzie con timpano ornato di statue, la maestosa
scalinata aggiunta dal Massari nel 1738 rendono imponente e scenografico il suo
aspetto esterno.
Superate le chiuse di Noventa Padovana e di Stra, con discesa di dislivello
acqueo, si arriva a Stra, dove il Canal del Brenta si origina dal fiume Brenta.
Qui trionfa la grandiosit? di Villa
Pisani, il famoso Palazzo Ducale di terraferma, una sontuosa Villa voluta
dalla Famiglia Pisani, quale status-symbol della famiglia; pi? che Villa, un
palazzo ornato alla facciata da poderose sculture, decorato all?interno dai pi?
celebri artisti del 700 Veneto.
Alvise Pisani, ambasciatore di Venezia a Parigi ai tempi di Luigi XIV e dei fulgori della reggia di Versailles, incaric? nel 1735 l?architetto Francesco Maria Preti di riprogettare il corpo principale della Villa di Stra gi? realizzato per quanta attiene all'Esedra, alle Scuderie, alla Limonaia ed all'imponente muro di cinta.
Fra le numerose stanze del piano nobile ricordiamo capolavori quali la stanza di Bacco del Guarana; la sala Pompeiana, le sale in stile impero e la pi? importante e straordinaria ? quella riservata alle danze con il soffitto affrescato da Giovanbattista Tiepolo a celebrazione delle glorie della famiglia dei Pisani, che sar? la sua ultima fatica in Italia, l?ultimo dono di questo grande pittore di cieli ed angeli. La Villa ? protetta da un vastissimo parco dove, oltre alle piante secolari, ? possibile ammirare il padiglione del caff? sopra la collinetta della ghiacciaia ed il famoso Labirinto in cui Gabriele D'Annunzio ambient? i crudeli giochi amorosi di Stelio Effrena, protagonista del romanzo "Il Fuoco" con la Foscarina. La grande vasca prospiciente le Scuderie fu costruita in epoca recente per consentire sperimentazioni idrauliche. La Villa con la caduta della repubblica di Venezia divent? propriet? di Napoleone I, poi della Casa Savoia e quindi della Stato italiano da cui viene dichiarata Museo Nazionale.
Da Stra a Mira scorrono 30 bellissime Ville che presentano spesso la facciata
principale verso il Naviglio.
Tra le molte ancor oggi abitate e per la maggior parte non visitabili vanno ricordate: villa Soranzo per gli affreschi di Benedetto Caliari fratello di Paolo detto il Veronese, Villa dei Lazzara Pisani detta la Barbariga per l'architettura, Villa Ferretti Angeli per il progetto di Vincenzo Scamozzi, Palazzo Foscarini abitato da Lord Byron e Villa Contarini dei Leoni visitata da Enrico III re di Francia.
La navigazione prosegue arrivando a Dolo, antico borgo rivierasco, tipica
cittadina di stile veneziano, di cui sono celebri i Mulini, lo Squero e la Conca
antica, scelti come soggetto da pittori famosi quali Bernardo Bellotto, il
Canaletto e Francesco Guardi.
Superata la Chiusa di Dolo si naviga tra il verde dei salici piangenti, le Ville
e i ponti girevoli fino a Mira, celebrata dal Goldoni nel 1760:
?Eccoci giunti alla piacevol Mira, / di bei giardini e di palazzi adorna. / si esce fuor dal naviglio, e si respira / si passeggia si pranza e poi si torna. / Il famoso Ronzin si attacca,e tira / per la Brenta in Navicel s?inforna. / Chi si mette a fumar, chi canta o / suona, / e chi del tristo desinar ragiona.?
A Mira si trova la maggiore concentrazione di Ville; si possono ammirare le
celebri facciate che si affacciano sul Canale, le anse verdeggianti, gli angoli
incontaminati dove i salici piangenti sfiorano l?acqua del canale.
Da ricordare Villa Barchessa Valmarana con l?ampio colonnato che sovrasta il
giardino. II complesso risulta particolarmente gradevole per il solenne
colonnato, per la felice ubicazione e per gli affreschi interni della seconda
met? del Settecento attributi ad un seguace del Tiepolo, tale Michelangelo
Schiavoni detto "il Chiozzotto". Tra questi, risalta "La glorificazione della
Famiglia Valmarana".
Villa Widmann, tipica residenza estiva del ?700 con il suo delizioso
parco; un vero gioiello della Riviera del Brenta. Il palazzo ? il risultato di
una profonda trasformazione eseguita dai Widmann intorno al 1750 sul precedente
insediamento degli Sceriman progettato dall'architetto Tirali; ci? spiega lo
stile leggermente rococ? della residenza principale. All'interno il ciclo
decorativo celebra le glorie di questa importante
famiglia tedesca, i Widmann, trapiantata a Venezia dalla Carinzia fin dalla fine
del '500 ed iscritta nel libro d'oro della nobilt? veneziano nel 1646.
Particolare attenzione meritano l'affresco della "gloria della famiglia Widmann"
attribuito al Guarana e quello del "ratto di Elena" dell'Angeli, visibili nella
bellissima sala delle feste. La famiglia Widmann ? inoltre ricordata per aver
commissionato molte commedie al grande Carlo Goldoni, fra queste il celebre
ciclo delle "Smanie per la villeggiatura". Nei Widmann confer? il casato dei
Rezzonico che si estinse con Carlo, papa Clemente XIII. Anche i Widmann si
estinsero aIla meta di questo secolo con Elisabetta Widmann Rezzonico, sposa del
senatore conte Piero Foscari di cui rimane lo stemma di bronzo nel timpano
curvilineo della facciata. Splendido il parco, la barchessa e le altre presenze.
Villa Corner, teatro di fastosi ricevimenti e di sontuose e lunghissime feste
della famiglia stessa (si diceva durassero ben 8 giorni); Villa Foscarini dove
Lord Byron trascorse due anni (1817 - 1818).
Si prosegue poi, per Oriago, antico teatro di guerre tra Padova e Venezia, che
conserva ancora il Termine, antica colonna di confine addossato all'angolo di
una modesta abitazione, fu innalzato nel 1374 assieme ad altri nelle diverse
localit? per segnare i confini del territorio durante le interminabili guerre
fra i Carraresi, Signori di Padova, e Venezia.
Qui ? prevista la sosta al famoso ristorante
Il Burchiello per il pranzo
che pu? essere convenzionato o libero.
Oltre a numerose ville dall?atmosfera tipicamente veneziana, si incontra Villa
Gradenigo, antica villa cinquecentesca di cui ? rimasto il solo corpo centrale,
decorata con affreschi di Benedetto Caliari, fratello del Veronese.
E sempre navigando si arriva alla Malcontenta, dove si pu? ammirare in tutta la
sua eleganza e monumentalit? Villa
Foscari detta La Malcontenta, uno dei capolavori del genio di Andrea
Palladio; La Malcontenta costituisce un tipico esempio di villa Tempio con il
monumentale pronao che si specchia malinconico e superbo, fra i salici
piangenti, nelle acque del Canale.
E' stata costruita per Nicol? e Alvise Foscari e appartiene tuttora ai
discendenti di quella nobile famiglia. Secondo la leggenda, la Villa deve il suo
nome "Malcontenta" all'animo infelice della moglie di uno dei Foscari che fu qui
confinata contro la sua volont?.
Il maestoso pronao con le sei belle colonne ioniche posa su di un alto basamento
cui si accede da due rampe. I nomi dei fratelli Nicol? e Luigi Foscari sono
incisi sui frontone dell'edificio. Fu progettata dal grande architetto vicentino
Andrea Palladio che ne volle seguire personalmente la costruzione dal 1560. I
due fianchi sono sobri ed austeri; complelamente diverso lo stile vivacemente
moderno della facciata meridionale verso il parco. Su di essa, l?ampia finestra
semicircolare che ricorda le terme antiche ? circondata da numerose aperture di
diverse dimensioni, da un frontone spezzato e da varie cornici; l'intonaco a
marmorino ? lavorato in modo da simulare bugne in pietra bianca.
Quattro camini di foggia quasi orientale svettano sul tetto. La Villa ? a tre
piani: cucine e tinelli a pian terreno, segue il piano nobile ed il mezzanino.
Sopra la porta d?entrata una iscrizione latina ricorda, tra le molte, la visita
del 1574 di Enrico III dei Valois re di Francia. II piano nobile ? composto in
modo sapiente da sei sale di variate misure disposte attorno ad una
straordinaria sala a crociera centrale.Tutte le pareti sono decorate con
l?importante ciclo di affreschi di artisti quali Gianbattista Franco e
Giambattista Zelotti, amico e partner di Paolo Veronese.
Lasciata la Malcontenta II Burchiello attraverso la Chiusa di Moranzani e Fusina,
scende in laguna.
Superata l'isola di San Giorgio in Alga entra nel canale della Giudecca: a destra l'altissimo edificio del Mulino Stucky, la chiesa del Redentore capolavoro dell'architettura sacra palladiana, infine Le Zitelle.
Virando tra Punta della Dogana e la chiesa di San Giorgio Maggiore, Il
Burchiello entra nel magico scenario marmoreo del Bacino di S.Marco dove termina
il fantastico viaggio.
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