PADOVA

La Cappella degli Scrovegni, capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, ? considerato il ciclo pi? completo di affreschi realizzato dal grande maestro toscano nella sua maturit?. Colore e luce, poesia e pathos. L'uomo e Dio. Il senso della natura e della storia, il senso di umanit? e di fede fusi assieme per narrare in un modo unico, irripetibile le storie della Madonna e di Cristo.

Giotto termina gli affreschi della Cappella entro i primi mesi del 1306. In questa data "...la cappella presenta un'architettura molto semplice: un'aula rettangolare con volta a botte, un'elegante trifora gotica in facciata, alte e strette finestre sulla parete sud, un'abside poligonale poi sopraelevata per la cella campanaria".

Il ciclo pittorico della Cappella ? sviluppato in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna (riquadri 1-6), gli episodi della vita di Maria (riquadri 7-13) e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virt?.

bacio

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Notizie da Padova Cultura

 

Si ricorda alla gentile clientela che non ? possibile effettuare prenotazioni per il giorno stesso. Il ritiro del biglietto deve avvenire con congruo anticipo: si consiglia soprattutto ai gruppi di presentarsi in biglietteria almeno 45 minuti prima rispetto all'orario della visita. Non prima delle ore 8.30 per i prenotati con ingresso alle ore 9.00.


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?CITT? DI FEDE.

L?ampia ed immediata diffusione del Cristianesimo nel padovano ? testimoniata dall?immenso patrimonio architettonico-religioso costituito da chiese, cappelle, luoghi sacri, monasteri ed abbazie, presenti su tutto il territorio.

Secondo la tradizione, nel 304 presso Prato della Valle fu martirizzata di spada Giustina, aristocratica romana: sul luogo della tomba nel 530 d.C. furono eretti in suo onore una basilica ed un sacello. Ancora oggi la basilica di s. Giustina rappresenta una delle pi? antiche testimonianze di fede ed architettura cristiana nel territorio padovano. Oltre alla cinquecentesca basilica vi si ammirano l?antichissimo sacello del VI sec., una parte dell?antica basilica romanica (XII-XIII sec.), il pozzo dei martiri. L?annesso monastero benedettino con chiostri affrescati, comprende una ricca biblioteca e il centro per restauro del libro antico.

Alle cupole della basilica di S. Giustina fanno da contrappunto quelle, vicinissime, della basilica di s. Antonio, conosciuta come la Basilica del Santo. Il grandioso santuario, meta ogni anno di milioni di fedeli e visitatori da tutto il mondo, fu iniziato nel 1232, pochi mesi dopo la morte di S. Antonio, per custodirvi le spoglie del Santo, e gi? nel 1310 svettava con cupole, minareti e cappelle radiali, in seguito arricchite da splendide opere d?arte realizzate tra il XIII secolo e i giorni nostri.

La terza grande basilica della citt? ? la cinquecentesca Cattedrale del Duomo, edificata su una basilica romanica del 1075, sorta a sua volta sul sito di un?antichissima domus ecclesiae. Nell?annesso Battistero s?incontra lo splendido ciclo di affreschi di Giusto de? Menabuoi. L?impatto con il grandioso Paradiso della cupola ? mozzafiato: centinaia di santi disposti in cerchi concentrici attorno alle figure di Cristo Pantocratore e della Madonna vegliano sul sottostante fonte battesimale, collocato sul luogo dove un tempo si trovava il sarcofago di Francesco il Vecchio da Carrara, Signore di Padova dal 1350 al 1388. Da non perdere la visita al Museo Diocesano, allestito nelle splendide sale del Palazzo Vescovile, espone preziose opere d'arte e antichi manoscritti e nella visita include il grandioso salone dei Vescovi e la suggestiva Cappella di S. Maria degli Angeli.

Un altro santuario molto venerato si trova poco lontano da Prato della Valle: ? il Santuario di s. Leopoldo Mandic, che conserva le spoglie e la cella-confessionale dell?amato santo di origini dalmate. A nord della citt?, infine, sorge il Santuario antoniano dell'Arcella, dove s. Antonio mor? la sera del 13 giugno 1231.

Oltre alle grandi basiliche, a Padova s?incontrano moltissime chiese, cappelle e oratori, spesso situati al di fuori degli itinerari pi? battuti, ma ricchissimi di storia e arte. Le opere di Andrea Mantegna nella chiesa degli Eremitani, anche se in gran parte perduti con i bombardamenti del 1944, racchiudono i segreti del rinascimento toscano.

L?appartata chiesa di S. Maria del Carmine conserva un prezioso ciclo di affreschi cinquecenteschi. La suggestiva piccola chiesa romanica di S. Nicolo custodisce opere di Jacopo Montagnana, Stefano dall?Arzere e Giandomenico Tiepolo. Si respira una mistica atmosfera medievale nell?austera chiesa di s. Sofia, uno dei pi? antichi edifici della citt?.

? mimetizzata nell?ampio portico la chiesa di s. Francesco Grande che conserva una grande pala di Paolo Veronese e affreschi cinquecenteschi e il bronzeo monumento Roccabonella, bella opera scultorea quattrocentesca di Bartolomeo Bellano e Andrea Briosco. Nella Scoletta della Carit?, che sorge di fronte alla chiesa di s. Francesco, ? custodito un prezioso ciclo di affreschi raffigurante episodi della vita di Maria realizzato nel Quattrocento da Dario Varotari.

Sono capolavori pi? recenti la chiesa di s. Gaetano progettata da Vincenzo Scamozzi sul finire del XVI secolo ricoperta di marmi e affreschi, e la chiesa di santa Maria del Pianto, detta del Torresino per la torre merlata centrale. Pochi sanno che il famoso musicista settecentesco Giuseppe Tartini, celebre per Il trillo del diavolo, ? sepolto nella chiesa di s. Caterina.

 

 

VERONA

 

Grazie a Cesare Verona ottenne, nel 49 a.C., la cittadinanza romana e, tramite la Lex Roscia, le venne attribuito il rango di municipium e concesso un agro di ben 3.700 km?: il municipio pot? quindi fregiarsi del nome di Res publica Veronensium.[28]

Durante il periodo repubblicano Verona si svilupp? e la sua economia crebbe: in questo periodo la citt?, ormai spostata nell'ansa dell'Adige, cominci? a ingrandirsi e ammodernarsi. Durante il periodo imperiale la citt? divenne un nodo strategico ancora pi? importante, poich? fu utilizzata come base temporanea per le legioni. Sotto l'imperatore Vespasiano la citt? raggiunse l'apice della ricchezza e dello splendore: l'ultima grande opera, nel I secolo, fu l'Arena, costruita poich? la citt?, che aveva ormai superato i 25.000 abitanti,[29] aveva bisogno di un grande edificio per permettere a tutti gli abitanti di assistere agli spettacoli.

Verona si trov? poi investita anche dalle invasioni barbariche, essendo il primo baluardo dell'Italia alle discese dal nord Europa. Per questo l'imperatore Gallieno, nel 265, fece allargare le mura della citt? fino a includervi l'Arena, fortificandola in soli sette mesi.

Storia medievale[modifica | modifica wikitesto]

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Il Duomo di Verona, nato dalle ceneri di due chiese paleocristiane crollate durante il terremoto del 1117, realizzato in stile romanico

Sotto Teodorico il Grande, in Germania conosciuto come Dietrich von Bern, cio? Teodorico di Verona,[30] Verona divenne un centro militare di primaria importanza e fu la sede preferita del re: Teodorico restitu? alla citt? il suo antico splendore e rialz? le mura semidistrutte dalle precedenti incursioni barbariche. Successivamente i Longobardi interruppero il breve dominio bizantino (ripristinato in seguito alla sconfitta degli Ostrogoti nella Guerra gotica) sulla citt?, che fu capitale d'Italia[31] sino al 571, quando la sede della corte longobarda fu spostata a Pavia. Verona rimase comunque capitale di un importante ducato longobardo e una delle principali citt? della Langobardia Maior accanto a Milano, Cividale e Pavia. A Verona il 15 maggio 589 fu celebrato il matrimonio tra Autari, re dei Longobardi, e la cattolica Teodolinda, figlia del Duca dei Bavari.

Il dominio dei Longobardi su Verona e gran parte dell'Italia dur? ancora per quasi due secoli, fino alla calata dei Franchi. E proprio a Verona, nel 774, Carlo Magno venne a capo dell'ultima resistenza dei Longobardi, guidata dal figlio di Desiderio, Adelchi: il principe cerc? rifugio all'interno della citt?, prima di essere costretto alla fuga, segnando la fine del Regno longobardo. Alla caduta dei Longobardi corrispose la nascita dell'Impero carolingio con l'incoronazione di Carlo Magno (800); questi assegn? al figlio Pipino la parte longobarda dell'Impero. La citt? fu spesso meta degli imperatori carolingi, che vi soggiornarono anche per lunghi periodi, e ospit? numerose diete.

Negli anni successivi al 1000 l'Italia settentrionale fu sconvolta da numerose guerre, ma Verona rimase sempre fedele agli imperatori del Sacro Romano Impero durante tutta la lunga lotta per le investiture con il Papato. La nascita del Comune si ebbe nel 1136 con l'elezione dei primi consoli, mentre andavano delineandosi due partiti che in seguito sarebbero state chiamati dei guelfi e dei ghibellini. Verona fu in un primo tempo particolarmente colpita dalla lotta tra queste due fazioni, anche perch? nel contado si trovavano le maggiori forze del partito guelfo (con massimi esponenti i conti di Sambonifacio), mentre la citt? era prevalentemente ghibellina (tra i maggiori esponenti i Montecchi, resi famosi dal dramma Romeo e Giulietta di Shakespeare).[32]

Verona fu anche sede papale per cinque anni. Papa Lucio III nel 1181 stabil? in citt? la Curia Pontificia e alla sua morte, nel 1185, venne sepolto nel coro del Duomo. Nel Conclave che si tenne a Verona nello stesso anno fu eletto Papa Urbano III. Urbano era risoluto a scomunicare l'imperatore Federico Barbarossa ma i veronesi, temendo ritorsioni da parte di Federico, protestarono contro un tale procedimento preso all'interno delle loro mura al punto che Urbano, nel 1186, decise di trasferirsi insieme alla Curia a Ferrara, dove mor? pochi mesi dopo.

Le continue dispute tra le fazioni avverse vennero infine a cessare nel 1223, quando Ezzelino III da Romano ottenne il potere su Verona. All'inizio la reggenza ezzeliniana fu pacifica, ma, dopo voci insistenti di un attacco guelfo, egli fece imprigionare numerosi esponenti guelfi della citt? e riusc? ad ottenere il titolo di "vicario imperiale in Italia": da quel momento inizi? un lungo periodo di battaglie e di saccheggi di citt? e castelli guelfi, che cercavano di tenergli testa. Lo stesso imperatore Federico II, che gli concesse il vicariato, cominci? a preoccuparsi della prepotenza di Ezzelino III, ma questi continu? nell'opera di espansione territoriale, e perfino papa Alessandro IV promosse una crociata contro Ezzelino, che infine venne catturato, e mor? poco dopo. Alla sua morte Verona fu l'unica citt? sotto il suo dominio a non finire in mano ai guelfi.

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Le arche scaligere, luogo in cui riposano alcuni dei Signori di Verona

A Verona infatti la fazione ghibellina mantenne il potere e, con Mastino I della Scala, la citt? pass? in forma non traumatica da Comune a Signoria. Fu in particolare con Cangrande I della Scala, signore illuminato e rispettato, che la citt? riscopr? un nuovo periodo di splendore e importanza, tanto che Dante dedic? a lui l'intera cantica del Paradiso nella Divina Commedia. Il suo potere si estese su buona parte dell'Italia settentrionale: divenne signore di Verona, Vicenza, Montagnana, Padova, Belluno, Feltre, Monselice, Bassano, Treviso, oltre che vicario imperiale di Mantova e capo della fazione ghibellina in Italia.[33] La Signoria Scaligera, ormai padrona di tutto il Veneto di terraferma, preoccupava molto Venezia, per? la politica espansionistica di Verona verso est fu interrotta dalla improvvisa morte di Cangrande a soli 38 anni, pochi giorni dopo la conquista di Treviso, secondo la tradizione a causa di una congestione presa bevendo da una fonte fredda in occasione della conquista di Treviso [34], mentre un'autopsia del 2004 ha individuato nella salma pesanti tracce di veleno.[35] La prematura e inaspettata morte di Cangrande della Scala lasci? la Signoria senza discendenti diretti e il potere venne preso dal nipote Mastino II della Scala, che, con l'acquisizione di Lucca, allarg? la signoria fino sul Mar Tirreno. Tale espansione territoriale preoccup? gli stati confinanti e provoc? la formazione di una lega promossa dalla Repubblica di Venezia a cui aderirono Visconti, Carraresi, Estensi e Gonzaga, contro i quali l'esercito veronese combatt? due grandi battaglie prima della resa definitiva.[36] La Signoria scaligera sub? quindi un ridimensionamento territoriale e venne indebolita da discordie fra le famiglie influenti. Essa venne infine occupata dai Visconti. Il dominio visconteo fu rigido ma di breve durata, finch?, approfittando della morte di Gian Galeazzo Visconti, Francesco II da Carrara, con l'aiuto di fuoriusciti scaligeri tra cui Guglielmo della Scala, entr? in citt? nella notte tra il 7 e l'8 aprile 1404. Pochi giorni dopo, il 17 aprile, Guglielmo della Scala mor? in circostanze non chiarite e Francesco II da Carrara il 24 maggio 1404 si proclam? Signore di Verona.[37] Venezia approfitt? del malcontento dei veronesi e dei disordini che continuavano dentro la citt?, cos? il suo esercito, aiutato in parte anche dalla cittadinanza,[38] il 22 giugno 1405, riusc? a entrare in citt? e a chiudere la breve parentesi Carrarese.

A Verona, nel Medio Evo, ? presente una comunit? giudaica, da cui proviene, ad esempio, il padre del rabbino Hillel ben Samuel, rabbino che muore a Forl? nel 1295. Negli anni ottanta del trecento, invece, era attivo a Venezia, come prestatore, un certo Iacob da Verona. Nel 1398, infine, risulta operante, in Verona, un banco ebraico, dei soci Abramo del fu Bonaventura di Consiglio da Forl? e di Elia di Leone, di Rimini[39].

Storia moderna[modifica | modifica wikitesto]

L'assalto di Castelvecchio durante la rivolta antifrancese delle Pasque Veronesi

Il 24 giugno 1405 vi fu la dedizione di Verona a Venezia,[40] sotto cui la citt? godette di un lungo periodo di pace che si perpetu? sino al 1501, quando la Repubblica Veneta venne attaccata dalle potenze della lega di Cambrai. Conclusasi la guerra della Santa Alleanza, ricominci? per Verona un nuovo periodo di pace che sarebbe finito non per la guerra, ma per una malattia devastante: la peste, portata in Italia nel 1630 da soldati tedeschi. La citt? era piena di corpi che venivano bruciati o gettati nell'Adige per mancanza di spazio. Per la citt? fu un vero disastro: basti pensare che nel 1626 erano stati censiti 53.333 abitanti, che si erano ridotti a 20.738 alla fine del contagio:[41] mor? dunque ben pi? della met? della popolazione. Il numero di abitanti torn? a un livello simile solo alla fine del Settecento (nel 1793 erano 49.000).[42] Il XVI secolo vide comunque un rifiorire dell'economia e la costruzione di chiese e di palazzi importanti, di cui uno degli artefici pi? importanti fu l'architetto Michele Sammicheli. In questo periodo di rinascita artistica e culturale nacque anche la famosa tecnica dei concerti di campane alla veronese, oltre a decine di accademie che determinarono un fiorire di attivit? culturali di dimensione europea.

Nel maggio del 1796, durante la Campagna d'Italia, gli austriaci vennero sconfitti in Piemonte dal generale Napoleone Bonaparte, e dovettero darsi a una precipitosa ritirata sino al Trentino, mentre Napoleone e le idee rivoluzionarie francesi andavano a sconvolgere la tranquillit? dei veronesi: gli austriaci in ritirata infatti occuparono Peschiera, violando la neutralit? veneta, e Napoleone ne approfitt? per occupare a sua volta Peschiera e per entrare successivamente a Verona.

Storia contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Verona austriaca e Prima industrializzazione di Verona.

Le officine ferroviarie veronesi presso la stazione di Verona Porta Vescovo, fino al 1866 la pi? grande industria nell'area veronese

Nel 1797 Napoleone, con il Trattato di Campoformio, cedette la citt? agli austriaci, dopo che la stessa aveva tentato una coraggiosa rivolta antifrancese, le Pasque Veronesi, durante la quale i veronesi mostrarono il loro valore contrastando le incursioni di pattuglie francesi e sopportando il cannoneggiamento della citt?, che non riusc? per? a resistere all'assedio di 15.000 soldati. Alla fine le morti francesi ammontarono a 500 soldati,[43] i feriti furono circa un migliaio, e i prigionieri 2.400 (di cui 500 soldati e 1.900 loro famigliari).[44] Dunque dei 3.000 soldati francesi di guarnigione al momento della rivolta[45] circa mille (tra morti e prigionieri) furono messi fuori combattimento. Col successivo Trattato di Lun?ville Verona venne divisa in due lungo il corso dell'Adige: la parte destra ai francesi, la sinistra (che i francesi chiamarono dispregiativamente Veronette, da cui il nome Veronetta[46]) agli austriaci, e cos? rimase fino al 1805 quando questi ultimi cedettero l'intero Veneto alla Francia. Con il Congresso di Vienna del 1815 Verona pass? stabilmente in mano austriaca e lo rester? fino al 1866, diventando il vertice strategicamente pi? importante del Quadrilatero, area di maggiore importanza militare nella strategia asburgica, il quale doveva fungere da cuscinetto contro gli assalti dei Piemontesi, che miravano alla conquista del Lombardo-Veneto austriaco.

La storia di Verona italiana ebbe inizio il 16 ottobre 1866 con la conquista del Veneto da parte dei Savoia a seguito della terza guerra di indipendenza: di qui in avanti la citt? pass? un periodo di relativa tranquillit?, turbato per? da una crisi economica che dur? fin dopo la seconda guerra mondiale e che ebbe come principale conseguenza l'emigrazione di centinaia di migliaia di veronesi.[47] Nel 1882 Verona fu colpita da una tremenda alluvione, e l'Adige allag? buona parte della citt?, cos?, negli anni successivi, per proteggere la citt? da altre piene, vennero edificati i cosiddetti muraglioni, e la citt? dovette cos? rinunciare a uno dei suoi aspetti pi? caratteristici, di "citt? che viveva sull'acqua".

Il bombardamento aereo da parte alleata del luglio 1944

Durissima fu la parentesi della seconda guerra mondiale, durante la quale fu una delle citt? pi? colpite dai bombardamenti, con 11.627 vani completamente distrutti e 8.347 gravemente danneggiati.[48] Dopo la caduta del fascismo Verona, sede di cinque ministeri e di importanti comandi tedeschi, era infatti diventata centro nevralgico della Repubblica Sociale Italiana.[49] Il processo di Verona, intentato contro Galeazzo Ciano e altri gerarchi fascisti, accusati di aver tramato con Badoglio per far arrestare Mussolini, decret? la loro esecuzione sommaria nel poligono di forte Procolo, non lontano dalle rive dell'Adige.

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

L'origine del toponimo Verona ? sconosciuta e nel tempo sono state formulate diverse ipotesi sulla sua derivazione: esso potrebbe essere di origine veneta oppure di origine gallica, questa seconda ipotesi derivante dal fatto che il suffisso -ona ? presente in molti nomi gallici. La teoria pi? interessante ? per? che il toponimo sia di origine etrusca in quanto vicino a Lamporecchio, in Toscana, esiste un luogo chiamato proprio Verona. Inoltre, nella stessa regione, esistono due luoghi detti Verone e Verrone e, non molto distante da questi, un Verǫlla (gi? Verunula). Questi toponimi sono tutti derivati da nomi di persona etruschi: ? quindi possibile che pure la citt? scaligera abbia un nome di derivazione etrusca.[50]

 

 

 

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Venezia

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Venezia
comune

Citt? di Venezia


In senso orario: Piazza San Marco, una panoramica della citt?, il Gran Teatro La Fenice, l'isola di San Giorgio Maggiore e il Canal Grande

Localizzazione

Stato

Italia Italia

Regione

Veneto-Stemma.png Veneto

Provincia

Provincia di Venezia-Stemma.png Venezia

Amministrazione

Sindaco

Luigi Brugnaro ("Luigi Brugnaro Sindaco", lista civica di Centrodestra) dal 15-6-2015

Cartografia

Venezia

Venezia

Il territorio di Venezia nell'omonima citt? metropolitana.
Il territorio di Venezia nell'omonima citt? metropolitana.

Sito istituzionale

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Venezia (IPA: [veˈnɛtʦja][7], pronuncia[??info], Venesia in veneziano, [veˈnɛːsja][8]) ? un comune italiano di 262 246 abitanti, 363 468 in tutta l'area urbana[5], capoluogo dell'omonima citt? metropolitana e della regione Veneto. ? il primo comune della regione per popolazione e undicesimo in Italia[9] e primo in Veneto per superficie[10]. Il comune di Venezia comprende sia territori insulari sia di terraferma ed ? articolato attorno ai due principali centri di Venezia (al centro dell'omonima laguna) e di Mestre (nella terraferma).

La citt? di Venezia ? stata per pi? di un millennio capitale della Repubblica di Venezia ed ? conosciuta a questo riguardo come la Serenissima, la Dominante e la Regina dell'Adriatico. Per le peculiarit? urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, Venezia[11] ? universalmente considerata una tra le pi? belle citt? del mondo ed ? annoverata, assieme alla sua laguna, tra i siti italiani patrimonio dell'umanit? dall'UNESCO[12]: questo fattore ha contribuito a farne la terza citt? italiana (dopo Roma e Milano) con il pi? alto flusso turistico[13], in gran parte proveniente da fuori Italia.

Indice

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Etimologia del nome[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Venezia (regione).

Il toponimo "Venezia" (e le sue antiche varianti: Ven?dia, Ven?tia, Ven?sia, Ven?xia, Vinegia) era utilizzato inizialmente per indicare tutta la terra delle popolazioni venete preromane.

Venetia compare cos? nella suddivisione amministrativa augustea dell'Italia (6 d.C) e, accanto all'antica Istria, faceva parte della X Regio. Il toponimo continu? ad essere utilizzato sotto i Bizantini che chiamavano Venetik?, o Venetia maritima in latino, la fascia costiera da Chioggia a Grado[14]. Di conseguenza il nome ? passato poi ad indicare il ducato di Venezia e solo pi? tardi la sua capitale: ? noto infatti che il centro ? sorto in epoca tarda riunendo gli abitati sorti sulle sue isole.

Una particolarit? del nome latino di Venezia ? che esso ? un plurale tantum, si declina cio? al plurale Venetiae e non Venetia; questo forse perch? la citt? veniva concepita come l'unione di pi? centri sorti sulle diverse isolette e poi fusisi insieme, o comunque costituita da una pluralit? di elementi[15]. Nei documenti antichi la regione compariva, quindi, al singolare Venetia (Venetia et Histria, Venetia Maritima), ma quando ci si riferiva alla citt? si ricorreva invece al plurale: Venetiarum Civitas, Venetiarum ResPublica, Venetiarum Patriarcha.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio del comune di Venezia ? amministrativamente diviso in sei municipalit? e si presenta nettamente diviso nelle due realt? della Venezia insulare (centro storico e isole) e della terraferma.

Il centro storico di Venezia sorge in mezzo alla laguna omonima su un totale di centodiciotto isolette, consolidate nei secoli grazie a palificazioni in legno[16], che ne hanno permesso l'urbanizzazione. Alcune di queste isole sono raccolte in gruppi organici tra di loro mentre altre risultano pi? disperse. Le 118 isolette sono separate da canali navigabili e collegate tra loro da ponti ad uso esclusivamente pedonale.

L'estensione totale del centro storico, escluse le acque interne e le isole maggiori, ? pari a 797,96 ettari, il che ne fa uno dei centri storici pi? grandi d'Italia e d'Europa. Calcolando l'estensione dell'intera I Municipalit?, includendo dunque le isole della Laguna quali Murano e Burano, la superficie totale della Venezia insulare ammonta, escluse le acque interne, a 1688,91 ettari.

Veduta di Venezia all'imbrunire

La parte storica della citt? viene tradizionalmente suddivisa in sei sestieri: Dorsoduro, Santa Croce, San Polo, San Marco, Cannaregio e Castello. I sestieri della citt? antica si articolano intorno alla doppia ansa del Canal Grande, la via d'acqua principale da cui si snoda una fitta rete di circa 158 canali minori.[17]

Nel secondo dopoguerra sono state edificate molte nuove zone nell'isola di Venezia. Di nuova costruzione sono ad esempio il quartiere di Sacca Fisola, la nuova isola del Tronchetto (con 17 ettari di laguna interrati) e l'area Saffa a Cannaregio.

Nella laguna attorno al centro storico si trovano numerose isole edificate, alcune oggi disabitate. Tra le isole maggiori (che fanno parte anch'esse del comune) si ricordano Murano e Burano, celebri rispettivamente per la lavorazione del vetro e dei merletti, Torcello, Sant'Erasmo, Pellestrina e la lunga e sottile isola del Lido con i suoi stabilimenti balneari.

Nella terraferma si trovano i due grossi centri di Mestre e Marghera, oltre ad altre frazioni minori. Tali centri hanno avuto un grosso sviluppo dopo il secondo dopoguerra, come sfogo per l'espansione edilizia di Venezia, che non disponeva di spazi edificabili nella laguna circostante, ed hanno pertanto l'aspetto di citt? moderne. Nella terraferma risiedono circa i due terzi della popolazione del comune.

Per quanto riguarda il rischio sismico, Venezia ? classificata nella zona 4, ovvero a sismicit? molto bassa.[18]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Venezia San Niccol?, Stazione meteorologica di Venezia Tessera e Stazione meteorologica di Venezia Mestre.

L'acqua alta[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Acqua alta.

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Acqua alta a San Marco

Con il termine di acqua alta sono indicati nella laguna di Venezia picchi di marea particolarmente pronunciati, tali da provocare allagamenti nell'area urbana. Il fenomeno ? frequente soprattutto nel periodo compreso tra l'autunno e la primavera, quando l'alta marea arriva ad allagare buona parte della citt? rendendo difficili gli spostamenti per calli e campi.

Il fenomeno dell'acqua alta ? generato dalla combinazione di due fattori principali: l'alternarsi regolare delle maree unita ad una causa meteorologica composta dalla combinazione di vento e pressione atmosferica sulla massa marina; l'alta marea da sola non genera l'acqua alta: ? la sovrapposizione di questi fattori che, combinandosi con la marea astronomica, porta il livello dell'acqua a raggiungere quote superiori in modo meno prevedibile. Il rialzo dell'acqua oltre il livello di marea ? un fenomeno normale in un bacino chiuso come il mare Adriatico ed il vento che lo favorisce non ? tanto la bora, comune a Venezia, ma lo scirocco che agisce in senso longitudinale su tutta la massa d'acqua dell'Adriatico[23]. L'escavo del Canale dei Petroli e l'approfondimento delle bocche di porto (che ha aumentato la sezione di scambio d'acqua tra laguna e mare), hanno amplificato il fenomeno, che nel passato era un evento straordinario per la citt?. Anche numerosi lavori di interramento (le "casse di colmata") di parti della laguna, per la realizzazione di zone industriali, hanno ridotto l'invaso lagunare e quindi modificato il comportamento delle maree.

Allo scopo di contrastare il fenomeno dell'acqua alta, dal 2003 ? in corso di realizzazione il progetto MOSE, che consiste in una serie di barriere mobili costituite da un numero variabile di paratoie ancorate sul fondo delle bocche di porto della laguna.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Venezia.

La laguna veneta si forma nell'800 a.C. circa da un precedente ambiente fluvio-palustre e si suppone che qui vi fossero insediamenti umani sin dall'epoca preistorica vista la ricchezza di risorse che favorivano caccia e pesca[24]. In et? pre-romana, vale a dire nel periodo paleoveneto, la civilt? era ben radicata nella zona con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attivit? mercantili connesse. Snodo di intensi traffici commerciali che collegavano l'Adriatico con il centro e nord Europa, in questo periodo vengono a svilupparsi alcuni insediamenti, tra i quali spicca, ormai con una fisionomia protourbana, il centro di Altino[25]. La venuta dei Romani non fa che rafforzare questa situazione. Il sistema dei porti viene potenziato (a questo periodo risale Chioggia), mentre l'entroterra viene bonificato e centuriato, cosa peraltro ancora visibile nell'attuale disposizione di strade e fossi[26]. La laguna divenne forse luogo di villeggiatura per la nobilt?, come testimoniano alcuni ritrovamenti[26].

Secondo il Chronicon Altinate (XI secolo) il primo insediamento a Venezia sulla Riva Alta (Rialto) risalirebbe al 25 marzo del 421 con la consacrazione della chiesa di San Giacometo sulle rive dell'attuale Canal Grande: studi recenti hanno per? dimostrato che San Giacomo di Rialto ? assai pi? tarda, risalendo alla met? del XII secolo[27]. Gli abitanti della terraferma cercarono rifugio nelle lagune a seguito delle varie ondate di invasioni barbariche che si succedettero dal V secolo, in particolare quella degli Unni (452) e dei Longobardi (568)[28]. Tuttavia Venezia si presentava allora come un insieme di piccoli insediamenti ancora molto eterogeneo, mentre maggiore importanza assumono alcuni centri limitrofi come Torcello, Ammiana, Metamauco. Parallelamente, si vengono a trasferire in laguna le maggiori istituzioni religiose, come il Patriarca di Aquileia a Grado e il vescovo di Altino a Torcello.

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Carta politica della penisola italiana intorno al 1000: in verde i possedimenti veneziani

Riuniti assieme con tutta l'Italia all'impero con la prammatica sanzione di Giustiniano del 554, il Triveneto ? nuovamente travolto dalla calata dei Longobardi del 568. I bizantini perdono gran parte della zona, mantenendo solamente la fascia costiera[29]. ? da questo momento che il termine Venetia, un tempo riferito a tutto il Veneto, viene ad indicare solo la zona delle lagune.

Venezia viene eretta nel 697 a ducato dipendente dall'Esarcato di Ravenna, con capitale prima ad Eracliana e quindi a Metamauco. A seguito della tentata invasione franca di Pipino (Carlomanno), nell'821 la pi? sicura Rialto diviene capitale del Ducato di Venezia, assumendo nel tempo il nome stesso del territorio e dello Stato e diventando definitivamente Venezia[30].

La vicinanza con l'Impero franco, il rapporto privilegiato con l'oriente Bizantino e contemporaneamente la distanza da Costantinopoli ne fece uno dei principali porti di scambio tra l'Occidente e l'Oriente, permettendo lo sviluppo di una classe mercantile dinamica ed intraprendente che nel corso di quattro secoli circa trasform? la citt? da remoto insediamento e avamposto imperiale a potenza padrona dei mari, ormai totalmente indipendente.

? annoverata fra le Repubbliche marinare; a ricordo di ci? il leone di San Marco, emblema della Serenissima, appare nelle insegne marine della bandiera italiana unitamente ai simboli di Genova, Pisa ed Amalfi.

Lazzaro Bastiani, Ritratto di Francesco Foscari. Con il doge Foscari la Repubblica vide la maggiore espansione territoriale della sua storia e il dogato pi? lungo.

Il capo del governo era il Doge (dal latino dux), il quale vide, col passare del tempo, il suo potere sempre pi? vincolato da nuovi organi istituzionali. Molti Dogi, soprattutto prima dell'anno mille, si videro costretti a prendere i voti perch? i cittadini li reputavano troppo bramosi di potere: alcuni vennero anche uccisi o abbacinati.

All'apice della sua potenza, nel XIII secolo, Venezia dominava gran parte delle coste dell'Adriatico, regioni quali la Dalmazia, l'Istria, molte delle isole dell'Egeo, Creta, Cipro, Corf?, ed era la pi? importante potenza militare e tra le principali forze mercantili nel Medio oriente. Nel XV secolo il territorio della Repubblica si estendeva dall'Adda all'Istria, e da parte dell'attuale provincia di Belluno, al polesine veneto. Ma la decadenza cominci? a farsi sentire gi? nel XV secolo: eventi storici come l'accrescersi della potenza Ottomana e lo spostamento dei commerci verso le Americhe, colpirono duramente la vocazione marittima della citt? che fin? per volgere i suoi interessi economici verso l'entroterra.

7 novembre 1866. Il trionfale ingresso di Vittorio Emanuele II

Nel XVIII secolo Venezia fu tra le citt? pi? raffinate d'Europa, con una forte influenza sull'arte, l'architettura e la letteratura del tempo, ma questo non era che un segno del suo inesorabile tramonto. Dopo oltre 1000 anni d'indipendenza, il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin e il Maggior Consiglio vennero costretti da Napoleone ad abdicare, per proclamare il "Governo Provvisorio della Municipalit? di Venezia". Durante il primo decennio dalla perdita della sovranit? della Repubblica di Venezia, vennero compiuti molti interventi sulla citt? come l'interramento del rio si Sant'Anna che divenne via Garibaldi, le demolizioni per costituire i giardini di Castello, la distruzione dei granai di Terranova per costruire i giardini del palazzo Reale nelle Procuratie Nuove.[31]

Con il Trattato di Campoformio tra francesi ed austriaci, il 17 ottobre 1797 la "Municipalit? di Venezia" cess? di esistere e furono ceduti all'Austria il Veneto, l'Istria, la Dalmazia e le Bocche di Cattaro, che andarono a formare la "Provincia veneta" dell'Impero austriaco. Tornata ai francesi colla pace di Presburgo del 26 dicembre 1805, fu poi di nuovo austriaca sino all'Unit? d'Italia.

Nel 1848 la citt? partecip? attivamente ai moti rivoluzionari e sotto l'iniziativa di Daniele Manin fu, sebbene per poco, indipendente con l'istituzione della Repubblica di San Marco. Dopo un anno di assedio da parte degli austriaci, la Repubblica dovette arrendersi il 22 agosto 1849.

Nel 1866 entr? a far parte del Regno d'Italia e l'annessione fu sancita dal plebiscito del 21 e 22 ottobre 1866 che vide vincere il s? con il 99,9% dei voti favorevoli dell'elettorato attivo.

Nel 1883 il comune di Malamocco, comprendente tutto il Lido di Venezia, fu soppresso ed incorporato a Venezia.

La proclamazione della Repubblica di San Marco

Il 24 maggio 1915 l'Italia entr? nel primo conflitto mondiale a fianco delle potenze dell'Intesa. Con la ritirata di Caporetto, nel disperato tentativo di difendere Venezia e la sua preziosa base navale, l'esercito italiano si attest? sul Piave e respinse due offensive austro-ungariche (una alla fine dell'anno, la seconda nel giugno 1918. Venezia venne quindi a trovarsi a ridosso del fronte In questo contesto subi numerosi attacchi aerei da parte dell'Austria Ungheria, che causarono svariati danni alla citt?.[32].

Nel 1917, la zona di Bottenigo (il cui nome venne cambiato in Marghera) fu integrata nel comune di Venezia, ed in essa cominciarono la costruzioni delle nuove installazioni portuali di Porto Marghera.

Negli anni venti la citt? vide accrescere notevolmente il suo territorio, grazie all'accorpamento dei comuni di Burano, Murano, Pellestrina (1923), Chirignago, Zelarino, Mestre e Favaro Veneto (1926).

L'annessione della terraferma in particolare, fu legata alla nascita del polo industriale di Marghera, voluto dalle politiche economiche di quegli anni. Venezia, per la propria conformazione urbana, si rivelava infatti incapace, pur con la propria ampia disponibilit? di manodopera, di avere una propria compiuta area industriale: l'espansione in terraferma divenne la soluzione necessaria per dare nuovo sviluppo della citt? lagunare.

Nel 1933 venne costruito il ponte stradale fra Venezia e la terraferma, affiancando ed integrando il ponte ferroviario che era stato costruito nel 1846.

Durante la seconda guerra mondiale i centri di Marghera e Mestre subirono pesanti bombardamenti aerei.

Il dopoguerra vede la grande espansione edilizia della terraferma veneziana, che attrasse immigrati da tutto l'entroterra veneto e dallo stesso centro storico. In parallelo a questa espansione si ? assistito all'esodo dal centro storico della maggioranza della sua popolazione. In conseguenza di questi fenomeni, oggi la terraferma veneziana ha il doppio degli abitanti della Venezia insulare.

La crescita demografica di Mestre divenne vertiginosa a partire dagli anni sessanta, quando alle politiche abitative e del lavoro, che non favorivano i residenti lagunari, si sommarono i disastrosi effetti dell'alluvione del 1966, che mostr? la vulnerabilit? delle abitazioni ai piani bassi di Venezia. L'incredibile rapidit? dello sviluppo fece s? che questo avvenisse in modo alquanto disordinato e al di fuori di un piano regolatore (? il cosiddetto sacco di Mestre).

La sera dell'11 settembre 1970, il centro storico fu colpito da una tromba d'aria di intensit? stimata F4 sulla scala Fujita, provocando gravi danni tra cui l'affondamento di un motoscafo dell'ACNIL che caus? la morte di 21 persone.

A met? degli anni 70 ci fu un declino dei settori chimico, industriale e cantieristico con un conseguente reimpiego, maggioritario, del capitale umano e economico nel settore del turismo.[33]

La crisi dell'industria chimica tra la fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, assieme al generale ridimensionamento delle grandi citt? del nord Italia, hanno fatto s? che a Mestre e nei sobborghi limitrofi si registrasse un sensibile calo di residenti.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

(DE)

? Alles, was mich umgibt, ist w?rdig, ein gro?es respektables Werk versammelter Menschenkraft, ein herrliches Monument, nicht eines Gebieters, sondern eines Volks. ?

(IT)

? Tutto ci? che mi circonda ? pieno di nobilt?, ? l'opera grandiosa e veneranda di forze umane riunite, ? un monumento maestoso non di un solo principe, ma di tutto un popolo. ?

(Goethe, Viaggio in Italia, 1816)

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Da in alto a sinistra in senso orario: il Palazzo Ducale, il Ponte di Rialto, la Basilica di San Marco, la basilica di Santa Maria della Salute

I monumenti del comune di Venezia si trovano quasi totalmente nel centro storico e nelle isole della laguna, essendo la parte di terraferma praticamente priva di luoghi d'interesse.

Il luogo pi? celebre della citt? ? Piazza San Marco, l'unica nel centro storico ad essere caratterizzata dal toponimo "piazza": le altre piazze sono chiamate infatti "campi" o "campielli". La Basilica di San Marco ? situata al centro della piazza, colorata d'oro e rivestita da mosaici che raccontano la storia di Venezia, assieme ai bassorilievi che raffigurano i mesi dell'anno. Sopra la porta principale, i quattro cavalli bronzei provenienti dal palazzo imperiale di Costantinopoli[34], che furono trasportati a Venezia in seguito alla quarta Crociata del 1204 su ordine del doge Dandolo (comandante della crociata). La pianta a croce greca ? sovrastata da cinque grandi cupole. La fabbrica attuale ? la terza Basilica dedicata a San Marco che sorge in questo luogo: le prime due andarono distrutte. Questa versione fu ispirata dalla chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli (distrutta dai musulmani pochi anni dopo la conquista del 1453), di cui ? una sorta di replica in scala ridotta. L'interno ? rivestito di mosaici a fondo oro che raffigurano passi biblici e allegorici. Inizialmente, era la cappella dei Dogi della Repubblica di Venezia.

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Il Campanile di San Marco

Il Palazzo Ducale sorge a fianco della Basilica: a unirli, la Porta della Carta, opera di Bartolomeo Bono, che oggi ? l'uscita del museo di Palazzo Ducale. L'ingresso principale ? sul lato che guarda alla laguna. Sede del governo della Serenissima, ? stato costruito nel XV secolo con marmi d'Istria. Qui sorgeva un castello, poi dato alle fiamme per far uscire Pietro IV Candiano che vi aveva trovato rifugio durante una sommossa. Ora il Palazzo ? un museo, con opere dei migliori artisti veneziani: la Biblioteca Sansoviniana, che si trova al suo interno, ospita delle mostre temporanee. Da vedere la Sala del Maggior Consiglio, che per secoli fu la pi? grande sede di governo del mondo, il Ponte dei Sospiri, le carceri e i Piombi.

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Le torri dell'Arsenale

Di fronte al Palazzo Ducale sorge il campanile di San Marco: costruito nel 1173 come faro per i naviganti, fu restaurato da Bartolomeo Bon nel XV secolo. Croll? il 14 luglio 1902 e venne interamente ricostruito. La loggetta in marmo rosso di Verona ? un'opera di Jacopo Sansovino, e su di essa si trovano i bassorilievi che raffigurano allegorie con le imprese della Repubblica del Leone.

Altri importanti monumenti veneziani sono l'Arsenale, la basilica di Santa Maria della Salute, la basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari, le sinagoghe del Ghetto.

Venezia ? celebre anche per i suoi caff? storici. Importato dall'Impero ottomano intorno al 1615, a partire dal 1683 si diffusero moltissime caffetterie in tutta la citt?. Il 29 dicembre 1720 fu aperto il celebre Caff? Florian, ancor oggi attivo in Piazza San Marco, sotto le Procuratie Nuove, nel 1775 fu la volta invece dell'altrettanto celebre Caff? Quadri.

A Venezia ha inoltre sede il ricercato museo Peggy Guggenheim, dove si trovano grandi opere di artisti tra i quali Ernst, Modigliani, Picasso, Mir?, Pollock e Kandinsky. Nella laguna importanti mete turistiche sono le isole di Murano, Burano e Torcello. L'isola del Lido ? invece una rinomata localit? balneare, nonch? sede del celebre festival del Cinema di Venezia.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Venezia.

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La Basilica Patriarcale di San Marco e il Campanile nell'omonima Piazza

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Chiesa del Redentore

Sono innumerevoli le chiese degne di nota che si possono trovare nella citt? lagunare, sia per i propri pregi architettonici che per i tesori artistici ivi contenuti[35]. Tra le pi? importanti si pu? annoverare la Basilica di Santa Maria della Salute a pianta ottagonale, con la sua imponente cupola che spicca all'incile del Canal Grande e la celebre e maestosa Basilica di San Marco, cattedrale della citt? e sede del Patriarca e del Patriarcato di Venezia, situata nell'omonima piazza, di fianco al Palazzo Ducale.

Tra gli altri importanti edifici religiosi, abbiamo: la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, la Chiesa di San Francesco della Vigna, la Chiesa di San Zaccaria, la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, la Chiesa del Redentore, quest'ultima realizzata presso l'isola della Giudecca su progetto di Andrea Palladio, e la Basilica di San Pietro di Castello che annovera due cappelle ad opera del Veronese.

Palazzi[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzi di Venezia.

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Palazzo Cavalli-Franchetti

Venezia ? ricca di palazzi signorili, affacciati su campi, calli, rii e canali, antiche residenze delle pi? ricche famiglie veneziane dell'epoca d'oro della citt?.

A parte le scuole e gli edifici istituzionali come ad esempio Palazzo Ducale, quasi tutti i palazzi sono identificati con il nome della famiglia che li ha fondati o che pi? vi ha lasciato il proprio segno. Tra i pi? famosi Palazzo Fortuny, in stile gotico donato alla citt? di Venezia dalla vedova dell'artista spagnolo Mariano Fortuny, Palazzo Grassi, opera di Giorgio Massari, Palazzo Mocenigo dalla facciata di impronta rinascimentale, Palazzo Grimani[36], di propriet? demaniale e sede della Corte d'Appello e Palazzo Loredan in stile gotico. Spesso nel nome vengono citate due o pi? famiglie come ad esempio Palazzo Cavalli-Franchetti, o Palazzo Gritti-Badoer, oppure ? specificato il ramo della famiglia (es. Palazzo Morosini del Pestrin).

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Ca' Vendramin Calergi, sede del Casin? di Venezia

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Palazzo Balbi affacciato sul Canal Grande

Molte residenze private mantengono invece la tradizionale denominazione Ca', che indicava il nome della casata e dell'edificio: ad esempio Ca' Foscari, sede dell'omonima Universit? cittadina, Ca' Corner, progettata nel XVI secolo da Jacopo Sansovino, Ca' Rezzonico, nel sestiere di Dorsoduro e opera del Longhena, Palazzo Balbi, sede del Presidente e della Giunta Regionale della Regione del Veneto, Ca' Pesaro, Ca' Tron, Ca' Vendramin Calergi[37] e Ca' Dario, tristemente nota per il tragico destino di alcuni dei suoi proprietari.

Pi? recente l'uso dell'italiano Casa (es. Casa Venier). Alcuni edifici di non grandi dimensioni vengono spesso indicati come Palazzetto (es. Palazzetto Stern).

A Venezia, vista la sua antica vocazione commerciale, sono inoltre presenti i fondachi, antichi edifici di origine medioevale adibiti a magazzino e a ricovero per i mercanti stranieri. Lungo il Canal Grande sono visibili il fondaco dei Tedeschi[38], il fondaco dei Turchi ed il fondaco del Megio[39].

Ponti[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Lista dei ponti di Venezia.

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Chiesa e ponte degli Scalzi

Per la sua conformazione, Venezia, dispone di 435 ponti tra pubblici e privati che collegano le 118 isolette su cui ? edificata, attraversando 176 canali[40]. La maggior parte di essi sono costruiti in pietra, altri materiali comuni sono il legno e il ferro.

Il pi? lungo ? il ponte della Libert? che attraversa la laguna veneta, collegando la citt? con la terraferma e permettendo cos? il traffico veicolare. Il progetto ? del 1931, ad opera dell'ingegnere Eugenio Miozzi, mentre la sua inaugurazione si ? avuta nel 1933, con il nome di Ponte Littorio.

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Il ponte dei sospiri

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Il ponte di Rialto

Il principale canale che taglia la citt?, il Canal Grande, ? attraversato da quattro ponti: il ponte di Rialto ? il pi? antico (edificato intorno al XVI secolo); il ponte dell'Accademia; il ponte degli Scalzi, questi ultimi costruiti sotto la dominazione asburgica e ricostruiti nel XX secolo, e infine il ponte della Costituzione, posto in opera nel 2008 su progetto dell'architetto Santiago Calatrava.

Un altro simbolo della citt? ? il ponte di Rialto: opera di Antonio Da Ponte, sorse nel 1591. Costituiva l'unico modo di attraversare il Canal Grande a piedi: infatti, rimase l'unico ponte fino al 1854, quando fu costruito il ponte dell'Accademia (a cui si aggiunsero in seguito il ponte degli Scalzi e il ponte della Costituzione). Sui lati del corpo centrale si trovano negozi di lusso mentre, alla fine del ponte, nel sestiere di San Polo, la pittoresca pescheria e la chiesa di San Giacomo di Rialto.

Uno dei ponti pi? celebri di Venezia ?, inoltre, il ponte dei Sospiri. Realizzato in pietra d'Istria nel XVII secolo su progetto dell'architetto Antonio Contin, collega il Palazzo Ducale con le Prigioni Nuove.

Societ?[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[41]

Per una corretta lettura dei dati, ? da segnalare che il 2 aprile 1999, dopo un voto referendario, ? stato istituito il Comune di Cavallino-Treporti mediante lo scorporo del litorale a nord-est del centro storico. Pertanto a partire da quella data gli abitanti di Cavallino-Treporti (11 824 nel 2001) non rientrano pi? nel computo di quelli del Comune di Venezia.

L'et? media della popolazione del comune si attesta a 47,18 anni di et? (centro storico 49,02; isole 48,01; terraferma 46,41; dati 2007). L'et? media dei residenti, negli ultimi vent'anni ? aumentata proporzionalmente in tutte le zone del comune, fenomeno che interessa sin dagli anni novanta un po' tutte le citt? italiane[42].

A conferma del costante invecchiamento della popolazione, nel 2009 si sono contati 2 118 nati vivi e 3 284 morti, per un saldo naturale di −1 166 unit?. Mediamente, si hanno 2,1 componenti per famiglia[43].

Dal 1951 il centro storico di Venezia ha perso circa il 70% della popolazione, assestandosi sui 58 606 abitanti rilevati al 30/06/2012. Sempre nel 1951, la proporzione tra centro storico, estuario e terraferma era di 55:14:21, nel 2006 di 23:11:66[42].

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Gli stranieri residenti nel comune sono 33 783, ovvero il 12,8% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi pi? consistenti[44]:

1.    Bangladesh, 5 386

2.    Moldavia, 4 836

3.    Romania, 4 718

4.    Cina, 2 803

5.    Ucraina, 2 444

6.    Albania, 1 591

7.    Macedonia, 1 472

8.    Filippine, 1 406

9.    Sri Lanka, 645

10. Kosovo, 639

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto veneziano e Lingua veneta.

Toponomastica dialettale

Nel comune di Venezia, oltre naturalmente all'italiano che ? compreso e usato dalla totalit? dei residenti, ? parlata una notevole variet? di dialetti della lingua veneta, soprattutto a causa delle notevoli diversit? geografiche del territorio, suddiviso tra centro storico, estuario e terraferma.

Sostanzialmente, si pu? dire che il dialetto veneziano, pi? propriamente veneziano lagunare, ? parlato in tutta l'area della Laguna Veneta, centro storico compreso, ma pu? mostrare notevoli differenze tra isola e isola; spicca tra tutte Pellestrina, dove permane un idioma affine al chioggiotto. Nell'entroterra si parla per lo pi? un dialetto molto simile a quello cittadino ma con influenze dei dialetti delle vicine province di Padova e di Treviso.

Questa differenziazione ovviamente non ? cos? marcata, almeno non come un tempo. Il veneziano ? ben presente anche in terraferma a causa dello spopolamento del centro storico a favore di Mestre e dei sobborghi limitrofi e spesso qui si possono ravvisare degli "ibridi" tra le varie parlate.

Religione[modifica | modifica wikitesto]

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La chiesa ortodossa di San Giorgio dei Greci

Per antica tradizione, la diocesi di Venezia ? oggi l'unica in Italia a titolare patriarca il proprio vescovo cattolico. Il patriarca di Venezia ? il metropolita della provincia ecclesiastica che comprende tutte le diocesi del Patriarcato di Venezia pi? la diocesi di Concordia-Pordenone.

L'isola di San Lazzaro degli Armeni ospita dal 1717 l'Ordine mechitarista, una delle pi? importanti istituzioni di cultura armena nel mondo.

Dal 1991 Venezia ? sede dell'Arcidiocesi ortodossa d'Italia, sottoposta al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli[45]. Suo centro ? la Chiesa di San Giorgio dei Greci, nel sestiere di Castello.

Per quanto riguarda le religioni cristiane riformate, in citt? sono presenti gli edifici di culto della pi? antica comunit? luterana italiana (nel sestiere di Cannaregio), e della Chiesa evangelica valdese, nel sestiere di Castello. Nei pressi delle Gallerie dell'Accademia si trova infine la chiesa anglicana di Saint George.

L'area del Ghetto ? il fulcro della Comunit? ebraica di Venezia che conta circa 500 appartenenti.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall?UNESCO

UNESCO World Heritage Site logo.svg Patrimonio dell'umanit?

Venezia e la sua laguna
(
EN) Venice and its Lagoon

Venezia - Panorama 007, San Marco e Palazzo ducale.jpg

Tipo

Criterio

(i)(ii)(iii)(iv)(v)(vi)

Pericolo

Non in pericolo

Riconosciuto dal

1987

Scheda UNESCO

(EN) Scheda
(
FR) Scheda

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

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Il Palazzo della Zecca, sede della Biblioteca nazionale Marciana

La maggiore biblioteca della citt?, e una delle maggiori italiane, ? la Biblioteca nazionale Marciana. Essa si trova in piazza San Marco, dispone di circa 1 000 000 di volumi, specializzata in filologia classica e storia di Venezia, possiede una delle pi? pregiate raccolte di manoscritti greci, latini ed orientali del mondo.[48] Il palazzo che la ospita ? opera dell'architetto Jacopo Sansovino. La Marciana fu istituita ufficialmente nel 1560, anche se gi? nel XIV secolo Francesco Petrarca ebbe l'idea di realizzare una biblioteca pubblica in questa citt?. Nel Novecento, a causa degli esigui spazi e della crescita del patrimonio letterario, la biblioteca si spost? dalla storica sede, oggi musealizzata, all'ex-Zecca della Repubblica di Venezia.[49]

Presso l'ex-convento dei Frari, ? presente l'Archivio di Stato di Venezia che, con i suoi 70 km di scaffali, ospita la documentazione prodotta in mille anni dalla Repubblica di Venezia, dalla nascita al XX secolo. Il suo patrimonio ? composto da una ricchissima collezione di pergamene, carte e disegni, conservati nelle centinaia di stanze (le antiche celle dei frati) poste attorno ai chiostri, che testimoniano non solo la storia della Serenissima, ma anche di tutto il mondo che intratteneva con essa relazioni diplomatiche e commerciali. Istituito nel 1815, dal 1866 vi affluiscono anche gli archivi prodotti dagli uffici dello Stato italiano situati a Venezia.[50]

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L'ex-convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari, sede dell'Archivio di Stato di Venezia

La biblioteca della Fondazione Querini Stampalia, in campo santa Maria Formosa con sede nel Palazzo Querini Stampalia, raccoglie materiale di carattere prevalentemente scientifico e naturalistico, assolvendo il ruolo di biblioteca civica della citt? grazie alla disponibilit? di circa 350.000 volumi.[51] La biblioteca fu voluta nel 1868 dal N.H. Giovanni Querini Stampalia, che moriva l'anno successivo senza eredi diretti. Sub? un'importanti opere di restauro da parte dell'architetto Carlo Scarpa tra 1959 e 1963 e pi? recentemente da parte di Mario Botta.[52]

La Fondazione Giorgio Cini gestisce una biblioteca sull'Isola di San Giorgio Maggiore, negli ambienti dell'ex monastero benedettino, recentemente restaurata da Michele De Lucchi, che si occupa di storia di Venezia, letteratura, musica, teatro e melodramma, ma ? specializzata soprattutto in storia dell'arte, cui ? dedicato un nucleo di oltre 150.000 volumi e circa 800 testate di periodici, di cui 200 correnti.[53]

Importanti fondi specialistici sono inoltre quelli delle biblioteche universitarie di Ca' Foscari (con oltre 830.000 volumi), dello IUAV, dell'Accademia di Belle Arti (circa 16.000 volumi)[54] e del Conservatorio Benedetto Marcello (oltre 50.000 volumi).[55]

La comunit? ebraica veneziana gestisce la biblioteca-archivio "Renato Maestro", sita nel Ghetto. Istituita ufficialmente nel 1981, offre oggi circa 12.000 titoli e un "Catalogo Libri ebraici Antichi" che conta 2.500 volumi (secoli XVI-XIX).[56]

Alcuni musei civici gestiscono anche biblioteche specialistiche dedicate: il Museo Correr,[57] Palazzo Mocenigo (con circa 6.000 volumi e 13.000 figurini di moda),[58] Ca' Pesaro (con oltre 11.000 volumi)[59] e la Casa di Carlo Goldoni (con oltre 30.000 volumi).[60]

Per quanto riguarda le biblioteche civiche, la "Rete Biblioteche Venezia" raggruppa ventuno biblioteche di pubblica lettura e specialistiche, delle quali sette si trovano nel centro storico, quattro nelle isole e dieci in terraferma. Come biblioteca centrale, a partire dal 1980, ? stata designata la Biblioteca Civica di Mestre VEZ, istituita nel 1952, che conta circa 100.000 volumi e 280 testate di periodici in una superficie totale di 2 015 m?.[61]

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Delle varie scuole secondarie di Venezia, vanno ricordati alcuni istituti storici, come i licei classici "Foscarini", fondato nel 1807 con decreto di Eugenio di Beauharnais, vicer? d'Italia e "Marco Polo", istituito nel 1812. Tra i licei situati a Mestre, si pu? citare il liceo classico Raimondo Franchetti.

A queste si pu? aggiungere la nota Scuola Navale "Morosini", che continua l'antico Collegio dei giovani nobili, fondata il 2 ottobre del 1961 e con sede presso l'isola di Sant'Elena.[62]

Universit?[modifica | modifica wikitesto]

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Venezia ? un'importante sede universitaria italiana, infatti possiede pi? di un'universit?. La pi? celebre ? l'Universit? Ca' Foscari, che offre i corsi di laurea in economia e commercio, lingue e letterature straniere, lettere e filosofia, e scienze naturali. Nata nel 1868 come prima Business School d'Italia e seconda in Europa, dopo quella di Anversa[63], ha la sede principale presso Ca' Foscari, palazzo gotico affacciato sul Canal Grande.

Per gli studi di architettura, moda, design e urbanistica, ? presente l'Universit? IUAV, istituita nel 1926, come seconda scuola di architettura in Italia, dopo quella di Roma, per iniziativa di Giovanni Bordiga, allora presidente dell'Accademia di Belle Arti di Venezia.[64]

L'Accademia di Belle Arti nasce il 24 settembre 1750 per volont? del Senato veneto come "Veneta academia di pittura, scultura e architettura", con Gianbattista Piazzetta quale primo presidente. Fra gli artisti che vi insegnarono si ricordano: Tiepolo, Hayez, Ettore Tito, Alberto Viani, Carlo Scarpa ed Emilio Vedova. La sede principale dell'ateneo ? oggi ospitata nell'ex-Ospedale degli Incurabili, presso la fondamenta delle Zattere.[65]

Sempre a Venezia, fin dal 1876 ? presente il Conservatorio Benedetto Marcello, ospitato a Palazzo Pisani.

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Il Monastero a San Servolo, attuale sede della Venice International University

Nel 1995 ? stata fondata la Venice International University, consorzio internazionale di formazione e ricerca, a cui partecipano tra gli altri l'Universit? Ca' Foscari, lo IUAV, l'Universit? Ludwig Maximilian di Monaco e l'Universit? Autonoma di Barcellona. La sede dell'istituzione si trova nell'isola di San Servolo, in un edificio che un tempo ospitava un monastero.[66]

Venezia ? inoltre l'unica citt? italiana sede di una Facolt? di Diritto Canonico, la "San Pio X", eretta dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica nel 2008 all'interno dello Studium Generale Marcianum. Voluta dall'allora cardinale Patriarca Angelo Scola, la facolt? ha sede nel restaurato palazzo del Seminario patriarcale, adiacente alla Basilica della Salute. Fa parte del polo pedagogico accademico dello Studium Generale Marcianum anche l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "San Lorenzo Giustiniani", eretto nel 2006, e parte della Facolt? Teologica del Triveneto.[67]

A Mestre si trovano la sede del corso di laurea in infermieristica dell'Universit? di Padova, il Laboratorio di Scienza delle costruzioni dello IUAV e il Campus Scientifico di Ca' Foscari.

Istituzioni culturali[modifica | modifica wikitesto]

?        L'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti ? un'accademia italiana. L'Istituto "ha per fine l'incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere ed arti". A questo scopo oltre alla ordinaria attivit? accademica, promuove periodicamente manifestazioni di carattere scientifico e umanistico, incontri di studio, convegni, seminari, scuole internazionali di specializzazione e organizzazione di mostre d'arte.

?        L'Ateneo Veneto ? un'istituzione che ha per scopo la collaborazione alla divulgazione delle scienze, delle lettere, delle arti e della cultura, in ogni loro manifestazione. Le attivit? promosse dall'Ateneo Veneto coinvolgono: storia, storia dell'arte e dell'oreficeria, musica, medicina, cinema, teatro, economia, architettura e letteratura, coinvolgendo tutte le categorie del sapere. Esse si svolgono in giornate dedicate alle varie attivit? nel corso dell'anno. Tutte le attivit? promosse dall'istituto sono a ingresso libero e a titolo gratuito.

?        La Fondazione Giorgio Cini ? un'ONLUS istituita dal conte Vittorio Cini. Lo scopo ? quello di promuovere il ripristino del complesso monumentale dell'isola di San Giorgio Maggiore e di favorire lo sviluppo nel territorio di di istituzioni educative, sociali, culturali ed artistiche, in collaborazione con quelle gi? esistenti. La Fondazione oltre alle proprie attivit? di ricerca, mostre e convegni, spettacoli e concerti, accoglie congressi e convegni di organizzazioni scientifiche e culturali ed ospita iniziative di assoluta importanza nel campo dei rapporti internazionali.

?        La Biennale di Venezia ? una societ? di cultura nata nel 1895 con l'organizzazione della prima Esposizione Biennale d'Arte del mondo, al fine di stimolare l'attivit? artistica e il mercato dell'arte nella citt? di Venezia, ha tuttora il fine di promuovere le nuove tendenze artistiche ed organizza manifestazioni internazionali nelle arti contemporanee.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

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Palazzo Venier dei Leoni, sede della Peggy Guggenheim Collection

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C? Rezzonico, museo dell'700 Veneziano

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Lo stesso argomento in dettaglio: Musei di Venezia.

Media[modifica | modifica wikitesto]

Il quotidiano storico di Venezia ? Il Gazzettino nella sua edizione locale dedicata alla citt?. Fondato nel 1887 da Gianpietro Talamini, la redazione del giornale ha avuto sede fino al 1977 presso Ca' Faccanon a Venezia per poi trasferirsi in Via Torino a Mestre dove si trova tuttora. A partire dal 2002 anche Mestre ha il suo quotidiano, Il Mestre[68]. Sempre nel 2002, iniziano le pubblicazioni dell'edizione di Venezia-Mestre del Corriere del Veneto che ha origine dalla redazione del Corriere della Sera.[69]Nel 1984 ? nato un giornale dedicato alla citt? e provincia, la Nuova Venezia facente parte del Gruppo Editoriale L'Espresso[70]. A Mestre, inoltre, ha sede l'emittente televisiva Televenezia, nata nel 1978, di stampo generalista, trasmette in gran parte del Veneto e dell'Emilia-Romagna[71].

L'emittente radiofonica di Venezia ? Radio Venezia, che trasmette in FM 92,400 - 103,500 MHz[72]. A partire dal 3 luglio 2009 il comune di Venezia ? stato gradualmente coperto dal Wi-Fi, garantendo ai residenti una connessione gratuita[73][74].

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e Film girati a Venezia.

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Il simbolo del Leone d'Oro della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia

Grazie alle sue caratteristiche ambientali e al suo passato storico, la citt? di Venezia ? stata impiegata come sfondo per numerose pellicole cinematografiche.

Nel cinema italiano, Venezia ? stata l'ambientazione per le vicende narrate in Venezia, la luna e tu (1958) di Dino Risi, Anonimo veneziano di Enrico Maria Salerno (1970), Dimenticare Venezia di Franco Brusati (1979).

La citt? ? stata lo sfondo per raccontare, a met? tra storia e romanzo, le vite di personaggi come Giordano Bruno di Giuliano Montaldo (1973) e del Casanova diretto da Lasse Hallstr?m ed interpretato da Heath Ledger (2005).

La citt? ? stata teatro delle opere shakespeariane dell'Otello diretto da Orson Welles (1952) e del Mercante di Venezia di Michael Radford e con protagonista Al Pacino (2004); Venezia ? stata inoltre l'ovvia scelta per lo sfondo della trasposizione del romanzo di Thomas Mann Morte a Venezia, diretto da Luchino Visconti (1971), ed ? una delle ambientazioni per La leggenda degli uomini straordinari di Stephen Norrington (2003), adattamento dell'omonimo fumetto di Alan Moore.

Hollywood ha scelto la citt? come teatro per sequenze in film di genere tra il thriller e l'azione, a partire da Nikita (1990) di Luc Besson e passando per The Italian Job (2003) di F. Gary Gray con Mark Wahlberg e The Tourist (2010), diretto da Florian Henckel von Donnersmarck ed interpretato da Angelina Jolie e Johnny Depp. Il campione d'incassi Indiana Jones e l'ultima crociata di Steven Spielberg (1989) ha numerose scene ambientate nella citt?, cos? come il personaggio di James Bond ? transitato a Venezia per i film Agente 007 - Dalla Russia con amore di Terence Young (1963), Agente 007 - Moonraker - Operazione spazio di Lewis Gilbert (1979) e Agente 007 - Casin? Royale di Martin Campbell (2006).

Arte[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Pittura veneta e Rinascimento veneziano.

Da in alto a sinistra in senso orario: Tiziano, Tintoretto, Bellini, Giorgione

La storia artistica veneziana si ? sviluppata nei secoli in modo singolare e anacronistico, rispetto al resto dell'Europa, seguendo un percorso di originalit? e di lenta elaborazione degli influssi esterni. Nata come citt? bizantina, Venezia ? stata a lungo condizionata artisticamente dai suoi rapporti con il modo arabo.[75]

Se il precursore della pittura veneta ? stato certamente Paolo Veneziano (1300-1365), a cui va attribuito il ruolo di mediatore tra il gusto bizantino e le nuove influenze di Giotto, il pittore Giovanni Bellini (1433-1516) fu l'anello di congiunzione tra il Rinascimento italiano e gli sviluppi della pittura lagunare. Oltre a Bellini, tra i massimi esponenti della scena artistica veneziana del XV-XVI secolo si ricordano Giorgione (1478 circa-1510), Tiziano Vecellio (1488 circa-1576) e il Tintoretto (1518-1594). Ancora Palma il Vecchio (1480-1528) esaltato dal Vasari, il ritrattista Lorenzo Lotto (1480?1556) o il manierista Paolo Veronese (1528?1588) ed ancora Sebastiano del Piombo (1485-1547), amico e collaboratore di Michelangelo.[76]

Nel XVIII secolo, Venezia ? uno dei centri culturali e artistici pi? importanti al mondo. Ai pittori veneziani di questo periodo vengono commissionati moltissimi lavori, che vanno dalla pittura sacra per le chiese alla decorazione dei numerosi e sontuosi palazzi che sorgono in citt?. Tra di loro troviamo il Canaletto, al secolo Giovanni Antonio Canal (1697?1768), autore di vedute della citt?, Giovanni Battista Pittoni (1687-1767) e Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770) che dipinge in Italia ed in Europa.[77] Verso la fine del 1700 lo scultore Antonio Canova lavora esclusivamente a Venezia influenzando l'arte dell'epoca tanto da essere ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo.[78]

Numerosissime sono le chiese della citt? che conservano le opere di questi grandi artisti del Rinascimento veneziano; tra le pinacoteche cittadine principali: le Gallerie dell'Accademia, il museo Correr e Pinacoteca Egidio Martini ospitata a Ca' Rezzonico.

Con la caduta della Serenissima e la successiva dominazione austriaca del XIX secolo, la vita artistica della citt? si spegne fino al Risorgimento. Tra gli artisti contemporanei si cita il veneziano d'adozione Virgilio Guidi (1891-1984), autore di vedute della laguna.[79]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Libro stampato da Aldo Manuzio

Tra i veneziani pi? conosciuti vi ? Marco Polo (1254 - 1324) autore de Il Milione, divenuta l'opera pi? famosa per la conoscenza del mondo asiatico e della Cina nell'Europa del Medioevo.

Venezia ? una citt? legata a filo doppio alla scrittura, da un punto di vista tecnico innanzitutto poich? ? stata sede della prima tipografia italiana, condotta da Aldo Manuzio (1449-1515) e rest? importante centro tipografico tanto che nel Settecento vi si stampava ancora la met? dei libri prodotti in Italia. Tra le opere stampate a Venezia anche un testo di matematica: la Pratica d'arithmetica e geometria di Lorenzo Forestani.

A Venezia hanno scritto: Maffio Venier (1550-1586), poeta erotico, Carlo Goldoni (1707 ?1793), tra i principali autori della commedia dialettale, e Giacomo Casanova (1725?1798), scrittore prolifico ricordato soprattutto per la sua autobiografia Histoire de ma vie (Storia della mia vita), che si identifica con Venezia anche per la fama libertina che la citt? aveva nel Settecento, gi? cantata anche dal poeta Giorgio Baffo.

Ugo Foscolo (1778 ? 1827) nato a Zante allora Repubblica di Venezia, famoso poeta e patriota del risorgimento.

Di Venezia si ? scritto moltissimo, basti ricordare Shakespeare (1564-1616) che vi ambienta l'Otello ed Il mercante di Venezia.

Thomas Mann ? l'autore del romanzo La Morte a Venezia (1912).

Venezia ha ospitato e ispirato la poetica di Ezra Pound, il quale pubblic? e scrisse nella citt? la sua prima fatica letteraria "A Lume Spento". Sempre a Venezia, Pound mor? nel 1972 e i suoi resti sono tuttora seppelliti al locale cimitero dell'isola di San Michele.

Lo scrittore francese Philippe Sollers ha passato gran parte della sua vita a Venezia ed ha pubblicato un Dizionario per gli amanti di Venezia (2004).

Musica[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola veneziana.

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Ritratto di Antonio Vivaldi

Le prime testimonianze musicali a venezia si hanno intorno al VI secolo durante il periodo bizantino, ma il periodo di massima attivit? fu tra il XV e il XIX secolo quando si la scuola veneziana si impose come una delle realt? musicali pi? importanti del mondo.[80]

Centro della scuola veneziana era la basilica di San Marco con i suoi due organi che accompagnavano i cori a cappella in polifonia vocale. La figura del Maestro di Cappella nasce nel 1436 con Johannes de Quadris e si stabilizza con Pietro de Fossis (1491-1525) succeduto dal fiammingo Adrian Willaert (1527-1562) che ebbe il merito di aver reso la citt? un centro formativo e innovatore nel campo musicale, arrivando a definire lo "stile veneziano". Se in questo periodo la produzione di musica profana ? dominante, la musica sacra ha come validi esponenti Andrea (1533-1588) e Giovanni Gabrieli (1557-1612) che ne rappresenteranno le espressioni pi? alte. Il compositore Claudio Monteverdi (1567-1643) segn? il passaggio dalla musica rinascimentale a quella barocca, abbandonando la forma a cappella per quella concertale, i madrigali.[81]

Tra gli altri esponenti della scena musicale veneziana del XVI secolo possiamo ricordare l'organista Claudio Merulo (1533-1604), il compositore Giovanni Croce (1557-1609) e il teorico musicale Gioseffo Zarlino (1517-1590). La scuola veneziana accolse anche musicisti di altri paesi, tra i quali Hans Leo Hassler e Heinrich Sch?tz, "il padre della musica tedesca".[80]

Nel 1637, a Venezia, venne inaugurato il primo teatro pubblico, il celebre San Cassiano dove, grazie al contributo di Francesco Mannelli, viene organizzato in occasione del carnevale la prima stagione lirica pubblica. Negli anni successivi verranno aperti numerosi nuovi teatri, Venezia divent? cos? un importante centro propulsivo del melodramma in concorrenza con Roma.[81]

Nel secolo successivo, lo stile musicale della citt? lagunare inizi? ad essere influenzato da contaminazioni estere. Il dramma giocoso fu predominante sulla scena musicale e il suo maggior esponente fu il compositore Baldassare Galuppi (1706-1785). In quegli anni Venezia fu la citt? natale anche del celebre violinista Antonio Vivaldi (1678-1741), grande esponente della musica d'insieme, a cui si affiancarono i compositori Tomaso Albinoni (1671-1751) e Giuseppe Tartini (1692-1770).[80] Da ricordare anche Benedetto Marcello (1686-1739) a cui ? intitolato il Conservatorio di Musica della citt?

La Cappella Marciana ? ancora in attivit?, diretta da Marco Gemmani viene considerata, insieme a quello della Cappella Sistina, uno dei due cori liturgici storicamente pi? importanti d'Italia. Ininterrotamente fin dal 1490 a San Marco vi ? sempre stato un Maestro e un organista.[82]

Nel XX secolo, ricordiamo: Ermanno Wolf-Ferrari (Venezia, 12 gennaio 1876 ? Venezia, 21 gennaio 1948), il compositore Luigi Nono (1924-1990) e il direttore d'orchestra Giuseppe Sinopoli (1946-2001).

Il 14 luglio 1989, la citt? ospit? un contestatissimo concerto gratuito e trasmesso in mondovisione della rock band britannica Pink Floyd che si tenne su di un palco galleggiante di fronte Piazza San Marco.[83] In quegli anni ? attivo in citt? un gruppo reggae, iPitura Freska. La Biennale di Venezia organizza i Festival di musica contemporanea.[84]

Nel 2014 La citt? di Venezia ? stata sede dell'8? Festival della coralit? veneta svoltosi nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

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Lo stesso argomento in dettaglio: cucina veneziana.

Baicoli

La cucina veneziana ? ovviamente caratterizzata da pescato ma non solo: i prodotti degli orti delle isole, il riso della terraferma, la cacciagione, la pesca nell'alto adriatico, la polenta. Venezia mescola tradizioni locali a influenze lontanissime che vengono dai millenari contatti commerciali.

Le sarde in saor, sarde marinate in grado di conservarsi nelle lunghe navigazioni. I risi e bisi, il fegato alla veneziana, il risotto nero con le seppie, i cicchetti bocconcini raffinati e prelibati, antipasti o da gustarsi tutto il giorno con un bicchierino di prosecco. Non solo: Venezia ? famosa per l'anguilla (in veneziano bis?to) marinata; per i biscotti ovali e dorati chiamati baicoli, e per i vari tipi di dolci come il "pan del pescatore", con mandorle e pistacchi; la crema fritta veneziana; i bussolai dell'isola di Burano (biscotti al burro e pasta frolla fatti ad "S" o ad anello); le chiacchiere dette anche galani, o bugie, o crostoli; la fregolotta (una torta friabile alle mandorle); il budino di latte chiamato rosada e i biscotti di semolino giallo chiamati zal?ti

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

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Maschere al Carnevale di Venezia

Venezia ospita un gran numero di eventi e manifestazioni a valore internazionale. Nel campo culturale l'evento di maggior rilievo ? la Biennale di Venezia, nata come societ? di cultura nel 1895, che comprende al suo interno varie esposizioni multidisciplinari suddivise in settori tra cui: l'esposizione internazionale d'arte (tutti gli anni dispari), la mostra internazionale di architettura (tutti gli anni pari) e la prestigiosa mostra internazionale d'arte cinematografica che si tiene annualmente tra la fine di agosto e l'inizio di settembre.

Tra gli eventi folcloristici il celebre Carnevale di Venezia, che si svolge dal tredicesimo giorno di quaresima al giorno precedente il Mercoled? delle ceneri. Esso risulta essere uno dei carnevali pi? antichi del mondo, famoso per le sue maschere attira oggigiorno moltissimi visitatori. La Regata delle Antiche Repubbliche Marinare ? una rievocazione storica, istituita nel 1955, che si tiene ogni quattro anni in un giorno compreso tra la fine maggio e l'inizio di luglio, mentre la prima domenica di settembre di ogni anno si tiene la Regata storica che mischia folclore con l'evento sportivo.

Tra le ricorrenze religiose, la festa della Madonna della Salute (21 novembre) che costituisce festivit? locale, la festa della Sensa in occasione dell'Ascensione, la festa del Redentore (terza domenica di luglio) e la festa di san Marco che si tiene ogni 25 aprile.

Tra gli appuntamenti fieristici di notevole importanza vi ? il Salone nautico internazionale in primavera.[85] Un popolare appuntamento di primavera ? inoltre la marcia non competitiva Su e zo per i ponti che si snoda per le calli e i ponti del centro storico.

Persone legate a Venezia[modifica | modifica wikitesto]

Sono numerose e varie le persone che, nei secoli, hanno legato il proprio nome alla citt? di Venezia o per esservi nate o per avervi vissuto.

La citt? ha dato i natali a 5 papi: Alessandro VIII (1610-1691), Clemente XIII (1693-1769), Eugenio IV (1383-1447), Gregorio XII (1326-1417) e papa Paolo II (1417-1471).

Nella letteratura spicca certamente il nome di Carlo Goldoni (1707-1793), considerato uno dei padri della commedia moderna, della poetessa Veronica Franco (1546-1591), di Marco Polo (1254-1324) e dell'umanista Pietro Bembo (1470-1547), Ugo Foscolo (1778-1837), poeta e scrittore romantico. Andando ai nostri giorni si possono citare lo scrittore romanziere Tiziano Scarpa (1963) e Hugo Pratt (1927-1995) famoso autore di fumetti.

Impossibile nominare tutte le personalit? legate alla citt? ed operanti nel campo delle arti. Tra i principali esponenti della pittura rinascimentale troviamo: Giovanni Bellini (1433 circa-1516), Tiziano Vecellio (1488 circa-1576), Giorgione (1478-1510), Lorenzo Lotto (1480-1556) e Tintoretto (1518-1594), uno degli ultimi grandi pittori del movimento. Fra gli artigiani orafi vi ? Luigi Anichini (1510-1559). Pi? tardi vi ? Giovan Battista Tiepolo (1696-1770), pittore e incisore, Pietro Gaspari (1720-1785) pittore e scenografo. Nella scultura; Alessandro Vittoria (1525-1608) e Antonio Canova (1757-1822), ritenuto quest'ultimo il massimo esponente del neoclassicismo. Nel campo della musica, oltre al famoso Antonio Vivaldi (1678-1741), compositore e violinista, si possono ricordare Andrea Gabrieli (1533 circa-1585), organista, Baldassare Galuppi (1706-1785) e il compositore di musica contemporanea Luigi Nono (1924-1990).

Nel campo della politica non si possono non citare i patrioti Daniele Manin (1804-1857) e Luigi Pastori (1829-1903), nelle scienze il matematico Luca Pacioli (1445-1517) e politico e agronomo Vincenzo Dandolo (1758 ?1819) e infine nell'architettura Carlo Scarpa (1906-1978) designer e architetto.

Nello sport, Venezia ha dato i natali alla medaglia d'oro alle paralimpiadi di Rio 2016 Beatrice Vio[86].

 

L'itinerario del Burchiello


Itinerario Burchiello - Riviera del Brenta

 

 

Il Burchiello - PortelloScendendo il fiume da Padova a Venezia, si parte dal Portello, antico porto fluviale con la sua bella scalinata cinquecentesca del Burchiello, dipinta dal Tintoretto e il suo magnifico portale, in pietra d?Istria, che ricorda un Arco di Trionfo, con otto colonne e una torretta con l?orologio; qui facevano capo i battelli che, percorrendo fiumi e canali navigabili, collegavano Padova e la sua provincia con la laguna di Venezia.


Navigando lungo il Piovego, e costeggiando le antiche mura cinquecentesche e i possenti bastioni, immersi tra la folta e lussureggiante vegetazione, si sottopassa il vecchio ponte dei Graissi, arrivando a Noventa Padovana antico porto fluviale di Padova. Un tempo, qui si fermavano le barche e i passeggeri e le merci arrivavano a Padova su carri. Perse poi il suo ruolo con l?apertura del Canale del Piovego che permetteva di arrivare fino a Padova.


Ma della sua importanza rimangono le testimonianze di innumerevoli ville patrizie. Fra queste incontriamo la solitaria e superba Villa Giovanelli, ampiamente affrescata, costruita alla fine del Seicento dalla famiglia Giovanelli, che unisce nell?impianto strutturale aspetti palladiani alle presenza delle tendenze architettoniche innovatrici del Longhena; il singolare monumentale pronao a forma pentagonale, le alte colonne corinzie con timpano ornato di statue, la maestosa scalinata aggiunta dal Massari nel 1738 rendono imponente e scenografico il suo aspetto esterno.


Superate le chiuse di Noventa Padovana e di Stra, con discesa di dislivello acqueo, si arriva a Stra, dove il Canal del Brenta si origina dal fiume Brenta.


Qui trionfa la grandiosit? di Villa Pisani, il famoso Palazzo Ducale di terraferma, una sontuosa Villa voluta dalla Famiglia Pisani, quale status-symbol della famiglia; pi? che Villa, un palazzo ornato alla facciata da poderose sculture, decorato all?interno dai pi? celebri artisti del 700 Veneto.

Alvise Pisani, ambasciatore di Venezia a Parigi ai tempi di Luigi XIV e dei fulgori della reggia di Versailles, incaric? nel 1735 l?architetto Francesco Maria Preti di riprogettare il corpo principale della Villa di Stra gi? realizzato per quanta attiene all'Esedra, alle Scuderie, alla Limonaia ed all'imponente muro di cinta.

 

Fra le numerose stanze del piano nobile ricordiamo capolavori quali la stanza di Bacco del Guarana; la sala Pompeiana, le sale in stile impero e la pi? importante e straordinaria ? quella riservata alle danze con il soffitto affrescato da Giovanbattista Tiepolo a celebrazione delle glorie della famiglia dei Pisani, che sar? la sua ultima fatica in Italia, l?ultimo dono di questo grande pittore di cieli ed angeli. La Villa ? protetta da un vastissimo parco dove, oltre alle piante secolari, ? possibile ammirare il padiglione del caff? sopra la collinetta della ghiacciaia ed il famoso Labirinto in cui Gabriele D'Annunzio ambient? i crudeli giochi amorosi di Stelio Effrena, protagonista del romanzo "Il Fuoco" con la Foscarina. La grande vasca prospiciente le Scuderie fu costruita in epoca recente per consentire sperimentazioni idrauliche. La Villa con la caduta della repubblica di Venezia divent? propriet? di Napoleone I, poi della Casa Savoia e quindi della Stato italiano da cui viene dichiarata Museo Nazionale.


Da Stra a Mira scorrono 30 bellissime Ville che presentano spesso la facciata principale verso il Naviglio.

 

Tra le molte ancor oggi abitate e per la maggior parte non visitabili vanno ricordate: villa Soranzo per gli affreschi di Benedetto Caliari fratello di Paolo detto il Veronese, Villa dei Lazzara Pisani detta la Barbariga per l'architettura, Villa Ferretti Angeli per il progetto di Vincenzo Scamozzi, Palazzo Foscarini abitato da Lord Byron e Villa Contarini dei Leoni visitata da Enrico III re di Francia.


La navigazione prosegue arrivando a Dolo, antico borgo rivierasco, tipica cittadina di stile veneziano, di cui sono celebri i Mulini, lo Squero e la Conca antica, scelti come soggetto da pittori famosi quali Bernardo Bellotto, il Canaletto e Francesco Guardi.


Superata la Chiusa di Dolo si naviga tra il verde dei salici piangenti, le Ville e i ponti girevoli fino a Mira, celebrata dal Goldoni nel 1760:

?Eccoci giunti alla piacevol Mira, / di bei giardini e di palazzi adorna. / si esce fuor dal naviglio, e si respira / si passeggia si pranza e poi si torna. / Il famoso Ronzin si attacca,e tira / per la Brenta in Navicel s?inforna. / Chi si mette a fumar, chi canta o / suona, / e chi del tristo desinar ragiona.?


A Mira si trova la maggiore concentrazione di Ville; si possono ammirare le celebri facciate che si affacciano sul Canale, le anse verdeggianti, gli angoli incontaminati dove i salici piangenti sfiorano l?acqua del canale.


Da ricordare Villa Barchessa Valmarana con l?ampio colonnato che sovrasta il giardino. II complesso risulta particolarmente gradevole per il solenne colonnato, per la felice ubicazione e per gli affreschi interni della seconda met? del Settecento attributi ad un seguace del Tiepolo, tale Michelangelo Schiavoni detto "il Chiozzotto". Tra questi, risalta "La glorificazione della Famiglia Valmarana".


Villa Widmann, tipica residenza estiva del ?700 con il suo delizioso parco; un vero gioiello della Riviera del Brenta. Il palazzo ? il risultato di una profonda trasformazione eseguita dai Widmann intorno al 1750 sul precedente insediamento degli Sceriman progettato dall'architetto Tirali; ci? spiega lo stile leggermente rococ? della residenza principale. All'interno il ciclo decorativo celebra le glorie di questa importante famiglia tedesca, i Widmann, trapiantata a Venezia dalla Carinzia fin dalla fine del '500 ed iscritta nel libro d'oro della nobilt? veneziano nel 1646. Particolare attenzione meritano l'affresco della "gloria della famiglia Widmann" attribuito al Guarana e quello del "ratto di Elena" dell'Angeli, visibili nella bellissima sala delle feste. La famiglia Widmann ? inoltre ricordata per aver commissionato molte commedie al grande Carlo Goldoni, fra queste il celebre ciclo delle "Smanie per la villeggiatura". Nei Widmann confer? il casato dei Rezzonico che si estinse con Carlo, papa Clemente XIII. Anche i Widmann si estinsero aIla meta di questo secolo con Elisabetta Widmann Rezzonico, sposa del senatore conte Piero Foscari di cui rimane lo stemma di bronzo nel timpano curvilineo della facciata. Splendido il parco, la barchessa e le altre presenze.

Villa Corner, teatro di fastosi ricevimenti e di sontuose e lunghissime feste della famiglia stessa (si diceva durassero ben 8 giorni); Villa Foscarini dove Lord Byron trascorse due anni (1817 - 1818).


Si prosegue poi, per Oriago, antico teatro di guerre tra Padova e Venezia, che conserva ancora il Termine, antica colonna di confine addossato all'angolo di una modesta abitazione, fu innalzato nel 1374 assieme ad altri nelle diverse localit? per segnare i confini del territorio durante le interminabili guerre fra i Carraresi, Signori di Padova, e Venezia.


Qui ? prevista la sosta al famoso ristorante Il Burchiello per il pranzo che pu? essere convenzionato o libero.


Oltre a numerose ville dall?atmosfera tipicamente veneziana, si incontra Villa Gradenigo, antica villa cinquecentesca di cui ? rimasto il solo corpo centrale, decorata con affreschi di Benedetto Caliari, fratello del Veronese.

E sempre navigando si arriva alla Malcontenta, dove si pu? ammirare in tutta la sua eleganza e monumentalit? Villa Foscari detta La Malcontenta, uno dei capolavori del genio di Andrea Palladio; La Malcontenta costituisce un tipico esempio di villa Tempio con il monumentale pronao che si specchia malinconico e superbo, fra i salici piangenti, nelle acque del Canale.
E' stata costruita per Nicol? e Alvise Foscari e appartiene tuttora ai discendenti di quella nobile famiglia. Secondo la leggenda, la Villa deve il suo nome "Malcontenta" all'animo infelice della moglie di uno dei Foscari che fu qui confinata contro la sua volont?.


Il maestoso pronao con le sei belle colonne ioniche posa su di un alto basamento cui si accede da due rampe. I nomi dei fratelli Nicol? e Luigi Foscari sono incisi sui frontone dell'edificio. Fu progettata dal grande architetto vicentino Andrea Palladio che ne volle seguire personalmente la costruzione dal 1560. I due fianchi sono sobri ed austeri; complelamente diverso lo stile vivacemente moderno della facciata meridionale verso il parco. Su di essa, l?ampia finestra semicircolare che ricorda le terme antiche ? circondata da numerose aperture di diverse dimensioni, da un frontone spezzato e da varie cornici; l'intonaco a marmorino ? lavorato in modo da simulare bugne in pietra bianca.
Quattro camini di foggia quasi orientale svettano sul tetto. La Villa ? a tre piani: cucine e tinelli a pian terreno, segue il piano nobile ed il mezzanino. Sopra la porta d?entrata una iscrizione latina ricorda, tra le molte, la visita del 1574 di Enrico III dei Valois re di Francia. II piano nobile ? composto in modo sapiente da sei sale di variate misure disposte attorno ad una straordinaria sala a crociera centrale.Tutte le pareti sono decorate con l?importante ciclo di affreschi di artisti quali Gianbattista Franco e Giambattista Zelotti, amico e partner di Paolo Veronese.

Lasciata la Malcontenta II Burchiello attraverso la Chiusa di Moranzani e Fusina, scende in laguna.

Superata l'isola di San Giorgio in Alga entra nel canale della Giudecca: a destra l'altissimo edificio del Mulino Stucky, la chiesa del Redentore capolavoro dell'architettura sacra palladiana, infine Le Zitelle.


Virando tra Punta della Dogana e la chiesa di San Giorgio Maggiore, Il Burchiello entra nel magico scenario marmoreo del Bacino di S.Marco dove termina il fantastico viaggio.

Panoramica Bacino di San Marco

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L'itinerario del Burchiello


Itinerario Burchiello - Riviera del Brenta

 

 

Il Burchiello - PortelloScendendo il fiume da Padova a Venezia, si parte dal Portello, antico porto fluviale con la sua bella scalinata cinquecentesca del Burchiello, dipinta dal Tintoretto e il suo magnifico portale, in pietra d?Istria, che ricorda un Arco di Trionfo, con otto colonne e una torretta con l?orologio; qui facevano capo i battelli che, percorrendo fiumi e canali navigabili, collegavano Padova e la sua provincia con la laguna di Venezia.


Navigando lungo il Piovego, e costeggiando le antiche mura cinquecentesche e i possenti bastioni, immersi tra la folta e lussureggiante vegetazione, si sottopassa il vecchio ponte dei Graissi, arrivando a Noventa Padovana antico porto fluviale di Padova. Un tempo, qui si fermavano le barche e i passeggeri e le merci arrivavano a Padova su carri. Perse poi il suo ruolo con l?apertura del Canale del Piovego che permetteva di arrivare fino a Padova.


Ma della sua importanza rimangono le testimonianze di innumerevoli ville patrizie. Fra queste incontriamo la solitaria e superba Villa Giovanelli, ampiamente affrescata, costruita alla fine del Seicento dalla famiglia Giovanelli, che unisce nell?impianto strutturale aspetti palladiani alle presenza delle tendenze architettoniche innovatrici del Longhena; il singolare monumentale pronao a forma pentagonale, le alte colonne corinzie con timpano ornato di statue, la maestosa scalinata aggiunta dal Massari nel 1738 rendono imponente e scenografico il suo aspetto esterno.


Superate le chiuse di Noventa Padovana e di Stra, con discesa di dislivello acqueo, si arriva a Stra, dove il Canal del Brenta si origina dal fiume Brenta.


Qui trionfa la grandiosit? di Villa Pisani, il famoso Palazzo Ducale di terraferma, una sontuosa Villa voluta dalla Famiglia Pisani, quale status-symbol della famiglia; pi? che Villa, un palazzo ornato alla facciata da poderose sculture, decorato all?interno dai pi? celebri artisti del 700 Veneto.

Alvise Pisani, ambasciatore di Venezia a Parigi ai tempi di Luigi XIV e dei fulgori della reggia di Versailles, incaric? nel 1735 l?architetto Francesco Maria Preti di riprogettare il corpo principale della Villa di Stra gi? realizzato per quanta attiene all'Esedra, alle Scuderie, alla Limonaia ed all'imponente muro di cinta.

 

Fra le numerose stanze del piano nobile ricordiamo capolavori quali la stanza di Bacco del Guarana; la sala Pompeiana, le sale in stile impero e la pi? importante e straordinaria ? quella riservata alle danze con il soffitto affrescato da Giovanbattista Tiepolo a celebrazione delle glorie della famiglia dei Pisani, che sar? la sua ultima fatica in Italia, l?ultimo dono di questo grande pittore di cieli ed angeli. La Villa ? protetta da un vastissimo parco dove, oltre alle piante secolari, ? possibile ammirare il padiglione del caff? sopra la collinetta della ghiacciaia ed il famoso Labirinto in cui Gabriele D'Annunzio ambient? i crudeli giochi amorosi di Stelio Effrena, protagonista del romanzo "Il Fuoco" con la Foscarina. La grande vasca prospiciente le Scuderie fu costruita in epoca recente per consentire sperimentazioni idrauliche. La Villa con la caduta della repubblica di Venezia divent? propriet? di Napoleone I, poi della Casa Savoia e quindi della Stato italiano da cui viene dichiarata Museo Nazionale.


Da Stra a Mira scorrono 30 bellissime Ville che presentano spesso la facciata principale verso il Naviglio.

 

Tra le molte ancor oggi abitate e per la maggior parte non visitabili vanno ricordate: villa Soranzo per gli affreschi di Benedetto Caliari fratello di Paolo detto il Veronese, Villa dei Lazzara Pisani detta la Barbariga per l'architettura, Villa Ferretti Angeli per il progetto di Vincenzo Scamozzi, Palazzo Foscarini abitato da Lord Byron e Villa Contarini dei Leoni visitata da Enrico III re di Francia.


La navigazione prosegue arrivando a Dolo, antico borgo rivierasco, tipica cittadina di stile veneziano, di cui sono celebri i Mulini, lo Squero e la Conca antica, scelti come soggetto da pittori famosi quali Bernardo Bellotto, il Canaletto e Francesco Guardi.


Superata la Chiusa di Dolo si naviga tra il verde dei salici piangenti, le Ville e i ponti girevoli fino a Mira, celebrata dal Goldoni nel 1760:

?Eccoci giunti alla piacevol Mira, / di bei giardini e di palazzi adorna. / si esce fuor dal naviglio, e si respira / si passeggia si pranza e poi si torna. / Il famoso Ronzin si attacca,e tira / per la Brenta in Navicel s?inforna. / Chi si mette a fumar, chi canta o / suona, / e chi del tristo desinar ragiona.?


A Mira si trova la maggiore concentrazione di Ville; si possono ammirare le celebri facciate che si affacciano sul Canale, le anse verdeggianti, gli angoli incontaminati dove i salici piangenti sfiorano l?acqua del canale.


Da ricordare Villa Barchessa Valmarana con l?ampio colonnato che sovrasta il giardino. II complesso risulta particolarmente gradevole per il solenne colonnato, per la felice ubicazione e per gli affreschi interni della seconda met? del Settecento attributi ad un seguace del Tiepolo, tale Michelangelo Schiavoni detto "il Chiozzotto". Tra questi, risalta "La glorificazione della Famiglia Valmarana".


Villa Widmann, tipica residenza estiva del ?700 con il suo delizioso parco; un vero gioiello della Riviera del Brenta. Il palazzo ? il risultato di una profonda trasformazione eseguita dai Widmann intorno al 1750 sul precedente insediamento degli Sceriman progettato dall'architetto Tirali; ci? spiega lo stile leggermente rococ? della residenza principale. All'interno il ciclo decorativo celebra le glorie di questa importante famiglia tedesca, i Widmann, trapiantata a Venezia dalla Carinzia fin dalla fine del '500 ed iscritta nel libro d'oro della nobilt? veneziano nel 1646. Particolare attenzione meritano l'affresco della "gloria della famiglia Widmann" attribuito al Guarana e quello del "ratto di Elena" dell'Angeli, visibili nella bellissima sala delle feste. La famiglia Widmann ? inoltre ricordata per aver commissionato molte commedie al grande Carlo Goldoni, fra queste il celebre ciclo delle "Smanie per la villeggiatura". Nei Widmann confer? il casato dei Rezzonico che si estinse con Carlo, papa Clemente XIII. Anche i Widmann si estinsero aIla meta di questo secolo con Elisabetta Widmann Rezzonico, sposa del senatore conte Piero Foscari di cui rimane lo stemma di bronzo nel timpano curvilineo della facciata. Splendido il parco, la barchessa e le altre presenze.

Villa Corner, teatro di fastosi ricevimenti e di sontuose e lunghissime feste della famiglia stessa (si diceva durassero ben 8 giorni); Villa Foscarini dove Lord Byron trascorse due anni (1817 - 1818).


Si prosegue poi, per Oriago, antico teatro di guerre tra Padova e Venezia, che conserva ancora il Termine, antica colonna di confine addossato all'angolo di una modesta abitazione, fu innalzato nel 1374 assieme ad altri nelle diverse localit? per segnare i confini del territorio durante le interminabili guerre fra i Carraresi, Signori di Padova, e Venezia.


Qui ? prevista la sosta al famoso ristorante Il Burchiello per il pranzo che pu? essere convenzionato o libero.


Oltre a numerose ville dall?atmosfera tipicamente veneziana, si incontra Villa Gradenigo, antica villa cinquecentesca di cui ? rimasto il solo corpo centrale, decorata con affreschi di Benedetto Caliari, fratello del Veronese.

E sempre navigando si arriva alla Malcontenta, dove si pu? ammirare in tutta la sua eleganza e monumentalit? Villa Foscari detta La Malcontenta, uno dei capolavori del genio di Andrea Palladio; La Malcontenta costituisce un tipico esempio di villa Tempio con il monumentale pronao che si specchia malinconico e superbo, fra i salici piangenti, nelle acque del Canale.
E' stata costruita per Nicol? e Alvise Foscari e appartiene tuttora ai discendenti di quella nobile famiglia. Secondo la leggenda, la Villa deve il suo nome "Malcontenta" all'animo infelice della moglie di uno dei Foscari che fu qui confinata contro la sua volont?.


Il maestoso pronao con le sei belle colonne ioniche posa su di un alto basamento cui si accede da due rampe. I nomi dei fratelli Nicol? e Luigi Foscari sono incisi sui frontone dell'edificio. Fu progettata dal grande architetto vicentino Andrea Palladio che ne volle seguire personalmente la costruzione dal 1560. I due fianchi sono sobri ed austeri; complelamente diverso lo stile vivacemente moderno della facciata meridionale verso il parco. Su di essa, l?ampia finestra semicircolare che ricorda le terme antiche ? circondata da numerose aperture di diverse dimensioni, da un frontone spezzato e da varie cornici; l'intonaco a marmorino ? lavorato in modo da simulare bugne in pietra bianca.
Quattro camini di foggia quasi orientale svettano sul tetto. La Villa ? a tre piani: cucine e tinelli a pian terreno, segue il piano nobile ed il mezzanino. Sopra la porta d?entrata una iscrizione latina ricorda, tra le molte, la visita del 1574 di Enrico III dei Valois re di Francia. II piano nobile ? composto in modo sapiente da sei sale di variate misure disposte attorno ad una straordinaria sala a crociera centrale.Tutte le pareti sono decorate con l?importante ciclo di affreschi di artisti quali Gianbattista Franco e Giambattista Zelotti, amico e partner di Paolo Veronese.

Lasciata la Malcontenta II Burchiello attraverso la Chiusa di Moranzani e Fusina, scende in laguna.

Superata l'isola di San Giorgio in Alga entra nel canale della Giudecca: a destra l'altissimo edificio del Mulino Stucky, la chiesa del Redentore capolavoro dell'architettura sacra palladiana, infine Le Zitelle.


Virando tra Punta della Dogana e la chiesa di San Giorgio Maggiore, Il Burchiello entra nel magico scenario marmoreo del Bacino di S.Marco dove termina il fantastico viaggio.

Panoramica Bacino di San Marco

Prosecco tour -

Valdobbiadene  -

 
Azienda vinicola MIONETTO
Indirizzo: Via Col de Rove, 2, 31049 Valdobbiadene TV
Fare tour con Julia Tour con Sign.a Julia) (parente Luisa 3290507809 diResidence Venice.it  

ontatti

 Telefono: +39 329 05 07 821
 Email: info@residencevenice.it
 Via Pascoli, 2 - Quarto d'Altino (VE)

per mangiare andare a

 

o anche a Trattoria ALLA CIMA

Via Cima, 13
31049 Valdobbiadene (TV)
Tel.: (+39) 0423 972711
Fax: (+39) 0423 972711
GPS  45.894370  12.009226

CHIUSO il Luned? sera e Marted?  - bella terrazza-
TERZA OPZIONE
Antica Osteria il Borgo +39 0423 973041Via Celestino Piva 123, 31049, Valdobbiadene,

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Giro in barca da ALTINO  a Venezia con  Dario Vianello tel. 3384666136

Altino, Riva Schiavoni


A Burano mangiare a RIVA ROSA

Piatti di pesce e oltre 600 vini in un romantico locale, tra pareti di mattoni e dehors con vista sul canale.
Indirizzo: Via San Mauro 296, 30142 Burano VE
Orari: 
Oggi chiuso 
Prenotazioni: misiedo.com
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Ristorante Antino a Venezia ed Altri (La Fenice - Da Roberto- Al mercato del Pesce- A Santa Sofia-
al Stucky